Tarli 2

Non so, adesso mi sembra che stiano esagerando.
Devono essere stati dappertutto, dalla soffitta alla cantina, forse anche in quel soppalco col tetto spiovente dove non guardo mai perché ci vuole una scaletta – e lo stesso non ci arrivo -, e dentro è buio.

Avranno aperto bauli di cui avevo buttato la chiave, o forse persa in qualche trasloco, e scardinato, ma con le loro zampette abili e gentili, cassetti incastrati da grumi di polvere e scaglie di sapone.
Hanno esplorato la metà nascosta della mia casa, quella dove non vivo più. E non so proprio dove possano averla ritrovata, dato che sono sicura di averla buttata via tanti anni fa; era deformata, schiacciata, e perdeva i pezzi.

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Tango

Incipit che sto leggendo 'mazurca para dos muertos' sdraiato sul divano e suona il campanello. Penso a un idiota in vena di scherzi o a Ictus, l'alcolizzato del terzo piano, che non trova le chiavi e schiaccia i pulsanti a caso; chi altro può essere a quest'ora di notte?

Riprendo a leggere, risuona il campanello. Prima non ci avevo fatto caso: è il trillo del pianerottolo, non quello dabbasso. Ora sono sicuro; è Ictus che non riesce a infilare la chiave nella toppa di casa sua e ha bisogno di qualcuno con una mira migliore. Mi dirigo senza fretta verso l'ingresso e intanto studio una battuta di circostanza, mi accorgo di avere un gran sonno.

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Tarli

Sono tornati.

Non so chi siano né come facciano ad entrare e uscire indisturbati, eppure ogni tanto passano da casa mia mentre sono fuori e combinano qualcosa.

Ogni volta una novità, e tutte incomprensibili. Non fanno danni, no, non rompono oggetti né lasciano scritte sulle pareti. Non rubano nemmeno, tutt'al più a volte ho notato che avevano spostato qualcosa, ma non mi è mai mancato niente. Loro lo sanno che sto fuori tutto il giorno e nessuno può controllarli. Entrano senza scassinare la porta, senza spaccare vetri, come se avessero le chiavi o meglio ancora come se passassero attraverso le fessure.

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