Media cottura. Anzi, ben cotte!

Nelle belle giornate di sole le mie tartarughe (d'acqua) escono dal laghetto e si arrampicano sugli scivoli di legno e sulle pietre calde a godersi il tepore.

Foto mia, tartarughe pure. :)
Foto mia, tartarughe pure. :)

Ho preso l'abitudine, da qualche tempo a questa parte, di uscire in giardino ogni ora e camminare dai cinquecento ai mille passi; perché lo dice il Fitbit — e io del Fitbit mi fid(av)o — e perché pare faccia bene. Anche e soprattutto a livello mentale: staccare dalle incazzature della vita quotidiana, anche per pochi minuti, aiuta ad arrivare a sera senza doversi macchiare le mani del sangue di qualcuno.

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Short story long

Ovvero, come rendere lunga e noiosa una storia brevissima.

Sin dall'inizio della mia avventura su Facebook il mio *legittimo* nome americano, Lock Eb dall'Oklahoma, o dal Nebraska, o dalla ridente cittadina di Bee, o da-dove-non-ricordo-più, sembra aver creato grandi problemi alle formichine del portale.
Non gli è mai piaciuto.

E così, già in un paio di precedenti occasioni, sono stato obbligato a inviare loro un certificato di identità naturalizzata italiana, con cui dimostrare la mia appartenenza alla presente dimensione, al genere umano e alla categoria persone-degne-di-partecipare-al-grande-circo-dei-social-network (con-grandi-premi-e-cotillon)

Solo che, a quanto pare, il mio documento è di tipo autodistruttivo. Ogni due anni circa se lo perdono e salta fuori uno, col cappellino blu e una grande F sopra, che grida «HABEMUS IMPOSTOR! SACRILEGIO! ALLO ROGO!»

E tirano giù la serranda per una settimanella, in modo che possa andare in onda il magico teatrino del «tu non sei Lock Eb». «Sì, io sono Lock Eb». «Ma no che non lo sei». «Ti dico di sì». «Giura!». «Ecco, visto?». «Hai le dita incrociate». «Ma no, quella è artrite». E via così, fino a quando si convincono.

O mi mandano per davvero allo rogo.

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Tizio, Caio, Carneade e Pincopallo

Questa notte, come sempre mi accade a ogni inizio anno, ho ripercorso i principali avvenimenti di cui sono stato protagonista negli ultimi dodici mesi, cercando di analizzarne i lati positivi e quelli negativi.

Uno in particolare ha focalizzato la mia attenzione, soprattutto quando ho realizzato che me lo porto dietro da tutta la vita, ed è un comportamento abbastanza curioso.

Un minuto dopo che mi viene presentata una persona non ne ricordo più il nome.

Non ho una cattiva memoria ma ho un cervello molto poco capiente, per cui è di fondamentale importanza essere molto selettivo riguardo le nuove informazioni: tutto ciò che ritengo poco importante viene immediatamente cancellato, in modo da preservare spazio per ciò che mi interessa davvero.

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