Dai, stavo scherzando… :)

L'ultimo post che ho scritto sul variegato mondo di Zippo, ovvero l'acquisto dell'American Spirit, si chiudeva con una frase, nascosta a fine articolo, che appariva soltanto evidenziandola col mouse:

Si trattava chiaramente di una battuta (sincera!), e lo è stata fino a pochi giorni fa. Adesso potrei scrivere "sì, ma stavolta è davvero l'ultima", ma mi sono reso conto che non sono più in grado di promettere nulla, né di apparire credibile. Ne prendo pertanto realisticamente atto. :)

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Giuro che è l'ultimo!

È vero, avevo detto "uno Zippo ogni due anni, altrimenti Mian mi butta fuori di casa". Ma io dico tante cose e poi lei mi perdona sempre. Qualche giorno dopo aver acquistato il World Map, mi aveva regalato un piccolo vassoietto in bambù per tenerli a portata di mano senza rovinare il tavolino in vetro e legno che si trova davanti alla TV (perché, come sai, per me gli Zippo sono dei fidget coi quali giocherellare durante la visione dei film).

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Zippo World Map

Due anni e mezzo fa ho acquistato un meraviglioso Oopsie Zippo, che ancora oggi amo alla follia e non ha mai smesso di essere un fedele compagno di tutte le mie fantasie (innocentemente) incendiarie.

Si tratta di una variante armor, vale a dire che l'accendino ha uno spessore delle pareti maggiore di quello degli Zippo standard. Tale caratteristica, oltre a renderlo più resistente agli urti e a conferirgli un peso più consistente, permette di poterlo incidere con meravigliosi disegni tridimensionali. Infatti, diversamente dai modelli con le placche incollate, è composto da un unico pezzo di metallo lavorato.

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Grazie ❤️

Quando poco meno di due anni fa mi sono accinto1Quanta cultura su questo sito, eh? ;P per la prima volta a disegnare mappe con la tavoletta grafica, pensavo sarebbe stata un’avventura mordi e fuggi.

D’altra parte la mia intenzione era semplicemente tradurre in italiano le tre mappe inglesi del Signore degli Anelli in previsione dell’uscita della nuova traduzione, per gustarmi appieno la lettura.

Oggi ho perso il conto di quante ne abbia realizzate. Alcune svariate volte, seguendo quella vana Morgana di illusoria perfezione che mi spinge spesso a rifare da capo molti lavori.

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The Lord of the Rings: la prima edizione

Fra le mie numerose cattive abitudini sul blog c’è quella di abusare di titoli un po' troppo iperbolici e fantasiosi; al punto che non sono quasi mai in grado di ritrovare al volo gli articoli, qualora ne avessi la necessità. Quando ho acquistato la prima edizione italiana dello Hobbit, l'intestazione che ho utilizzato è stata "Il mio tesssoro"; per la seconda edizione inglese ho scelto "Il mio secondo tesssoro". Quindi, a rigor di logica, il presente post si sarebbe dovuto chiamare "il mio terzo tesssoro", "il mio tesssoro più grande", o qualcosa del genere.

No dai, basta! :)

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Oopsie Zippo

Ci sono oggetti, nella nostra vita quotidiana, che sembrano fatti per essere maneggiati. Indipendentemente dalla loro funzione, o dal bisogno che ne abbiamo in un determinato momento, il solo toccarli ci provoca piacere. O, perlomeno, lo provoca a me.

Non riesco a guardare un film, una serie TV o un filmato Youtube senza avere qualcosa tra le mani da spippolare (battute su quando guardo PornHub in 3… 2… 1…). Può essere una moneta, un dado, la fighissima medaglia a forma di ingranaggio della limited edition di Gears of War, il cubo di Rubik, un fidget spinner in bronzo… o un accendino.

Ho sempre amato gli Zippo.

Pur non fumando.

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Buone feste 2020! (all'ombra della Montagna)

Quest'anno così travagliato è ormai giunto agli sgoccioli. È tempo di alberi, presepi, auguri e regali; come tradizione, quindi, mi sono messo all'opera per realizzare qualche pensierino per amici e parenti.1Tranne quelli serpenti, che i regali non li vedranno nemmeno in foto. O forse sì, se leggeranno questo articolo. :)

Il bigliettino che accompagna le strenne è per me ancora più importante dei doni stessi, perché è qualcosa di personale: è una dichiarazione scritta dei sentimenti che proviamo, e deve giungere a segno toccando le corde del cuore. Per questo motivo preferisco crearlo a mano ogni Natale. Questa operazione mi porta via alcuni giorni ma, siccome i regali li acquisto nel corso dell'anno (quando trovo qualcosa che è perfetto per qualcuno), è l'unica incombenza che mi rimane prima di stappare lo spumante e tagliare il panettone.

Adoro i libri popup; quelli che, quando li apri, ti spunta un vero castello davanti agli occhi. O un drago, o un paesaggio montano, oppure una battaglia. Ecco, in questo 2020 volevo qualcosa di treddì.

Mi sono messo quindi a sperimentare, come sempre con righello, taglierino e un sacco di carta…

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Il mio secondo tesssoro!

Oops!… I Did It Again

Credo che non avrò mai le possibilità economiche, o la follia, o il permesso di Mian, o il coraggio di acquistare una prima edizione inglese dello Hobbit, pubblicata nel lontano 1937 in sole 1.500 copie1Molte delle quali sono andate perdute nel tempo e in un grande incendio nel magazzino di Allen & Unwin. :(

Dovrò accontentarmi e farmi andar bene la mia facsimile edition, che non sarà del tutto originale, ma ne è una copia esatta al 100% 95%.

E allora? E allora, dopo la prima italiana di alcuni mesi fa, mi sono comprato una seconda edizione, originale, inglese. Si tratta di una dodicesima impression del 1961, per cui non propriamente rarissima (anche se ne sono state stampate solo 2.500 copie), ma, ehi, è pur sempre una seconda edizione!2Una piccola curiosità: questo libro è una seconda edizione perché c'è scritto nella pagina delle informazioni (vedi sotto). Ma, parlando recentemente con un collezionista inglese, alcuni ritengono che è possibile anche definirla una "prima edizione, dodicesima impression".
Sinceramente mi sembra una forzatura (leggi → cazzata), però è anche vero che la impression (una sorta di ristampa) si riferisce sempre alla prima edizione.

Potrei dire semplicemente "ho una dodicesima impression" oppure, se devo proprio aggiungere questo termine perché suona figo, sarebbe forse più corretto dire una "ottava impression della seconda edizione".

O forse no.

La verità è che le case editrici inglesi un tempo facevano dei casini assurdi. :D

Ma perch… ma com… ma se avevi det…EH LO SO! L’avevo detto.

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Tolkien: Maker of Treasures

Dal 1° giugno al 28 ottobre del 2018 si è svolta a Oxford quella che molto probabilmente è stata la più grande mostra dedicata a J.R.R. Tolkien e alle sue opere.

Ho sempre amato lo Hobbit e il Signore degli Anelli sopra ogni altra cosa ma non ho mai sentito la necessità di ampliare le mie conoscenze riguardo il loro prolifico autore. Certo, ho letto il Silmarillion (lo sto, tra l'altro, rileggendo in questi giorni) e tutti gli altri suoi racconti, ma non mi sono mai addentrato all'interno del suo mondo, e delle ragioni che l'hanno spinto a crearlo in maniera così credibile.

Fino a quest'anno quando, divertendomi a disegnare qualche mappa, mi è improvvisamente scoppiata la voglia di saperne il più possibile. Tagliando corto, la mia scarna libreria si è ampliata a dismisura con volumi interessantissimi, incentrati sulla biografia, i linguaggi, la Terra di Mezzo e le sue creature.

Uno di questi è Tolkien: Maker of Middle-Earth, un meraviglioso table book (ovvero un tomo di dimensioni così considerevoli che va letto appoggiato a un tavolo o una scrivania) stampato apposta per la mostra di cui sopra, e che racchiude tutto il materiale che è stato mostrato a Oxford. L'esibizione me la sono persa perché non ne avevo proprio sentito parlare ma adesso, invece di mangiarmi le mani, posso felicemente sfogliare questo immenso volume e far finta di essere là. Non è la stessa cosa, naturalmente, ma è documentato così bene da non farmi rimpiangere la lunga coda per accedere alla Weston Library in una piovosa giornata inglese.

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La prima, prima edizione

Sottotitolo: Eccallà, doveva succedere…

Il 21 Settembre del 1937 usciva in Gran Bretagna la prima edizione dello Hobbit. Non era un'edizione brutta, sudicia e umida, piena di vermi e intrisa di muffa, e nemmeno un'edizione spoglia, arida e scarna, senza niente da leggere o da sfogliare: era un'edizione hobbit, vale a dire comoda.

Stampata con una tiratura di sole 1.500 copie presentava, stampata in quattro colori (a opera dello stesso Tolkien), una meravigliosa sopracoperta sulla quale, in modo estremamente schematico, era raffigurato l'intero viaggio della Compagnia di Thorin Scudodiquercia verso la Montagna Solitaria. A dirla tutta, nel disegno originario di Tolkien c’erano cinque colori — il drago Smaug e il sole avrebbero dovuto essere rossi — ma l'editore, George Allen & Unwin, ha ritenuto l'aggiunta di una quinta tonalità troppo dispendiosa.

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