Vacanza virtuale

No, non sono sparito, mi sono solo concesso una vacanza virtuale.
Da qualche mese frequento un newsgroup tecnico americano, un po' per bisogno, un po' per diletto, un po' per perfezionare quella sorta di Inglese maccheronico che si impara a scuola, istituti superiori inclusi.

Frequentare un punto di ritrovo straniero non è cosa facile all'inizio. Si provi a immaginare quando uno straniero entra in uno dei newsgroup che frequentiamo regolarmente e porge una domanda. Non mi riferisco a macchiette bavaresi che chiedono specifiche tecniche con un'accozzaglia di termini teutonici incomprensibili, faccio riferimento a quelle persone che hanno un minimo di volontà di espressione cercando nel loro piccolo di farsi capire in inglese, magari con un ironico frasario tradotto da Altavista 5 minuti prima.

Ebbene, quante volte, linguaggio corretto o meno, viene instaurato un dialogo con uno straniero? Ben poche, purtroppo. La stessa cosa è accaduta a me, all'inizio. Devo ammettere che ho capito solo alcuni giorni dopo di essermi espresso in un inglese da dizionario che gli americani non gradiscono molto. Non che sia oggetto di pregiudizio, ma per il fatto che si da immediatamente l'impressione del soggetto di passaggio, cosa che quasi sempre stimola poco i lettori a una risposta. Ho quindi capito che per prima cosa dovevo imparare a parlare come loro, o quasi, se avessi voluto inserirmi con un minimo di considerazione. Così fu, tre o quattro settimane sono sufficienti per trasformare un pochino di quel Zanichelli che c'è dentro di noi per farlo diventare qualcosa di amichevole. L'inglese americano differisce molto da quello Made in Britain, non tanto per la terminologia, quanto per l'uso e scioltezza di espressione. Tuttavia, avendo avuto modo di dialogare con persone Inglesi, mi rendo conto che il vero inglese diverso è quello che abbiamo imparato o a scuola, o con le cassette nel mangianastri, o tramite i CD.
Non è necessario esprimersi con termini slang del tipo «see'ya», tuttavia, una certa dimestichezza è ben apprezzata, soprattutto nelle espressioni di sconcerto, stupore e ironia.

Una delle cose che un 'niubbo straniero' pensa di esprimere più correttamente sono le espressioni di risata. Niente di più sbagliato. Non ridiamo tutti allo stesso modo. La stessa cosa per altre espressioni di sentimento. Se nello stivale ridiamo con i tasti scrivendo «ahahah» o «eheheh» con un americano dovremmo esprimerci in modo più colorito, altrimenti passeremmo per persone fredde, e quindi, via, pompare le risate con «Bwaaaahwaahahahah» «Whoooohohohoh», parole che nel postare in italiano farebbero sorgere spontanei thread con risposte del tipo «stai calmo» «non agitarti» e altre non di certo educative.
L'onomatopeicità della loro espressione è molto accentuata ma non di certo frequente, non per una apparente freddezza, quanto quasi a riservare certi comportamenti agli incontri dal vivo, esagerare con tali espressioni equivale a spacciarsi per tamarri, quasi non ci fosse una via di mezzo.

La comunità che frequento è popolata da persone di tutte le età e una delle cose che stupiscono di più è la presenza di persone anche oltre i 60 che frequentano il web con le webTV, quelle tastiere che si collegano al televisore che qui in Italia hanno riscosso lo stesso successo della carta igienica in lamierato Fe2 UNI. Una delle cose che ci devono far capire che qualcuno digita usando la webTV ed è anziano, è il fatto che i messaggi vengono scritti in maiuscolo, non per urlare, ma perché faticano a leggere i caratteri sul televisore. L'amico Bill Turner (che i 60 anni li visti qualche anno fa) fa un po' di fatica a leggere i post e quello che scrive, per cui scrive costantemente in maiuscolo, scusandosi alla fine di ogni post con una sign che recita, oltre al proprio indirizzo di casa, «PLEASE EXCUSE CAPS, STROKE, SHORT ANSWERS».
Quella di mettere il proprio indirizzo nella firma è una consuetudine che qui da noi fa rizzare i capelli, per loro, invece, è sintomo di apertura sociale, di 'coscienza a posto', in pratica, se uno non ha niente da nascondere, perché dovrebbe omettere il proprio indirizzo? Noi risponderemmo: per evitarne un uso improprio. Vero, ma loro sembrano non preoccuparsene affatto, il che non è vero, ma, in linea teorica e forse anche ideologica, proibire la visione dell'indirizzo è quasi un limitare quella libertà che loro portano scritta in fronte.
Certo sulla libertà ci sarebbe molto da discutere, ognuno avrebbe da dire la sua, certo è che a volte si rimane stupiti quando si viene a sapere che in alcuni stati è proibito scrivere parole come 'incesto' nei post, oppure che in altri stati è vietata la vendita di colla in siringhe dopo che i tossicodipendenti squattrinati erano arrivati ad utilizzare quelle gettate via perché la colla era finita.

Libertà quindi, ma fino ad un certo punto. E qual è questo punto? Qual è il confine che delimita quello che si può fare e quello che non si può? Difficile da dire non vivendo in prima persona la loro quotidianità, in linea generale si potrebbe dire che la persona è libera di fare e disfare purché non nuoccia alla società americana, incluso il vicino di casa. Per la maggior parte questa libertà si basa su linee comportamentali che creano un by-pass tra i nostri scrupoli. questo non vuol dire che un assassino non viene punito, solo che, ad esempio, se qui da noi ti salta in mente di mettere i mobili in giardino e di dipingerli di arancione fluorescente usando una scopa, sicuramente terminerai la giornata con quattro pattuglie dei Carabinieri, due ambulanze, uno psicologo e due psichiatri; da loro non ci sarebbe niente di strano, ognuno è libero di fare quello che vuole, anche di rubarti l'idea e di fare la stessa cosa il giorno dopo.

Alla ricerca di informazioni tecniche mi sono imbattuto in un tipo di età intorno ai 45 anni che ha l'hobby degli esperimenti in alta tensione. Ebbene, costui aveva approntato in giardino due tralicci di 5 metri ciascuno sormontati da due sfere ricoperte di metallo del diametro di un metro. Dava tensione ai tralicci facendo scoccare una scintilla prolungata tramite condensatori dell'ordine di circa 10.000 Volt. Lamentava il fatto che alcune barre di ferro a distanza di 25 metri dai tralicci si caricassero di elettricità statica e chiedeva se tale fatto potesse essere agevolato dalle 4 piante che stavano un fila sulla traiettoria, perché in tal caso le avrebbe tagliate in quando determinavano una perdita di accumulo delle cariche sulle sfere durante la scarica. Provate ora voi a pensare quale fu il rimedio… direte che è talmente matto che avrà tagliato le piante, sbagliato, ha alzato due schermi alti dieci metri in rete metallica, collegati a terra come schermature, vantandosi così che il botto della scarica adesso era udibile a più di un miglio di distanza anziché ¾ di miglio come in precedenza e quindi si confermava la sua ipotesi di una perdita di cariche dovuta agli alberi. Ecco, immaginate se un Italiano, anche in aperta campagna, si permettesse di creare fulmini in giardino: arresti domiciliari nel reparto di psichiatria del più vicino ospedale.
La libertà, per loro, è eludere quegli scrupoli che noi ci facciamo nella quotidianità, dal colore del vestito alla casalinga che si alza al mattino presto per fare da mangiare anche per gli ospiti (da loro l'ospite si apre il frigo senza troppe storie, si serve da solo, mangia quando vuole, dorme quando vuole, ecc… cose che per noi possono apparire da maleducati).

Insomma un mondo tutto diverso che merita di essere osservato ma capito in quella che è la loro teoria di vita, giusta o sbagliata ci possa apparire. Abbiamo molto da imparare da loro come loro da noi, e non mancheranno episodi di cordialità e confidenza reciproche, dopo un buon inserimento ovviamente.
Dopo aver fatto loro capire che non vogliamo nuocere alla loro libertà e che non siamo i maccheroni mafiosi di turno.

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