Gli operai emettevano suoni certamente genovesi, e Baudolino li abbordò subito nel loro volgare — anche se non in modo così perfetto da celare il fatto che non era dei loro.
«Che cosa fate di bello?» aveva chiesto tanto per incominciare il discorso. E uno di loro, guardandolo male, gli aveva detto che stavano facendo una macchina per grattarsi il belino.

Ora, siccome tutti gli altri si erano messi a ridere ed era chiaro che ridevano di lui, Baudolino (cui già bollivano gli spiriti a dover fare il mercante disarmato su una mula, mentre nel bagaglio teneva, accuratamente avvolta in un rotolo di stoffa, la sua spada da uomo di corte) gli aveva risposto nel dialetto della Frascheta, che dopo tanto tempo gli tornava spontaneo alle labbra, precisando che non aveva bisogno di macchine perché a lui di solito il belino, che le persone per bene chiamano uccello, glielo grattavano quelle bagasce delle loro madri.

Baudolino – Umberto Eco

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