Compagni di scuola

A oltre vent'anni dall'accaduto ho ricevuto questa terribile notizia riguardante una mia compagna di banco delle scuole medie. Sono cose che ti lasciano senza fiato perché, anche se ci si perde di vista, pensi che vada sempre tutto bene.

Stavo leggendo il primo articolo che ho trovato su Internet e ho notato un diverso registro narrativo rispetto alle notizie che ci vengono sbattute in faccia oggi. Non so bene identificare cosa sia ma si sente più rispetto, più umanità, meno sensazionalismo, meno retorica. Ma soprattutto nessuna intervista inutile a inutili testimoni con domande stupide e scontate.

Ciao Silvia, scusa il ritardo e grazie per avermi sopportato con infinita pazienza. :'(

Varallo Sesia (Vercelli). Sfumano coperti dai nuvoloni che attanagliano bassissimi il Sacro Monte, i profili delle antiche cappelle e delle casacche dei soccorritori arrampicati sulla frana dei 14 morti.
Gli occhi puntati con ansia verso il tronco in bilico a metà della montagna squarciata. Se resta immobile vuol dire che la terra non si muove. Se no, bisogna fuggire a precipizio abbandonando, con le ricerche delle vittime, ruspe, pale e picconi.
Il buio scende presto in Valsesia e alle 15 di ieri Ghibli, un pastore tedesco che ha sul groppone anche il crollo della Torre di Pavia, e la sua squadra a quattro zampe possono tornare alla base dei Cinofili volontari di Cormano (Milano). Missione compiuta a Varallo. Grazie al loro fiuto recuperati tutti i 14 corpi sepolti sotto il pezzo di monte gonfio di pioggia rovesciatosi sabato notte su tre case.

Corriere della Sera – 8 novembre 1994

Nessun superstite da segnare nell'elenco dei dispersi. L'ipotesi che, chissà, magari qualcuno della festa nella tavernetta si fosse salvato in una nicchia fra le tonnellate di detriti si è rivelata una speranza impossibile. Nel luogo dove i cani continuavano ad abbaiare è venuta fuori a colpi di piccone una tavola e poi, uno dopo l'altro, i corpi del professor Valerio Pappalardo, della fidanzata Marina, venuta su da Catania per passare insieme le feste dei morti, e degli altri amici.
Molti dei cadaveri sfigurati non risultano ancora identificati dai parenti che hanno continuato a sfilare con gli occhi rossi nella camera mortuaria. Ma come numero, purtroppo, ci siamo. In ospedale, ancora incredula di essere al mondo, è ricoverata la famiglia Roux, padre, madre e figlio. Sono rimasti solo con il pigiama.
I genitori, Mario ed Ercolina, sono stati svegliati dal boato «Non so come, non ci siamo fatti nulla — raccontano — ma eravano imprigionati in camera da letto. Gridavamo, chiamavamo nostro figlio di cui non sapevamo nulla».
Il figlio Roberto, 23 anni: «Avevo appena accompagnato a casa Rossella, la mia ragazza. Mi toglievo le scarpe in bagno ed è successo il finimondo. Sentivo le invocazioni dei genitori. Io fischiavo, ma non mi sentivano».
Mezz'ora dopo da un buco si è tesa una mano.

Vivi anche Francesco e Nelly Gualdi, schizzati in strada un attimo prima che la casa fosse cancellata dalla frana.
Le altre sono storie di morte. La prima salma localizzata dai cani è stata quella di Tersilia Guglielminetti, 82 anni, sorpresa nel sonno. Al terzo piano dormivano invece Renzo e Angela Camaschella e la figlia Laura. Al piano di sotto il mostro di fango ha sorpreso due fidanzati del Milanese, Silvia Malinverni di San Donato e Luca Campagna di Peschiera Borromeo. E più giù ancora si svolgeva la festicciola del professor Pappalardo: con la fidanzata Marina e la sorella di questa, Grazia, c'erano due colleghi, Antonio Catalano e Graziano Mammana.
Angela, di Borgosesia, non stava bene ed è tornata casa. Della tragedia ha saputo più tardi per telefono.

A Varallo, stretta fra le montagne ancora fradicie, si scruta con paura il cielo sempre cupo e quel tronco miracolosamente in bilico. Rabbia fra gli sfollati, chi controlla più le acque?

«Rientreremo — esclama Adriana Daffara — solo quando la zona sarà risanata. Per due giorni il Sacro Monte ha continuato a rovesciare acqua come da enormi rubinetti».
«È la tragedia più grave nella storia della valle — dice il sindaco Pierangelo Pitto, da 48 ore in piedi a coordinare gli aiuti — Mi sento però inutile, impotente».

Per due giorni anche Ghibli con Ursus, Greta, Tosca, Lugo, Kim, Lota e Diana si è alternato ad annusare le macerie fra le quali gli uomini brancolavano senza bussola, a turni di 25 minuti. «Poi li portavamo via perché scaricassero la tensione giocando a palla o mangiando un biscotto», spiega il responsabile dei cinofili Francesco Raguso. «Il migliore? Tutti migliori. A cominciare da Tosca, la più giovane».

Corriere della Sera – 8 novembre 1994
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