Il triangolo delle Bermuda

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Il triangolo delle Bermuda è divenuto celebre dopo che lo scrittore Charles Berlitz, nel 1974, pubblicò il libro 'Bermuda: il Triangolo maledetto'1Sperling & Kupfer, Milano 1976, ristampa BUR, 1980., che riuscì a vendere complessivamente la bellezza di diciotto milioni di copie in tutto il mondo.

Il triangolo in questione si trova nell'Atlantico ed è compreso tra Miami, le isole Bermuda e l'isola di Porto Rico. Secondo quanto narrato nel libro di Berlitz, all'interno del triangolo si sarebbero verificate misteriose sparizioni di navi e aerei. Giornalisti, scrittori e pseudoricercatori si sono sbizzarriti nella ricerca di una soluzione del 'mistero' delle Bermuda. Sono state ipotizzate anomalie del campo magnetico terrestre e del campo gravitazionale, vortici anomali di vento e acqua, deformazioni dello spazio-tempo, fino a tirare in ballo improbabili interventi da parte di esseri alieni o di misteriosi sopravvissuti della mitica civiltà di Atlantide.

Come al solito però, prima di fantasticare cercando una possibile spiegazione, occorre analizzare in modo corretto i fatti. È proprio dimostrato che la zona delimitata dal famoso triangolo sia teatro di così tante e misteriose disgrazie? Un esame attento di come siano andate realmente le cose fornisce inevitabilmente una risposta negativa. Molti dei naufragi attribuiti al triangolo sono in realtà accaduti a migliaia di chilometri di distanza.

L'illusionista e investigatore del paranormale americano James Randi si è preso la briga di posizionare, su una carta geografica, delle bandierine per ogni presunto disastro che, secondo Berlitz, sarebbe accaduto nella zona.2Si veda: J. Randi, Flim Flam: Fandonie, Avverbi, Roma 1999 e M. Polidoro, Misteri, Eco, Varese 1996.

Ebbene, su oltre 30 casi di incidenti accertati, soltanto quattro cadevano dentro il triangolo.
Molti altri disastri, in realtà, non sono mai accaduti e sono stati deliberatamente inventati.

I casi realmente accaduti inoltre, se esaminati attentamente, non appaiono affatto misteriosi. La loro causa è attribuibile di volta in volta all'inesperienza dei naviganti, ad avverse condizioni atmosferiche o ad altri eventi perfettamente naturali e interpretabili senza bisogno di scomodare fantasiose teorie. Infine, la cosa più interessante è che la zona di mare compresa nel famoso triangolo, in base alle statistiche degli incidenti, non appare per nulla più pericolosa di altre acque.

Un funzionario delle assicurazioni Lloyd's di Londra ha dichiarato che esistono molte altre zone di oceano altrettanto pericolose. Ma la conferma più convincente è che la compagnia londinese non si è mai sognata di aumentare i premi per le navi che navigano nella zona.

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