Vita

Sottotitolo: parole al vento.

Probabilmente sbaglierò a inviarti una email ma, arrivati a questo punto, fare un ultimo tentativo prima di gettare definitivamente la spugna non vedo come possa peggiorare ulteriormente le cose.

Ogni volta che finiamo col litigare, generalmente per un argomento stupido e insignificante1Quale può essere, ad esempio, una discussione sulla convenienza di cazzo di abbonamento da 10 euro a Netflix., o qualunque altra delle cretinate accadute in oltre 20 anni di frequentazione, salta sempre fuori lo stesso discorso.

Vorrei comprendere fino a che punto è profondo questo conflitto che ti porti dentro, perché credo sia alla base di tutti i tuoi sbrocchi nei miei confronti, e sono certo che a lungo andare finirà inevitabilmente per compromettere un'amicizia.

Tu non condividi il mio stile di vita. Ci può stare, nemmeno io condivido il tuo; del resto ognuno di noi ha tutto il diritto di scegliersi i propri interessi e in che modo spendere la propria permanenza su questo pianeta. Esiste però solitamente un limite, oltre il quale non si va, per numerose ragioni.

Se io sono amico di Duccio, perché condividiamo la passione per i libri, per i giochi di ruolo, per la musica o per i videogiochi, questo non significa che mi debba piacere tutto quello che fa. O che a lui debba piacere tutto quello che faccio io.

Se lui nel privato amasse farsi cospargere di miele, o di piume, se gli piacesse ascoltare Marco Carta, se spendesse i propri soldi andando con i travestiti o se rubasse negli appartamenti, potrebbero essere tutti comportamenti che non approvo, che magari mi infastidiscono, che non adotterei mai. Tuttavia il mio rapporto con lui è limitato ad alcuni campi che abbiamo in comune, ed è di quelli che mi dovrebbe importare (e infatti mi importa).

Se lui si giocasse lo stipendio o la casa al videopoker allora potrei anche essere tentato di intervenire (e lo farei sicuramente) per il suo bene, e per quello della sua famiglia, a cui tengo. Ma quello è un caso limite.

È umano cercare sempre il meglio per sé e per gli altri, come è umano addolorarsi quando si scopre un aspetto negativo di qualcuno che ci sta a cuore. Ma ci sono alcuni lati della vita davanti ai quali, volenti o nolenti, dobbiamo cedere il passo, perché fanno parte di una sfera privata a cui noi non siamo ammessi, o in cui non viene tollerato il nostro giudizio.

In tutti questi anni di battibecchi mi sono sentito dare, da parte tua, del mantenuto, del ladro, del coglione, dello stronzo, del pidocchioso e non so quanti altri epiteti che ora, fortunatamente, non ricordo.

Mi rendo perfettamente conto che tu, rispetto a me, hai avuto una vita più in salita. Ti sei dovuto rimboccare le maniche in giovane età e cavartela da solo, diventando indipendente prima di buona parte dei tuoi coetanei. Di questo mi dispiaccio profondamente e stimo la caparbietà con cui hai affrontato gli ostacoli che ti sei trovato davanti.
Fosse successa a me la stessa cosa probabilmente avrei fatto lo stesso. O forse no, magari adesso sarei alla stazione Termini dentro un cartone, o 5 metri sotto terra, chi può dirlo?
Rimane il fatto che non ho avuto la necessità di mettermi alla prova.

[ … ]2Informazioni di carattere personale rimosse.

Come già ho provato a spiegarti tempo fa, sono cresciuto con una educazione secondo cui sprecare soldi, cibo, vestiti, ecc. è sbagliato. È soprattuto una questione di principio. Se devo acquistare un gioco (uno smartphone, una tastiera bluetooth, un vibratore del cazzo) voglio essere certo di non aver fatto una puttanata. Poi può capitare, è inevitabile, ma cerco sempre di fare scelte, per quanto umanamente possibile, oculate.

Non sei tu a dovermi dire se faccio bene o male a sfruttare tutte le carte di credito che ho per prolungare la prova gratuita di Netflix. Non sono soldi tuoi, non ti cambia nulla se io li spendo, li do in beneficienza o se li brucio nel camino.

Non sei d'accordo… Non lo faresti… Ok, ne prendo atto, ma la cosa deve finire lì. Puoi darmi del pezzente ma questo non cambia le cose, deteriora solo i rapporti. E lo sta facendo già da svariati anni.

Se tu fossi stato un conoscente qualunque ti avrei già sfanculato alla seconda, massimo alla terza maleducata sfuriata. Siccome so i problemi che hai affrontato e che continui ad affrontare, e siccome so che sei una persona intelligente, sincera e fondamentalmente buona — e siccome, anche se suona un po' da froci, ti voglio comunque bene — ogni volta ho stretto i denti e ho lasciato correre.
Poi, oh, è capitato anche che qualche volte si sono incazzato pure io e ti ho risposto a tono; siamo esseri umani, alla fine.

Il nostro è un circolo vizioso. Ridiamo e scherziamo, salta fuori un argomento insignificante e ti stranisci. Mi mandi a fare in culo e magari, dopo 2 ore, te ne sei già scordato e torni a cazzeggiare come se niente fosse.

Questo andava bene 20 anni fa, non oggi, tra due persone adulte alla soglia dei 40 anni (e anche abbondantemente oltre).

A questa età si deve instaurare un rapporto più maturo, fatto anche e soprattutto di rispetto reciproco. Non di sfoghi adolescenziali nei quali rinfacciare tutte quelle scelte di vita che, dal tuo punto di vista, sono “inutili” o “da non vita”.

Pensa bene a tutto quello che hai dentro e che ti rode riguardo la mia condotta. Domandati se queste cose possano avere anche una benché minima importanza in relazione agli interessi che abbiamo in comune (principalmente videogiochi, cazzeggiamenti vari, altro).

Se scopri che non puoi fare a meno di includerli nell'equazione allora avrai anche la risposta definitiva sul nostro rapporto.
Se, al contrario, ti rendi conto che non c'entrano una beata minchia, allora possiamo provare ad andare avanti.

Ascolta, [nome rimosso], sarò più chiaro:

Attento, perché il messaggio subliminale potrebbe essere: fottiti, lasciami in pace e vaffanculo!3È la citazione di un film.

Perché potrebbe non esserci una partita di bowling il prossimo sabato…

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