Tizio, Caio, Carneade e Pincopallo

Questa notte, come sempre mi accade a ogni inizio anno, ho ripercorso i principali avvenimenti di cui sono stato protagonista negli ultimi dodici mesi, cercando di analizzarne i lati positivi e quelli negativi.

Uno in particolare ha focalizzato la mia attenzione, soprattutto quando ho realizzato che me lo porto dietro da tutta la vita, ed è un comportamento abbastanza curioso.

Un minuto dopo che mi viene presentata una persona non ne ricordo più il nome.

Non ho una cattiva memoria ma ho un cervello molto poco capiente, per cui è di fondamentale importanza essere molto selettivo riguardo le nuove informazioni: tutto ciò che ritengo poco importante viene immediatamente cancellato, in modo da preservare spazio per ciò che mi interessa davvero.

Non è vero, è una cazzata, in realtà il nome non lo ascolto proprio!

Magari sto pensando ad allungare la mano, a stringere la sua, a chiedermi se c'è qualcosa da bere nei dintorni, a capire se mi sto divertendo oppure annoiando ma di sicuro non presto alcuna attenzione a chi mi sta di fronte. Come se il volume della conversazione si abbassasse subito prima del nome e poi venisse riportato alla normalità.
Questo già lo sapevo ma stanotte ho cercato di analizzare il motivo di tale bizzarria e benché non possa dire di avere una vera e propria spiegazione, ho comunque avanzato qualche fantasiosa ipotesi.

Nel mio costante odio per la gente, intesa come massa (poco) pensante e (molto) lamentosa, tendo a dividere la popolazione mondiale in persone interessanti e individui completamente inutili, in un rapporto tendenzialmente prossimo a 1:99; e parto sempre dal presupposto che, statisticamente, sia molto più probabile che mi vengano presentati esemplari appartenenti al secondo gruppo.

Insomma, mettetevi nei miei panni: nel mio piccolo mondo io sto bene, ho pochi ma buoni amici e istintivamente non sento il bisogno di ampliare tale cerchia. Mi sono quindi reso conto che il presentarmi a qualcuno di nuovo mi risulta, a livello inconscio, sostanzialmente fastidioso.
Sono facce che non ho mai visto, probabilmente non vedrò più e quindi mi viene da pensare che sto perdendo il mio tempo a fare qualcosa di non necessario che la mia memoria inevitabilmente cancellerà il giorno dopo.

Inoltre ho quella piccola vocina interna1]Spero l'abbiate anche voi altrimenti vuol dire che sono pazzo. che, a un piano meno consapevole rispetto alla normale conversazione esterna, continua a giudicare tutto e tutti in background con immagini mentali del tipo «faccia da scemo», «yuk! quel neo peloso vicino al naso», «ihhhhhihhhh, Furia, cavallo del West». Il che non aiuta a rendermi simpatico l'interlocutore.2Per carità, la vocina non è sempre perfida, spesso i commenti sono di tutt'altro genere, cosa che comunque rischia di distrarmi in egual misura dalla conversazione. ;)

Quindi, ricapitolando, quando mi viene presentato qualcuno questo viene inizialmente classificato come una sorta di potenziale "nemico". Una minaccia da contrastare, almeno inizialmente, a livello emotivo. A seconda dell'umore del momento riesco a rendermi moderatamente simpatico o piuttosto freddo e neutrale. Oppure, cosa che mi viene particolarmente bene se mi ci metto di cattiveria, metterlo a disagio, controversa abitudine che ho sviluppato fin da piccolo come autodifesa sociale verso persone giudicate (magari anche erroneamente) antipatiche.

Poi, però, a volte l'altra persona si dimostra sorprendentemente simpatica. Il ghiaccio si scioglie, chiedo nuovamente il suo nome passando per scemo smemorato e passo i successivi 10 minuti a ripetermelo mentalmente per non dimenticarlo, perdendomi il resto della conversazione.

Un fattore che non prendo mai in considerazione è che, avendo perlopiù amici simpatici e intelligenti (tranne quanti di loro dovessero capitare su questa pagina, naturalmente), è poco probabile che si circondino di persone antipatiche e stupide ma, in quel particolare momento in cui l'audio della sala viene ridotto a zero, non riesco mai a ricordarmelo.

Questo post non ha molto senso, perlomeno per voi che leggete, ma per me è sufficientemente importante.
Mi auguro che, avendo provato a esorcizzare tale fenomeno, magari la prossima volta riuscirò a concentrarmi maggiormente su quei magici due secondi e a evitare figuracce susseguenti.3C'è da dire, però, che ogni tanto mi capita di incontrare qualcuno che presenta apparentemente il mio stesso quadro clinico e la cosa mi rincuora. :D

Almeno con chi merita.

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