Oopsie Zippo

Ci sono oggetti, nella nostra vita quotidiana, che sembrano fatti per essere maneggiati. Indipendentemente dalla loro funzione, o dal bisogno che ne abbiamo in un determinato momento, il solo toccarli ci provoca piacere. O, perlomeno, lo provoca a me.

Non riesco a guardare un film, una serie TV o un filmato Youtube senza avere qualcosa tra le mani da spippolare (battute su quando guardo PornHub in 3… 2… 1…). Può essere una moneta, un dado, la fighissima medaglia a forma di ingranaggio della limited edition di Gears of War, il cubo di Rubik, un fidget spinner in bronzo… o un accendino.

Ho sempre amato gli Zippo.

Pur non fumando.

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Pocket Mathom

Nei tre anni in cui è uscita al cinema la trilogia sullo Hobbit di Peter Jackson (della quale ho parlato ampiamente qui e qui), ho completamente ignorato qualsivoglia informazione a riguardo (franchise compreso).

Non l'ho fatto naturalmente per timore di spoiler — d'altra parte lo Hobbit lo rileggo almeno una volta all'anno — ma perché mi piace lasciarmi travolgere dalle emozioni tutte insieme. Tanto per dire, i primi due film li ho guardati solo la sera prima dell'uscita nelle sale del terzo capitolo.

In questo modo mi sono perso tante chicche interessanti, che ho dovuto andare a recuperare svariati anni dopo (non avevo preso molto bene l'opera di Jackson, quindi l'avevo disconosciuto per qualche tempo).

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Una calda coperta per Bilbo

Non è calda e non è neppure una coperta, ma mi piacciono i titoli d'effetto. :)

Quando Adelphi, quasi 50 anni fa, ha pubblicato la prima edizione italiana dello Hobbit, apparentemente la qualità dei materiali non è stata la sua principale preoccupazione.

È un libro che si presenta piuttosto povero, benché appartenesse (e appartiene tuttora, visto che dal 1973 continua a essere stampato in questa veste) alla collana deluxe dell'azienda.

La copertina e (soprattutto) il dorso della mia edizione risultano alquanto disastrati, non tanto per l'integrità strutturale del volume, ma per il fatto che quello specifico cartoncino sembra essere molto sensibile al passare del tempo: ha infatti la tendenza a macchiarsi e a imbrunire facilmente, al semplice contatto con la luce. Non essendo un chimico, le mie sono naturalmente soltanto supposizioni; non so a quali torture può averlo sottoposto il precedente proprietario, però non mi è mai capitato di trovare in vendita copie, non dico perfette, ma che non presentassero analoghi problemi di scurimento.

Ho quindi deciso, fin da subito, di fabbricare una sorta di protezione intorno al libro, che gli consentisse però di "respirare".

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Sopracoperte à gogo

Questo articolo contiene una serie di sopracoperte che ho creato e fatto stampare presso la mia tipografia di fiducia nel corso degli anni. Qualcuna ha un articolo dedicato, qualcuna no; perché probabilmente non c'era molto da dire in merito.



Sopracoperte reali

Appartengono a questo gruppo i facsimili delle sopracoperte originali. Una volta stampate, calzano sul relativo libro come un guanto.

The Hobbit – Allen and Unwin (1959 e 1961)

Seconda edizione UK

La riproduzione della sopracoperta della seconda edizione inglese dello Hobbit (undicesima e dodicesima impression). L'ho utilizzata per vestire il mio secondo tesssoro (e quello di un amico), che ne era sprovvisto.

È stampata su un cartoncino opaco a 150g, come l'originale.

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La prima edizione italiana (1970) del Signore degli Anelli

Nota

Ho rifatto la sopracoperta, questa volta per davvero. :)

Sì ok, la prima apparizione del Signore degli Anelli si è rivelata ai lettori del nostro paese con le sembianze dell'Astrolabio; ma, dal momento che conteneva soltanto i primi due libri1Chiariamo questo punto perché può risultare un po' ambiguo: le vicende narrate nel Signore degli Anelli sono suddivise in sei parti (libri). Nelle edizioni in tre volumi, ognuna ne contiene due. non è mai stata considerata completa. Quindi l'edizione Rusconi del 1970 può a buon diritto definirsi la "prima vera edizione italiana".

Ho sempre adorato questo grosso tomo, la cui particolarità è il dualismo nella colorazione: il lato frontale è bianco, quello posteriore nero, quasi a rappresentare l'epico scontro tra le forze del bene e quelle del male che si svolge all'interno della storia. Il prezzo di vendita online è un po' altino, per cui mi sono creato una "copia per poveri" fino a quando non ho avuto un piccolo colpo di fortuna.

L'immagine fa un po' schifo ma non sono riuscito a trovarne una migliore. È un volume molto timido, che si fa vedere poco in giro e, quelle poche volte, non viene mai fotografato come meriterebbe.

Al momento i prezzi delle opere di Tolkien stanno subendo una bolla speculatoria senza precedenti. A seguito della causa legale che ha portato Bompiani a sostituire la traduzione di Vittoria Alliata con quella di Ottavio Fatica (qui puoi leggere qualche informazione in più) il costo di tutti i suoi libri, a torto o a ragione, è schizzato alle stelle.

Per questo motivo ho deciso di tirare i remi in barca e lasciar passare la tempesta, in attesa di tempi migliori per recuperare i libri nella mia wishlist.

Non mi è però passata la voglia di sperimentare. Ho pertanto deciso di riprodurre questa iconica copertina, ad opera del grande Piero Crida, e applicarla a una differente edizione un po' meno pregiata che ho nella mia libreria.

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