La telefonata

E' mercoledì e tengo un dito nel naso.
Mi chiedo se sia più il caso essere malinconico o contento, e scelgo contento. Non tanto perché siamo vicini a Natale e questo non fa testo, visto che Natale incombe all'incirca da gennaio; sono contento perché ha piovuto tutta la settimana e stanotte ha smesso e fuori c'è un sole surgelato ma non gocciola e stasera posso mettere il costume da Babbo Natale per andare al lavoro.

Drin telefono pronto.

«Ciao sono Nicola»
«Dimmi tutto»
«Venerdì ti ricordi vero?»
«Come no»
«Ascolta: che ti volevo dire?»
«Non lo so»
«Ascolta: che cd gli piacciono a Matteo ti spiego per Natale con Luciana facciamo a tutti il Cd masterizzato però non so cosa gli piace a Matteo»
«Ma Matteo non c'ha il lettore»
«Come non c'ha il lettore»
«Il lettore è in camera mia, lui non li ascolta mai i cd»
«Ah, porc. Va bene, penso a qualcos'altro. Ascolta: te invece che cd ti piacciono?»
«I canti degli alpini»
«Dai, scemo. Dimmi che cd ti piacciono».
«Sbalordiscimi»
«Vabbé, mi faccio venire in mente qualcosa. Ciao».
«Ciao»
«Ascolta: che ti volevo dire?»
«Non lo so»
«Ascolta: il regalo della mamma»
«Ma come, lei niente cd masterizzato?»
«Ah Ah, scemo. Ascolta: con Luciana si pensava di regalarle il divano nuovo. Da 'Ti arredo' ci sono belli in offerta».
«Io non c'ho una lira Nicola»
«Non ti preoccupare, non t'ho chiesto i soldi, la tua parte la metto io. Glielo dici te a Matteo?»
«E se invece io metto la tua parte e tu lo dici a Matteo?»
«Dai. Allora glielo dici te?»
«Occhei»
«Ciao»
«Addio».

Spettacolare Nicola; pensa a tutto lui: sceglie il regalo, lo va a comprare, consegna montaggio non accettiamo mancia grazie lo stesso, e mette i soldi anche per me. Basta solo che io lo dica a Matteo. Perché io per principio gli dò sempre ragione, Matteo per principio gli dà sempre torto, e a Nicola gli riesce difficile parlare con chi non gli dà ragione.
Va bene, ci parlo io che tanto so come si fa, e poi lui mette la mia parte. Pensate che sia vessatorio? Circa trecentomila per dire a mio fratello del regalo per la mamma? Ma non si tratta mica solo di dire, si tratta di scegliere (il momento giusto) x farsi (mandare affanculo) + far finta (di convincere chi non ha preferenze) = farsi (rimandare vaffanculo). Equazione abbastanza difficile e gran pezzo da teatro. Vedetelo come un compenso per prestazione artistico-matematica. Vi faccio vedere.

Clic clac torna Matteo.

Matteo: – Spazio vuoto per saluto –
Mamma: «sei tornato presto oggi. Ancora c'è un po'»
Matteo: – Spazio vuoto per risposta –

Emergenza in cucina. Le padelle d'improvviso sfrigolano, i mestoli di frequente sbattono. I rumori consueti dell'immolazione femminile alla produzione maschile di reddito.
Bene, Matteo è in camera, è il momento meno sbagliato. Faccio per alzarmi dalla sedia e andare a parlarci, ma la mamma sfreccia con un mestolo in mano verso camera sua. E' una replica, chiudo la porta, riappoggio il culo, Javeh privami un minutino solo dell'udito, trasformami in un infisso o nel gatto che dorme in posizione fetale:

Mamma: «Se m'avvertivi ti facevo trovare pronto»
Matteo: – Spazio per risposta –
Mam: (insiste) «Comunque tra dieci minuti è pronto»
Mat: «Madonna che palle ma che cazzo vuoi ti ho detto niente? Sono in casa da 5 minuti e già rompete i coglioni».

Contentamente mesta col mestolo in mano torna mia mamma verso la cucina.
Adesso manca solo la gag degli ingredienti e la gag del pavimento e Matteo può tornare a lavorare.
La gag degli ingredienti ha delle varianti. In genere Matteo chiede «che carne è?», la mamma risponde «E' carne» tanto per fare un po' l'offesa di prima, e Matteo di conseguenza s'incazza. Ma oggi lui è tornato prima e «Questa pasta è cruda» e via in crescendo.
Comincio a fare un po' il ruffiano, rido di una pubblicità fatta bene, cerco di coinvolgerlo, il telegiornale dice tremila morti a Beirut e io dico «Tremila soli? Comunque senti come si respira meglio oggi» e li faccio ridere un po' mentre mi danno della merda; roba così. Devo preparare il campo per tempo e scegliere l'ultimo momento utile prima della gag del pavimento.
Dopo pranzo mia madre spazza e allaga tutta casa, e prima che i rivoli d'acqua raggiungano le camere vado in quella di Matteo e chiudo la porta. Lui si sta mettendo le scarpe:

(A bassa voce) «Senti»
(Ad alta voce) «Che vuoi? Devo andare a lavorare»
(A bassa voce) «Abbassa la voce. Ha telefonato quel rompicoglioni di Nicola» (cerco di costruire una certa complicità)
(A voce normale) «Non mi frega niente»
«E zittati un secondo. E' per il regalo della mamma»
«Fate quello che vi pare. Io il regalo glielo faccio da me»
Con sprezzo del pericolo mi frappongo tra lui e la porta:
«Falla finita. Tanto lo sai che poi non c'hai voglia. Pensa a tutto lui, che ti frega»

Complicità non plus ultra. Ce l'ho quasi fatta, ma mi devo sbrigare. Sta passando il minuto di conversazione che Matteo riesce a sostenere con un familiare ed è vulnerabile, scalpita, vuole andare via. Direbbe qualsiasi cosa pur di uscire dalla stanza, devo fargli dire che paga anche lui.

«Fate quello che vi pare, non m'importa niente»
«Si ma paghi?»
«Va bene va bene pago ma ora faccio tardi devo andare via».

Decido cosciente di godermi la scena per festeggiare la vittoria e mi appoggio allo stipite della porta di camera di Matteo. Lui mette piede nel tinello per uscire di casa:

«Ma cazzo Mamma, lo sai che devo uscire a quest'ora, non puoi aspettare cinque minuti cazzo!»
«Non ti preoccupare, quando esci lo ridò»
«Mavaffanculo»

SLAM

Rimango appoggiato e penso a quello che sta per succedere. Fra cinque minuti la mamma troverà un pretesto per sfogarsi con me di essere trattata come un burattino, tra dieci minuti troverà il secondo, tra venti il terzo, tra venticinque, finalmente, farà incazzare anche me, io la tratterò male a mia volta, e lei mi terrà muso pressappoco fin verso l'ora di andare a lavorare. Paziente lavoro di costruzione ed intersezione di sensi di colpa diversi che mia mamma svolge con pazienza, quasi mai fallendo.

Quando arriva quella telefonata di Nicola, quasi sempre arriva anche il Natale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate