Non esiste una curva dove non si possa sorpassare

La Ferrari F40 appartiene al ristretto gruppo delle auto sportive più carismatiche, cazzute ed emozionanti mai realizzate, ed è anche una delle più divertenti da guidare.1Non che l'abbia mai provata di persona ma, se Forza su Xbox e Granturismo su Playstation contano qualcosa, allora ne ho consumate (e accartocciate contro i muri) davvero un bel po'. :)

Non sono un grande appassionato di auto per milionari, ma *lei* la porto nel cuore. Per questo, quando ho letto che Lego a breve ne interromperà la produzione,2Hey, alt, aspetta!
Io nemmeno sapevo esistesse, proprio come casa Baggins!
mi sono affrettato a procurarmi uno degli ultimi modelli ancora disponibili.
Tanto più che, sfruttando i punti accumulati col Millennium Falcon, la F40 mi è venuta a costare meno di 30 euro.

Nonostante le generose dimensioni del modello, le istruzioni sono divise in sole due parti, a cui corrispondono numerosi sacchettini, associati però a due soli numeri.3Lo so, non si capisce una mazza: in pratica ci sono circa 12 sacchetti (alcuni più piccoli all'interno di altri, come le matrioske), però tutti marchiati o col numero 1 o col 2.

Tanti sacchettini, ma solo due numeri

Nella bacinella in bambù (credo sia bambù, viene dal Giappone) potete vedere alcuni elementi extra. Stranamente ho deciso di non effettuare modifiche (vedi più avanti), c'erano però alcune cose che proprio non mi piacevano.

Innanzitutto l'utilizzo dei Pin 3L di colore blu. In generale non rappresentano un problema perché si trovano perlopiù nascosti ma in un paio di occasioni si vedono, e stanno decisamente male.

Per esempio qui
Per esempio qui

Eh già… Per qualche sciagurata decisione commerciale i Mastri Costruttori Lego hanno deciso non valesse la pena includere appositamente un paio di pirolini rossi. D'accordo, non esistono ma, se non altro, avrebbero potuto utilizzarne due neri, che almeno non fanno a cazzotti coi colori.

Mentre mi arrovellavo per trovare una soluzione che non prevedesse tristi verniciature, ho scoperto che di tanto in tanto Lego, prima di produrre nuovi pezzi, stampa un po' di prototipi, e solitamente sono in plastica rossa. Mi sono detto "ma se…", "magari…", "vuoi vedere che…" e infatti è saltato fuori che un negozietto sperduto nei meandri di Bricklink ne aveva qualcuno, a prezzi relativamente folli. Del resto parliamo di Ferrari. :)

Volendo pignoleggiare esistono due versioni di questi elementi, con e senza frizione. La differenza è che i primi offrono una certa resistenza alla rotazione, i secondi no.
A me servivano del primo tipo, perché altrimenti i fanali si sarebbero richiusi per gravità e questi prototipi non lo sono ma non potevo chiedere troppo alla Provvidenza, che già era stata molto magnanima. Ho risolto con invisibili spessorini di nastro adesivo.

I rimanenti pirolini nella bacinella, quelli neri, li ho utilizzati in altri punti strategici, all'interno del vano motore.

Primo giorno (4 novembre 2017)

Le tecniche costruttive utilizzate sono molto affascinanti e avanzate, con soluzioni insolite e sorprendenti.
Sono stato così preso dall'entusiasmo e dalla concentrazione da essermi dimenticato di scattare le foto che mi ero prefissato, delle più importanti fasi di assemblaggio.

Modifica

Ho solo questa, che mostra l'utilizzo di alcuni pirolini neri al posto di quelli blu. Quando si solleva il cofano motore si intravvedono sul fondo e penso che neppure lì il blu fosse la scelta migliore.

Per illustrarvi la conclusione dei lavori del primo giorno sono costretto a prendere in prestito un fotogramma da Youtube (nel quale, peraltro, si notano proprio i pirolini blu che ho sostituito poco sopra):

Secondo giorno (6 novembre 2017)

La seconda parte della costruzione si apre con la fabbricazione del potente motore 8 cilindri a V, 3000 di cilindrata per una potenza complessiva di 470 cavalli.

VROOOM!

La mia auto, che è una milletré, di cavalli ne ha 90. Così, tanto per dire.

Rosso uniforme

Ecco qui i famosi pirolini in azione. Direi un bel passo avanti rispetto alla versione originale. La mia è probabilmente l'unica Ferrari Lego al mondo in tinta unita.4Capirai se non esisterà qualcuno più pazzo di me… ;)

Sembra incredibile ma mi sono scordato di fare le foto anche oggi. Davvero un set capace di estraniarti dalla realtà per qualche ora. :)

Ferrari F40 e GTO

Signori, la F40 in tutto il suo splendore, vicino alla sorellina GTO (non Lego).

Galleria

Come ho già avuto modo di ribadire in passato5O magari non l'ho fatto… Vabbè, nel caso lo faccio qui. odio gli adesivi e anche in questo caso ho cercato di limitarmi a quelli indispensabili: il cavallino sul volante e i fari.

Il bello di questo modello sono le numerose caratteristiche: i due cofani — anteriore e posteriore — si sollevano, le portiere si aprono, gli specchietti si regolano.

Un dettaglio affascinante: il motore può essere estratto e osservato da vicino.

Anche gli interni sono molto curati. Il volante è regolabile in altezza e si può variare l'inclinazione dei sedili.
Notare la maniglia interna della portiera.

Il formidabile posteriore della F40, inconfondibile biglietto da visita di questa vettura.

Le modifiche che mai furono

Se c'è una caratteristica che manca a questa F40 è lo sterzo. C'è però da dire che la linea Creator è più orientata ai dettagli che all'aspetto tecnico. Per quello esiste, per l'appunto, la serie Technics.

Ho comunque voluto fare un tentativo:

Il meccanismo, per quanto spartano, teoricamente funzionava. Dico "teoricamente" perché all'atto pratico la carrozzeria è talmente ribassata e a filo con le ruote che queste non potevano comunque ruotare, se non di pochi gradi.
Inoltre non volevo sacrificare la bellezza del vano bagagli, per cui non avevo ulteriore spazio di manovra per interventi più drastici.

Ma la verità è che questo set è fatto così bene, ogni pezzo si incastra in modo così perfetto che qualunque cambiamento tecnico potessi apportargli, mi sarebbe sembrato irrispettoso nei confronti del geniale creatore, Michael Psiaki.

Così il tutto è rimasto solo un piccolo esercizio di stile. :)

Nota

Il titolo di questo articolo è una citazione del grande Ayrton.

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