Ex libris III

Questo è un velocissimo articolo che riprende (e, speriamo, possa concludere) il discorso affrontato in Ex Libris ed Ex Libris parte seconda, sul miglior sistema di "marchiare" i libri della propria collezione.

La soluzione più recente consisteva nell'utilizzare un set di timbri per imprimere il mio logo, le iniziali del mio nome e la data in cui il libro è entrato ufficialmente nella mia libreria.

Con questo sistema ho rovinato parecchi volumi, anche pregiati. Dico "rovinato" perché, se un domani dovessi rivendere alcune delle mie proprietà, tale marchio non potrebbe più essere rimosso; e per molti collezionisti questo rappresenta un difetto.

Inoltre l'intera operazione porta via parecchio tempo e non è scevra da errori da distrazione, come abbiamo visto nei precedenti post. Inoltre, diciamocelo, non è nemmeno così piacevole alla vista (anche se devo ammettere di avere un debole per i timbri delle biblioteche, e l'idea di base, anche e soprattutto nei colori, era volto proprio a replicare questo aspetto).

Mi sono quindi ingegnato per trovare qualcosa di alternativo e molto meno drastico, fino a giungere a una procedura decisamente poco invasiva.

Si tratta di cartoncini, stampati su carta martellata (quella a buccia d'arancia che ho utilizzato con alcune mappe) con il logo apposto a mano tramite stampino, e la data di acquisizione del libro.

Ho rinunciato alle iniziali del nome, in quanto completamente inutili: se fra 100 anni qualcuno si ritroverà tra le mani un mio libro (ammesso che la carta delle pagine riesca a durare per tutto questo tempo), non gliene importerà un fico secco. Neppure delle altre informazioni a dirla tutta: la data serve a me per avere una sorta di cronologia visuale sulla crescita della collezione.

Tale cartoncino è incollato al libro tramite due puntini minimi di colla da carta, in modo che all'occorrenza possa essere rimosso senza provocare alcun danno.

Magari non starà sempre benissimo, specialmente nel caso in cui l'unico spazio disponibile abbia uno sfondo colorato. Ma ha un che di giaponeseggiante e io adoro smodatamente l'arte nipponica.

Certo, già che c'ero avrei potuto stampare anche il logo, ma trovo sia più naturale, imprevedibile e unico imprimerlo ogni volta manualmente (tra l'altro ho anche la possibilità di rifare tutto nel caso venisse male, così da evitare i disastri che ho commesso in precedenza).

Ecco un confronto all'americana sulle mie due edizioni verdi del '73 dello Hobbit (non per niente sono pubblicazioni americane). ;)

Si tratta dell'Ex libris definitivo? E chi lo sa. In ogni caso, con questo nuovo procedimento non distruttivo, lo potrò variare tutte le volte che mi verrà una nuova idea. :)

Aggiornamento: 28 Gennaio 2021

Mi è venuta un'idea migliore.

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