La prima, prima edizione

Sottotitolo: Eccallà, doveva succedere…

Il 21 Settembre del 1937 usciva in Gran Bretagna la prima edizione dello Hobbit. Non era un'edizione brutta, sudicia e umida, piena di vermi e intrisa di muffa, e nemmeno un'edizione spoglia, arida e scarna, senza niente da leggere o da sfogliare: era un'edizione hobbit, vale a dire comoda.

Stampata con una tiratura di sole 1.500 copie presentava, stampata in quattro colori (a opera dello stesso Tolkien), una meravigliosa sopracoperta sulla quale, in modo estremamente schematico, era raffigurato l'intero viaggio della Compagnia di Thorin Scudodiquercia verso la Montagna Solitaria. A dirla tutta, nel disegno originario di Tolkien c’erano cinque colori — il drago Smaug e il sole avrebbero dovuto essere rossi — ma l'editore, George Allen & Unwin, ha ritenuto l'aggiunta di una quinta tonalità troppo dispendiosa.

Sul risvolto della sopracoperta è presente anche un errore ortografico: Dodgson (il vero cognome di Lewis Carroll, l'autore di Alice nel paese delle meraviglie) è riportato erroneamente, con una "e" in più, e corretto a mano su tutte le copie.

Ma di errori ortografici, questa prima edizione, ne contiene parecchi.11. pag. 14, righe 17-18: ‘find morning’ al posto di ‘fine morning’.
2. pag. 17, righe 29-30: ‘what (invece di "that") was what he was going to say’.
3. pag. 25, riga 11: ‘more fierce then fire’ per ‘more fierce than fire’.
4. pag. 62, righe 2-3: ‘uncomfortable palpitating’ per ‘uncomfortable, palpitating’.
5. pag. 62, riga 31: ‘their bruises their tempers and their hopes’ per ‘their bruises, their tempers and their hopes’.
6. pag. 64, riga 21: ‘where the thrush knocks’ per ‘when the thrush knocks’.
7. pag. 85, riga 10: ‘far under under the mountains’ per ‘far under the mountains’.
8. pag. 104, riga 17: ‘back tops’ per ‘black tops’.
9. pag. 147, riga 16: ‘nor what you call’ per ‘not what you call’.
10. pag. 183, riga 26: doppie virgolette prima della parola ‘Very’ invertite.
11. pag. 205, riga 32: ‘dwarves good feeling’ per ‘dwarves’ good feeling’.
12. pag. 210, riga 29: ‘above stream’ per ‘above the stream’.
13. pag. 215, riga 13: ‘door step’ per ‘doorstep’.
14. pag. 216, riga 4: ‘leas’ per ‘least’.
15. pag. 229, righe 16-17: ‘you imagination’ per ‘your imagination’.
16. pag. 248, riga 32: ‘nay breakfast’ per ‘any breakfast’.

Il racconto contenuto differisce in svariati punti dal testo che tutti noi ben conosciamo; in particolare il capitolo 5, nel quale Bilbo viene in possesso dell'Anello. In principio era un semplicissimo gioiello magico, capace di rendere invisibile chi lo indossava, fargli comprendere lingue sconosciute e null'altro.

Solo 17 anni più tardi, con la pubblicazione del Signore degli Anelli come seguito ufficiale nel 1954, Tolkien è tornato a rielaborare personaggi ed eventi, svelando ai lettori lo spaventoso potere dell'Unico Anello. Ha quindi rimesso mano al primo racconto per rendere più coerente l'intera storia: non più Gollum che ne fa dono a Bilbo ma l'Anello stesso che decide di cambiare proprietario.

La prima edizione è di fatto l'unica copia esistente a contenere la storia originaria, che da noi non è mai arrivata perché la più antica traduzione italiana è stata pubblicata soltanto alla fine del 1973, quindi in versione già rivista e corretta.

Si stima che a oggi le copie dell'edizione originale si siano ridotte a poche centinaia, con condizioni che variano dal disastrato all'ottimo stato di conservazione, e valutazioni comprese tra alcune migliaia di euro fino all'esorbitante cifra di 165 mila euro, battuta nel 2015 in un'asta di Sotheby’s per una versione autografata dallo stesso Tolkien.2Curiosamente il più rilevante fattore di rarità è dato dalla delicatissima sopracoperta: la presenza della quale può incrementare il valore del libro anche di svariate decine di migliaia di euro!

Insomma, come è, come non è, dopo la precedente pazzia della prima edizione italiana, ne ho fatta un'altra e ora sono anch'io possessore di questa prima, prima edizione.

Tra l'altro, come puoi vedere, in condizioni pressoché perfette.

A cazzarooo!!

Se non hai creduto nemmeno per un momento che un cialtrone come il sottoscritto potesse permettersi una prima edizione inglese dello Hobbit, hai fatto bene (però, alcuni mesi più tardi, ho acquistato una vera seconda edizione e realizzato una esclusivissima prima edizione distopica italiana). :)

Avemo scherzato, questa non è la prima edizione inglese del 1937 dello Hobbit. Cioè sì, tecnicamente è una "prima edizione inglese del 1937" ma decisamente poco autentica, benché ufficiale: è una perfetta copia carbone del rarissimo libro, pubblicata un paio di anni fa da HarperCollins per festeggiare gli 80 anni dalla prima stampa.

Denominata "Facsimile Gift Set" è composta da un cofanetto con l'immagine lenticolare della sopracoperta3Che ho provato in tutti i modi a fotografare ma non c'è stato verso., parolone che sta a indicare quel simpatico effetto treddì nel quale il soggetto rappresentato dà l'illusione della profondità e del movimento quando viene inclinato. In questo caso il risultato è ipnotizzante: Si vede tutto il percorso che si snoda nella foresta e tra le montagne fino ad arrivare a Erebor laggiù in fondo, con il titolo che ondeggia magicamente sospeso nell'aere.

A voler essere super fiscali il libro non è proprio identico all’originale, è un pochino più grande (qui puoi notare le differenze). Ma sono dettagli trascurabili.

All'interno c'è anche un libretto4Curato da Christina Scull e Wayne G. Hammond, due prolifici studiosi di Tolkien. che illustra brevemente la storia del libro, un CD con rare registrazioni audio di J.R.R. che legge e canta alcuni brani e canzoni dello Hobbit, e una copia della mappa di Thrór.

Mappa che, se osservata alla luce della Luna (anche controsole, ma non dirlo a nessuno), mostra le scintillanti rune lunari con l'indicazione della porta segreta di Erebor.

Porta di cui, tra l'altro, possiedo la chiave. ;)

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