Smart Trapper

All'inizio erano sostanzialmente una moda. Poi si è capito che, presi con moderazione e con lo spirito giusto, i "braccialetti elettronici" rappresentavano un ottimo strumento motivazionale per tenerci (un po' più) in forma. Oggi stanno diventando uno strumento indispensabile: così come gli smartphone hanno lentamente mandato in pensione le macchine fotografiche, i moderni smartwatch e sport tracker (ma hanno una infinità di nomi: smartband, fitness band, ecc.) minacciano di fare lo stesso con i nostri amati orologi.

Pip-Boy 3000... Prima o poi ci arriveremo! :)

Questo non sarà un articolo sulle differenze tra i vari dispositivi, anche perché comincia a essere difficile classificarli; diciamo che in linea di massima si dividono in due grandi famiglie: quelli che di fatto sono piccoli computer, in grado di far girare le più svariate applicazioni (tipo Apple Watch per intenderci), e quelli il cui unico scopo è curare il nostro benessere fisico. I primi vanno mediamente caricati una volta al giorno (massimo due o tre), i secondi possono durare anche (oltre) un mese con una singola carica.

A me interessano i secondi. Combatto già abbastanza con computer, tablet e smartphone per avere la forza di incazzarmi con un ulteriore oggetto del demonio. Quel che è certo è che, una volta entrati in questo mondo, non se ne esce più.

Di seguito la mia esperienza personale con questi interessanti dispositivi.

Nota

L'anno indicato si riferisce a quando li ho utilizzati, non a quando sono usciti.

Xiaomi Mi Band

Xiaomi Mi Band

Anno: 2015

Prezzo: 16 euro

Giudizio:

È stato il primo. All'epoca ero completamente ignaro di cosa potesse o non potesse fare un Fitness tracker (era ancora troppo acerbo per essere definito "sport tracker").
In sostanza contava quanti passi facevo ogni giorno e quante ore dormivo, stop. Non aveva nemmeno un display ma tre singoli led che si illuminavano per mostrare la percentuale di completamento di passi che avevo impostato (ogni led rappresentava il 33% dell'obiettivo). Ah sì, vibrava e si illuminava1Nella prima versione si poteva impostare un colore preferito; nelle versioni successive, misteriosamente, i led sono diventati solo bianchi. quando c'era una chiamata in arrivo.

L'autonomia era di una mesata, per cui nessuno stress da ricarica. Era spacciato per subacqueo ma il primo l'ho fritto a poche settimane dall'acquisto nella vasca (calda) di una SPA. Il secondo gode ancora oggi di ottima salute ma, nel dubbio, l'ho sempre tenuto lontano da qualsivoglia liquido. :)

Certo, senza la sua controparte software — l'app per smartphone — era poco più di un semplice braccialetto ma per il prezzo che costava era un affare, e un ottimo sistema per avvicinarsi a questa nuova categoria di prodotti.

Fitbit Charge

Fitbit Charge

Anno: 2015

Prezzo: 123 euro

Giudizio:

Una volta piantato il seme del benessere fisico è stato difficile fermarsi. Dopo circa otto mesi di utilizzo dello Xiaomi, ho sentito il bisogno di fare il grande salto

Il Fitbit Charge era un piccolo gioiellino. Oltre ad avere un minuscolo display era dotato anche di sensore per il battito cardiaco. Questo apriva un intero mondo di monitoraggi: dalla più ovvia registrazione dello sforzo in allenamento al calcolo, con maggiore precisione, del consumo calorico e del sonno.
Per la prima volta mi era possibile registrare attività come corsa e passeggiate e ottenere statistiche dettagliate. Purtroppo l'autonomia del nuovo dispositivo non mi consentiva di fare più di 4 giorni con una carica — cosa che effettivamente un po' pesava rispetto alla durata quasi infinita del Mi Band — ma, a fronte di tutte le nuove possibilità offerte, era un compromesso accettabile.

Il problema del Charge era l'estrema fragilità. Il cinturino in gomma, che costituiva un intero corpo con il display (a differenza del Mi Band non poteva essere cambiato), aveva la tendenza a scollarsi, ragione per cui mi era stato sostituito durante la garanzia. Inoltre poteva morire di punto in bianco, senza aver ricevuto danni evidenti. Altra sostituzione anche per questo motivo.

Fitbit Charge 2

Fitbit Charge 2

Anno: 2016

Prezzo: 130 euro

Giudizio:

Quando il Charge 2 è stato annunciato mi sono fiondato immediatamente a comprarlo. La possibilità di sganciare il cinturino e una qualità costruttiva decisamente più elevata erano garanzia che non ci sarebbero più stati problemi in tal senso. Un display praticamente triplicato e una autonomia allineata col precedente modello mostravano chiaramente i grandi passi avanti fatti da Fitbit.

Purtroppo si è presto rivelato una grande delusione. A fronte di funzionalità pressoché identiche al precedente è subito apparso evidente che la vibrazione implementata nel braccialetto fosse troppo debole: non c'era verso di svegliarsi al mattino e buona parte delle notifiche durante la giornata venivano facilmente ignorate.

Fitbit non ha mai mostrato alcuna volontà di voler risolvere il problema (che so, magari prolungando la durata degli avvisi), il che ha decretato il mio definitivo allontanamento da questa marca.

Samsung Gear Fit 2 Pro

Samsung Gear Fit 2 Pro

Anno: 2017

Prezzo: 199 euro

Giudizio:

Sono arrivato un po' per caso a questo fitness tracker. Mio padre, col quale ho condiviso le gioie e i dolori dei precedenti Fitbit, l'ha scovato durante la sua continua ricerca del Sacro Graal, ovvero un dispositivo in grado di monitorare *anche* i suoi allenamenti in piscina. Non gli avrei dato due lire (al braccialetto, non a mio padre) e invece si è dimostrato uno dei migliori che abbia mai avuto. La differenza col modello non Pro riguarda semplicemente un più alto grado di impermeabilità. Avrei potuto prendere la versione liscia a circa 50 euro in meno ma poi mi è tornato in mente il vecchio Mi Band che lampeggiava impazzito il suo arcobaleno di colori sul lettino del centro benessere.

Il display OLED è uno dei più belli che abbia mai visto, la quantità delle informazioni memorizzate, l'enorme varietà di funzioni e applicazioni aggiuntive lo fa propendere pericolosamente sul lato Smartwatch, senza però comprometterne la sua natura fitness tracker. Inoltre la presenza del GPS rende ancora più precise le attività all'aperto.

Davvero, lo adoravo, non fosse stato per l'autonomia semplicemente ridicola: Dovevo caricarlo una volta al giorno, e questo senza nemmeno aver utilizzato il GPS. Evidentemente uno schermo così grande e meraviglioso si mangiava tutta la minuscola batteria. Inoltre di tanto in tanto il software aveva la tendenza a impallarsi. Ho assistito così a vari riavvii o a risvegli in cui mi segnalava di essere completamente scarico, anche se l'avevo ricaricato prima di dormire.
Samsung afferma che dovrebbe durare fino a 5 giorni, io nemmeno mettendolo in risparmio energetico (una modalità in bianco e nero in cui monitora solo passi e piani, senza alcuna possibilità di sincronizzarsi con lo smartphone) sono riuscito a raggiungere tale traguardo.

Infine devo dire che, se il software del dispositivo è comunque spettacolare2L'ultimo aggiornamento software ha sputtanato tutto: con una carica non raggiungeva le 20 ore di autonomia, la sincronizzazione con lo smartphone funzionava un giorno sì e tre no, si inchiodava spesso e volentieri., la controparte Samsung per smartphone è una porcheria pazzesca. Ha la tendenza a perdere la connessione coi dispositivi iOS e non c'è verso di ripristinarla (ho perso così circa un mese di monitoraggi perché non mi ero accorto che aveva smesso di sincronizzare e Samsung non ha un servizio Cloud per i dati). Inoltre sul dispositivo Android di mio padre l'applicazione non ha mai funzionato3È un dispositivo nato *per* Android e dato incompatibile con iOS. Invece sul mio iPhone funziona "meglio" che sul suo Android 7!.
Peccato, una grande occasione persa.

Xiaomi Mi Band Pulse

Xiaomi Mi Band

Anno: 2018

Prezzo: 20 euro

Giudizio:

Nella fase più avanzata della mia idiosincrasia verso il Samsung Gear Fit 2, gli ho affiancato il vecchio Mi Band Pulse di Mian (che se ne stava in fondo a un cassetto con 3 altri Mi Band4Che uno di questi giorni rimetto in funzione e attacco ai gatti di casa fatto: ne ho uno che fa oltre 10.000 passi al giorno e un'altra che arriva a malapena a 500. :D). In sostanza è identico al primo Mi Band, solo che ha i tre led bianchi e un sensore per il battito cardiaco. Non ricordo precisamente quanto lo abbiamo pagato all'epoca ma era nell'ordine dei 20 euro o giù di lì.

Devo dire che, vedere la batteria al 47% dopo 12 giorni (durante i quali ho caricato il Samsung ben 11 volte) mi ha fatto ricordare cosa significa avere al polso qualcosa che non ti dà pensieri, né ansia da ricarica.
Il sensore cardiaco è in linea col Fit 2, il che non significa sia necessariamente preciso, ma dimostra che sono più o meno tutti allineati.

Ovviamente non posso usarlo per andare a correre, visto che non gestisce attività fisiche ma, se non altro, mi ha ricordato che non è necessario spendere centinaia di euro per qualcosa che a fine giornata non ti costringe a correre a ricaricarlo.

Questo ovviamente è stato un test, portato avanti per circa un mese. Test che mi ha convinto a passare a…

Amazfit Bip

Amazfit Bip

Anno: 2018

Prezzo: 32 euro

Giudizio:

Nonostante continuassi a notare che Xiaomi proseguiva imperterrita a sfornare nuovi braccialetti, ormai mi ero lanciato nel mondo high class dei trackers per cui ho sempre snobbato ogni sua nuova uscita. Fino a quando Mian e alcuni amici mi hanno segnalato quest'ultima incarnazione cinese.

Prodotto dalla stessa società che ha creato i primi Mi Band, si presenta con un biglietto da visita niente male: generoso display sempre attivo e autonomia fino a tre mesi!5Se utilizzato senza connessione allo smartphone. Quindi diciamo circa un mese, un mese e mezzo di utilizzo reale.

Naturalmente rispetto al Gear Fit 2 Pro ha parecchie funzioni in meno (in particolare i grafici giornalieri e settimanali, il calendario, i piani di scale effettuati6Ma forse questo è un bene perché non ho mai trovato uno smart band davvero affidabile su questo fronte., la possibilità di impostare sveglie direttamente dall'orologio, e qualcos'altro), ma ho voluto comunque correre il rischio di un downgrade, per vedere se ne valesse la pena.

Dopo alcune settimane devo dire di essere sorprendentemente soddisfatto. Il generoso display è del tipo always on, cioè sempre acceso. Questo grazie alla tecnologia e-paper, molto simile a quella del Kindle7Non proprio, è un LCD riflettevo, tipo i vecchi Casio anni ‘80 (però a matrice di punti e con la possibilità di avere fino a 8 colori)., che consente di visualizzare informazioni senza quasi consumare energia. È davvero comodo guardare l'ora senza effettuare sbracciamenti degni di un marshaller.8Il tizio con le bandierine che fa atterrare gli aerei.

Il GPS è affidabile e preciso: a differenza del Samsung, con cui cominciavi a correre e *forse* a un certo punto lui agganciava i satelliti (ma era un sensore quantico, a volte terminavo l'allenamento e il GPS non si era attivato), il Bip li rileva prima di partire, e poi ti dà l'ok. Il vantaggio di questo sistema è che puoi anche scegliere di correre senza e saltare la procedura iniziale. Il consumo è veramente irrisorio: in mezz'oretta di corsa con GPS attivo la batteria è scesa del 2%. Il samsung ne bruciava dal 15% al 20% (anche 35% se ascoltavo musica tramite Bluetooth, probabilmente sempre da imputare al display che, segnalando varie cose durante la corsa, implicava il doversi continuamente accendere e spegnere).

Il rilevatore del battito cardiaco è estremamente accurato, specialmente durante gli allenamenti. Il display è un Gorilla Glass 2.5 ma ho imparato con gli anni a non dare importanza a queste sigle: se lo sbatti da qualche parte si riga come tutti gli altri vetri.

Il più grande difetto risiede nel fatto che è un dispositivo cinese. Il software è stato recentemente tradotto in inglese ma i font interni non supportano la codifica Unicode. Questo significa che non conosce né lettere accentate né emoji; quindi le notifiche presenteranno dei quadratini vuoti in presenza di tali caratteri. Per me non è un problema (e sembra che smanettando un po' col firmware lo si possa addirittura localizzare completamente in italiano).
Il quadrante principale può essere customizzato con watchface aggiuntive (ho scritto proprio ieri un tutorial per poterlo fare con iOS), il che consente di personalizzarlo a seconda dei nostri gusti ed esigenze.

Insomma, a distanza di un paio di settimane posso affermare che, per le mie limitate esigenze, si tratta finora del miglior dispositivo che abbia mai posseduto.

Speriamo che duri! :)

Amazfit GTS

Anno: 2020

Prezzo: 110 euro

Giudizio:

Dopo due anni (e qualche mese), durante i quali ho bellamente ignorato le raccomandazioni di Amazfit che consigliava di non indossarlo sotto la doccia o durante gli sport acquatici, il mio fidato Bip ha gettato la spugna e si è arreso alle infiltrazioni d'acqua.

Sono stato quindi "costretto" a passare al suo naturale successore, l'Amazfit GTS. Qui trovi l'articolo completo.

Amazfit Bip S (I)

Anno: 2021

Prezzo: 69 euro

Giudizio:

Col GTS mi trovavo davvero bene, era sostanzialmente un Amazon Bip sotto steroidi. Però, per riuscire ad avere un'autonomia che si avvicinasse al fratellino minore, sono stato costretto a disattivare alcune funzioni (delle quali francamente non avevo bisogno).9Devo dire che c'ero riuscito: ho raggiunto i 33 giorni!

L'unica cosa del Bip che non aveva era l'always on display (o forse ce l'aveva ma l'autonomia scendeva tipo a due, tre giorni, non ricordo), e mi sono accorto che per me era ormai diventato un requisito fondamentale: alla lunga era estenuante dover ruotare il polso e attendere l'accensione del display. Che era molto veloce, ma non abbastanza per l'occhio. Col Bip bastava buttare uno sguardo allo schermo, senza nemmeno muovere il braccio.

Ho così deciso di approfittare dell'uscita della naturale evoluzione del Bip e ho acquistato un Bip S. Era sempre il vecchio fidato modello con svariati aggiornamenti e piccoli miglioramenti.

Ero contento anche perché avrei potuto continuare a usare le vecchie watchfaces che avevo creato e con cui mi trovavo a casa. E invece no!

Il Bip S era sorprendentemente incapace di utilizzare le migliaia di quadranti personalizzati che tanto avevano reso celebre il proprio antenato. Il formato richiesto era differente, ho smanettato per un paio di giorni, seguendo alcuni tutorial online ma non funzionava nulla. Così l'ho subito rimandato indietro e sono passato a un superpompatissimo…

Amazfit GTR 2

Anno: 2021

Prezzo: 169 euro

Giudizio:

Il GTR 2 è un mostro!

Esteticamente bellissimo, ha un display oled meraviglioso e funzionalità anni luce più avanzate rispetto ai modelli che ho provato precedentemente.

Le watchfaces sono in grado di riprodurre il quadrante di qualsiasi orologio e, grazie all'elevato DPI del display, lo rendono indistinguibile da un vero segnatempo analogico. Inoltre è multitasking. Piccolo esempio: col Bip (ma anche col GTS) quando impostavo un timer da un'ora, lo schermo mostrava il timer per tutto il tempo e, se provavo a tornare al quadrante o ad accedere al menu principale, il timer si resettava. Col GTR2 potevo tornare alla schermata principale senza problemi, anche se ero impegnato in un allenamento. Magari un dettaglio di poco conto per qualcuno, molto apprezzato invece dal sottoscritto.

Purtroppo, uno schermo così bello, richiedeva una batteria ben più grande di quella che poteva permettersi (e già l'aveva di dimensioni doppie rispetto al fratello GTS2, evoluzione di quello che avevo provato un anno prima) per raggiungere un'autonomia a me congeniale. Per carità, con i dovuti settaggi (ma senza allenamenti) ero arrivato a fare un paio di settimane. Circa 6 giorni con un'ora di GPS e musica al giorno. Non malissimo comunque, e si caricava in un’oretta tramite la basetta magnetica (comodissima).

Perché allora ho deciso di non tenerlo? Fondamentalmente perché la sezione multimediale era una porcheria. Mi spiego meglio: esistono svariate versioni di questo modello, la differenza consiste nella presenza o meno di una memoria interna da 3 GB. Questo ce l'ha e permette di poter inserire un bel po' di musica da ascoltare durante la corsa o mentre si passeggia per la città, sia utilizzando cuffiette bluetooth che l'ottimo speaker integrato. I modelli senza memoria costano una cinquantina di euro in meno e non hanno ovviamente questa funzione.

Tra l'altro quella immensa memoria consentiva di poter inserire tutte le watchfaces che volevo, senza doverle caricare ogni volta dal telefono (che, utilizzando solo il Bluetooth nonostante avesse anche il Wi-Fi, impiegavano qualcosa come 2-3 estenuanti minuti ogni volta).

Un grande problema era causato dalla connessione col Bluetooth. Ho provato tre auricolari differenti: due mezze cinesate e le Airpods di Apple. In teoria, le abbini una volta e poi funzionano automaticamente come col cellulare. E invece no. Ogni volta dovevo estrarle dalla custodia, andare nelle impostazioni dell'orologio, disattivare e riattivare il BT, riprovare e sperare che funzionasse. Erano circa 2-3 minuti persi ogni volta quand'ero fortunato. Spesso sono uscito senza cuffiette. Inoltre, non so se a causa del basso consumo del nuovo standard wireless, la connessione era molto delicata. Spesso bastava portare il polso dietro la schiena per interrompere il segnale! Altro problema era l'impossibilità di scorrere i brani. Io lo usavo principalmente per ascoltare audiolibri, ovvero file audio di 20 minuti e più. Se non capivo una frase, o se disgraziatamente mentre cercavo di alzare o abbassare il volume sfioravo il bottone "next" (e, correndo, era facilissimo), saltavo al brano dopo e, se tornavo indietro, dovevo riascoltarlo dall'inizio.

Poi non mi arrivavano le notifiche delle email. Niente, non c'era verso. Tutte le altre andavano perfettamente ma le email no.

Infine, ed è probabilmente la ragione che mi ha spinto a darlo via, è stata ancora una volta lo schermo sempre spento. Niente, non ce la faccio, è più forte di me. Un orologio con lo schermo spento non lo sopporto.

Così ho deciso di dare una seconda occasione a…

Amazfit Bip S (II)

Anno: 2021

Prezzo: 45 euro

Giudizio:

Rieccomi qui nuovamente col Bip S.

Perché alla fine, nonostante l'evoluzione della tecnologia, dei display, dei sistemi operativi, quello che serve a me è piuttosto limitato: uno smartwatch che mostri ora e passi, e le notifiche del telefonino.

Mi mancherà molto la possibilità di rispondere alle telefonate senza dover cercare il telefono, come avveniva col GTR 2, oppure vedere dei quadratini al posto delle emoji nei messaggi (scherzo, non mi mancheranno per niente), ma credo di riuscire a sopravvivere lo stesso.

Da un paio di giorni sono tornato a fare esperimenti con le watchfaces e ho scoperto che alcune cose che andavano col vecchio Bip, qui non le posso usare. Non perché il Bip S non lo consenta, ma perché i vari editor che si trovano in giro sono frutto di studi da parte degli utenti (Amazfit non rilascia nulla di ufficiale) e nessuno è riuscito a fare un totale reverse engineering delle sue funzioni. E purtroppo nessuno mai lo farà, visto che comincia a essere un modello piuttosto vecchiotto e sarà presto dimenticato.

Pazienza, come sempre troverò qualche compromesso. :)

Per il momento sono soddisfatto, così come lo ero con il Bip. Anche perché all'atto pratico, non è cambiato praticamente niente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate