Questo sabato, finalmente, siamo riusciti ad andare a Hydromania, il parco acquatico di Roma. Era un evento pianificato da tempo ma ogni volta succedeva sempre qualcosa (pigrizia, centri commerciali, dormite fino a tarda ora, ecc.) che ce lo impediva. Invece questa volta ci siamo messi d'impegno e ce l'abbiamo fatta.
Arrivo alle 9.30, coda chilometrica per il biglietto ma ce la siamo sbrigata piuttosto in fretta. Hydromania è più grande dell'Aquapiper (l'altro parco in provincia di Roma) ed è diviso in varie zone collegate da piccoli sentierini labirintici: serve un po' di pratica per orientarsi, almeno all'inizio.
Abbiamo trovato una zona poco trafficata in fondo al parco, con lettini, ombrellone e una splendida vista su una parte delle piscine. Si tratta in pratica di una terrazzina all'aperto, abbastanza distante dalle attrazioni ma anche dal rumore di vicini rumorosi. Alla fine qualche bambino è arrivato lo stesso ma pazienza.
Nonostante ci fosse parecchia gente il parco non dava l'impressione di essere affollato, con l'eccezione degli scivoli.
Per accedere a quelli più popolari alcune code duravano 20 minuti o anche più.
Pertanto ci siamo messi comodi e, nella speranza che gli impazienti avventori esaurissero subito le proprie energie, abbiamo aperto le sdraio e salutato il nuovo sole.
- Questo è l'unico scivolo che ha fatto Mian, e una volta sola.
- A mio avviso il più bello del parco, si cambia spesso direzione e si arriva in fondo completamente disorientati.
- Il peggiore. Si sballonzola a destra e sinistra e verso la fine si prende una botta al collo non indifferente.
Il Kamikaze: 22 metri d'altezza per 76 Km/h di velocità, almeno sulla carta (e sul cartello). L'ho dovuto fare 4 volte perché si scende così in fretta che scattare la foto (sì, quello sono io!) è un'impresa quasi proibitiva. Ho anche scoperto che comincio ad avere un'età in cui simili traumi andrebbero evitati.
Chiusura in bellezza con schiumata generale. Un addetto del parco ha azionato un cannoncino che sparava schiuma, e tutti dentro a saltare e farsi ricoprire come pupazzi di neve.
C'era qualche bambino ma la stragrande maggioranza era composta da adulti, a dimostrazione del fatto che non si cresce mai del tutto.
Tirando le somme è stata un'altra splendida giornata ma, a onorare la tradizione, solita superbruciatura a spalle e schiena (solo io, visto che furbamente Mian è rimasta all'ombra per la maggior parte del tempo).
Ma, noi uomini duri, sopportiamo anche questo, senza piangere (troppo).
Stupidaggini, le file durano un'ora.
Stefano, guarda che l’articolo è di 14 anni fa!
Come siano oggi le code non ne ho idea, ma nel 2008 erano come ho scritto nell’articolo.