Il mio Cavallino Impennato

The Prancing Pony – Tomás Hijo
The Prancing Pony – Tomás Hijo

Col passare degli anni gran parte delle polemiche che hanno accompagnato l'uscita della più recente edizione del Signore degli Anelli, con traduzione a cura di Ottavio Fatica, si è pian piano sgonfiata. Certo, rimangono sacche ribelli di agguerriti sostenitori dell'una e dell'altra edizione, ma gran parte dei lettori si è adattata ai cambiamenti senza particolare difficoltà.

Ho letto la nuova incarnazione subito dopo l'uscita, e l'ho trovata molto ben riuscita. A dirla tutta, l'unico modo per notare differenze è studiare le due versioni affiancate, cosa che nessun lettore difficilmente farà mai.1Io l'ho fatto, ma con Fatica e l'edizione inglese, in aggiunta ad alcuni capitoli della Alliata/Principe, per pura curiosità). Non ho una traduzione preferita, a mio avviso si equivalgono.

L'unica vera differenza (a parte – ok, sì – alcune correzioni sacrosante, che però non cambiano la storia narrata) riguarda la nomenclatura. In seguito alla traumatica conclusione dei rapporti tra la casa editrice e Vittoria Alliata di Villafranca, la prima traduttrice, Bompiani ha scelto di percorrere una strada differente.2In realtà è una strada che era già stata scelta, ma la frattura ne ha accelerato i tempi. E questa strada ha inevitabilmente comportato una chiara volontà di distaccarsi quanto più possibile dai nomi originali, frutto interamente della fantasia della principessa, e quindi passibili di eventuali grane legali. Ma non è importante, oggi abbiamo la possibilità di leggere più di una traduzione e questo è sempre un bene. Due ottime versioni peraltro, dove nessuna delle due prevale nettamente sull'altra.

Due localizzazioni, però, in cui un lettore classico si può trovare un po' spaesato perché parecchi nomi sono cambiati. Alcuni li preferisco in una edizione, alcuni nell'altra, e in questo articolo cercherò di illustrare come sarebbe, a mio avviso, un Signore degli Anelli perfetto. Almeno per i miei gusti.

Ripeto, è un giudizio strettamente personale. Probabilmente non sarai d'accordo, in parte o in toto. Pazienza, è anche bello avere opinioni differenti.

Non ci sono tutte le differenze, ne sarebbe uscito un articolo infinito. Esistono doppi termini che non mi dispiacciono e che uso ormai indifferentemente nelle discussioni, senza ricordarne più l'appartenenza. Nomi come Agrifogliere / Agrifoglieto, Ombromanto / Mantombroso, Grampasso / Passolungo, Tumulilande / Poggitumuli, Acquaneve / Pollanivea, Chianarana / Ranocchiana, Vermilinguo / Rettilingua, Puledro impennato / Cavallino inalberato (da qui lo 'strafalcione' nel titolo) e via dicendo. Mi stanno tutti bene, è inutile fare troppo i pignoli.

Indubbiamente la traduzione di Fatica ha dei vantaggi, come l'introduzione di nomi che non erano mai stati italianizzati in precedenza, quali per esempio Giuncaia, Gnoccoinfarinato, Landefredde, Rivo di Confine, Valsalice e tanti, tanti altri. Questi sono evidenti e indiscutibili passi in avanti.

Ho diviso la nomenclatura 'controversa' in tre macro categorie, apri i cassettini per leggere il mio giudizio (soggettivo) in merito.

Personaggi

Bilbo e Frodo Baggins

Sappiamo bene che era volontà di Tolkien che i nomi degli abitanti della Contea venissero localizzati nella lingua destinataria della traduzione; questo per fare in modo che il lettore cominciasse la lettura del libro con una sensazione di familiarità. Non sono certamente nella posizione per criticare tale scelta, ma rimango convinto che la descrizione degli Hobbit si adatti perfettamente soltanto al popolo inglese: l'ora del tè, il panciotto e altri particolari che non riuscirei a immaginare in un contadinotto romagnolo, altoatesino o siciliano.

Fatica ha affermato che avrebbe voluto italianizzare tutti i nomi Hobbit, e quelli dei protagonisti sarebbero con tutta probabilità suonati simili ai Bilbo e Frodo Sacconi della prima traduzione italiana del 1967. Fortunatamente Bompiani si è opposta, e io sono d'accordo con lei.

Responso: —

Bracegirdle

Traduzione classica: Serracinta. Nuova: Pancieri.

L'originale mi suona più suggestiva.

Responso: Alliata/Principe

Brandybuck

Brandibuck, con la "i" al posto della "y", nella traduzione Alliata/Principe, Landaino con Fatica.

Niente, non mi piace, preferisco l'originale. Fosse stato una sorta di Brandibecco, o simile, l'avrei adottato volentieri.

Responso: Alliata/Principe

Gaffer

Gaffiere nell'originale, Veglio nell'edizione di Fatica.

In italiano il termine "gaffiere" non esiste, mentre in inglese indica familiarmente un anziano tenuto in grande considerazione. Quindi il Veglio di Fatica è sicuramente più fedele. Però, a pensarci bene, gran parte dei miei amici ha soprannomi senza alcun significato, e non c'è scritto da nessuna parte che debbano averlo. Amo Gaffiere, e per me sarà Gaffiere per sempre.

Responso: Alliata/Principe

Pippin

Pippin è diventato Pipino nella tradizione Alliata/Principe. Non l'ho mai digerito perché mi ha sempre ricordato quel filmaccio anni '80 chiamato Porky's, nel quale compariva uno sfigatissimo personaggio col medesimo nome. Pippin è uno Hobbit assai avventato, ma non stupido come il nome suggerirebbe.

Assegno il mio voto a Fatica perché, tra l'altro, "pippin" è una varietà di mele, e non sono insoliti Hobbit con nomi di piante o frutti.

Responso: Ottavio Fatica

Proudfoot

Durante il discorso di commiato alla festa di Bilbo, il festeggiato ha un simpatico scambio di battute con questo vecchio capostipite di una rispettata famiglia Hobbit. La versione classica ha optato per Tronfipiede, Fatica ha preferito Pededegno.

A mio avviso. Tronfipiede è bellissimo.

Responso: Alliata/Principe

Quickbeam

Sveltolampo (uno degli Ent) per Alliata/Principe, Sorbolesto per Fatica. Non malvagio, ma preferisco il classico.

Responso: Alliata/Principe

Rangers

La vecchia traduzione italiana dei Ranger di Tolkien era Raminghi, il cui significato è "coloro che vagano senza una meta". Fatica ha introdotto i Forestali. Ora, se mettiamo per un attimo da parte il fatto che la mente corre subito all'Orso Yoghi, si può intuire il perché della nuova scelta: qualcosa relativo alla foresta, perché in fondo anche i ranger sono di fatto dei forestali.

Però è un termine che a mio avviso non rende giustizia al vero compito di Aragorn e dei suoi uomini: sono in realtà dei protettori; non tanto delle foreste ma dei popoli che vivono pacifici lungo i loro confini. Nessuno dei due termini è appropriato, ma Raminghi ha una connotazione maggiormente rievocativa; è più facile immaginarli, coperti dai loro mantelli, aggirarsi furtivi nella notte. Da un forestale mi aspetterei un orario di lavoro 9:00-18:00 con timbro del cartellino e il venerdì pomeriggio libero. ;)

Forse, che so, Forestieri si sarebbe avvicinato di più.

Responso: Alliata/Principe

Ruffians

Briganti nell'originale, Canaglie nella versione di Fatica.

Preferisco la seconda.

Responso: Ottavio Fatica

Samwise "Sam" Gamgee

Nella vecchia traduzione anche Sam è rimasto fedele all'originale. Fatica ha invece preferito tradurne il nome in Samplicio. Contrariamente a quanto possa sembrare a una prima lettura, il termine "samwise", almeno nell'accezione che gli ha voluto dare Tolkien, è comparabile a "sempliciotto".

Trovo quindi la localizzazione di Fatica semplicemente perfetta; tra l'altro può essere accorciata in Sam senza alcun conflitto (come per esempio avveniva con "Merry / Felice" nella prima traduzione italiana).

Responso: Ottavio Fatica

Sandyman

Sandyman, ovvero la famiglia di mugnai di Hobbiton. Sabbioso nella traduzione classica, Sabbiaiolo in quella più recente. Mi vanno bene tutte e due; la seconda, forse, è un pochino più evocativa.

Responso: Ottavio Fatica

Shelob

Shelob è rimasto invariato anche nella traduzione classica. Nell'originale ricordava il flaccido rumore provocato dai movimenti del grosso Ragno. Fatica è riuscito soltanto a ricordare la razza della creatura. Tra l'altro per un romano Aragne suona molto simile alla fermata di una Metro. ;)

Responso: Alliata/Principe

Shirriff

Guardacontea nella vecchia traduzione, sceriffo nella nuova. Niente… sceriffo mi ricorda troppo il Far West.

Responso: Alliata/Principe

Warg

Classica: Lupo. Nuova: Warg.

Lupo non ha senso, non sono lupi.

Responso: Ottavio Fatica

Luoghi

Bagshot Row

Via Saccoforino nella classica e vico Scarcasacco nella nuova. Mi piacciono entrambe, ma la soluzione di Fatica suona più divertente.

Responso: Ottavio Fatica

Carrock

Tradotto in Carroccia nella prima traduzione, è diventato Rupetra nell'ultima. A mio avviso quest'ultimo termine suona malissimo, meglio Carroccia o, al limite, l'originale Carrock.

Responso: Alliata/Principe

Dunland / Dunlandings

La traduzione classica ha scelto di non modificare i termini originali; avremo quindi Dunland / Dunlandiani. Fatica li ha tradotti con Landumbria / Landumbriani. Comprendo il tentativo di mantenere un significato fedele ma dai… sembra una regione italiana!

Responso: Alliata/Principe

Farthing

Classica: Decumano. Nuova: Quartiero.

Il termine "farthing" indicava, intorno alla metà del secolo scorso, un'unità monetaria inglese equivalente a un quarto di penny. La traduzione ha pertanto richiesto una buona dose di fantasia. Quartiero rende meglio l'idea, perché è facilmente accostabile a "quartiere", però suona proprio male.

Responso: Alliata/Principe

High Hay

Classica: Frattalta. Nuova: Alto Strame.

Qui, apparentemente, Fatica ha preso un granchio. "Strame" in Italiano non ha mai avuto il significato di "siepe" o "cespuglio" o "recinto": significa "paglia", e in particolare la paglia che si usa per fare la lettiera agli animali nelle stalle. Non c'è niente, né nell'etimologia, né nella storia della parola che accenni mai vagamente a una siepe.

A fronte di moltissimi nomi tradotti da Fatica con un'attenzione fin troppo maniacale al significato "nascosto" della parola originale, per questo specificamente si è accontentato del primo significato evidente di "hay", ovvero appunto "paglia" o "fieno". Quando bastava fare una ricerca per scoprire che il toponimo "hay" in Inglese deriva da un Old English "hege" o "haga" che indicava un "campo cinto da una siepe" (Grazie Claudia per la spiegazione).

Responso: Alliata/Principe

Hobbiton

È rimasto uguale nella traduzione di Fatica, in quella classica era Hobbiville: terribile!

Responso: Ottavio Fatica

Hornburg

Nella prima traduzione era Trombatorrione, nella nuova è diventato Borgocorno. È sicuramente più corretto il nuovo nome, ma il primo ce l'ho nel cuore da troppi anni.

Responso: Alliata/Principe

Longbotton

Classica: Pianilungone. Nuova: Vallelunga. Il circuito automobilistico…

Responso: Alliata/Principe

Mark

Nella vecchia nomenclatura è stato lasciato invariato, nella nuova è stato tradotto in Marca. È corretto, ma mi suona davvero poco epico. Inoltre Fatica non ha mai tradotto il termine Riddermark, per cui siamo di fronte a un'incongruenza.

Responso: Alliata/Principe

Mirkwood

L'originale Bosco Atro di Alliata/Principe contro Boscuro: non c'è confronto.

Responso: Alliata/Principe

Overhill

Classica: Surcolle. Nuova: Sopraccolle. Mazzancolle. ;)

Responso: Alliata/Principe

Rivendell

Uno dei luoghi più amati nei romanzi di Tolkien è di sicuro l'Ultima Casa Accogliente di Elrond, Gran Burrone nella prima localizzazione, Valforra nell'ultima. Intorno al nuovo nome sono stati spesi fiumi di parole e aperte aspre discussioni sui social network.

Se vogliamo parlare di traduzioni fedeli, di sicuro il termine di Fatica è perfetto. Però suona male. Personalmente trovo che “Gran Burrone” sia più adeguato allo spirito giocondo degli Hobbit, tanto più che sia lo Hobbit che il Signore degli Anelli sono narrati dal loro punto di vista. Troverei molto strano se questi esserini assegnassero le nomenclature sulla base di approfonditi studi linguistici.

D'altra parte Rivendell ha già un nome aulico ufficiale, ed è Imladris (ovvero quello elfico originale).

Responso: Alliata/Principe

Running river

Classica: Fiume Flutti. Nuova: Fiume Fluente. Più bello.

Responso: Ottavio Fatica

Stonewain Valley

Classica: Valle Cavapietra. Nuova: Val Carromatto.

Carromatto? Perché?

Responso: Alliata/Principe

Underharrow

Classica: Sottoclivo. Nuova: Sottofano. Alfano. ;)

Responso: Alliata/Principe

Undertowers

Sottotorri nella traduzione classica, Sottorri con Fatica.

Vorrei aprire una veloce parentesi sulla metodologia di assegnazione dei nomi di Ottavio Fatica: ha una marcata preferenza nel fondere insieme i vocaboli: Sottorri, Crepuscolago, Boscuro… Lo trovo bruttissimo. Va bene trovarne uno o due, ma così tanti no!

Responso: Alliata/Principe

Wilderland

Qui non c'è confronto: l'evocativo Terre Selvagge contro il mediocre Selvalanda (vedi sopra).

Responso: Alliata/Principe

Woodhall

Boschesi nell'originale, Boscasilo nella nuova. Nessuna delle due traduzioni mi fa impazzire ma, se proprio devo scegliere, la prima tutta la vita. La seconda mi fa venire in mente un bosco pieno di bambini.

Responso: Alliata/Principe

Altro

Arkenstone

Arkengemma nell'originale, Arkenpetra nell'edizione più recente. il termine "petra" non mi piace, non posso farci niente.

Responso: Alliata/Principe

Entmoot

Classica: Entaconsulta. Nuova: Entassise. No, orribile.

Responso: Alliata/Principe

Evermind

Ricordasempre nella traduzione classica, Semprinmente nella nuova. Non mi piace.

Responso: Alliata/Principe

Midsummer

La prima traduzione era Mezza Estate. Fatica l'ha cambiata in Solstizio d'Estate. Meglio la prima.

Responso: Alliata/Principe

Sting

Classica: Pungolo. Nuova: Pungiglione. Perché cambiarlo?

Responso: Alliata/Principe

Waybread

Alliata/Principe hanno optato per Pan di Via, Fatica per Pane viatico. Dai, molto più bella la prima.

Responso: Alliata/Principe

Come ho scritto in apertura dell'articolo, non è una gara, è soltanto un mio voler trovare la variante più indovinata di ogni termine italiano. Se proprio vogliamo fare una statistica per puro divertimento, direi che sui nomi di persona l'Alliata e Fatica se la battono alla pari, anche se a onor del vero i punti a favore del secondo sono decisamente più pesanti. Sui luoghi e tutto il resto il predominio della traduzione classica è pressoché indiscusso.

So che non esisterà mai una versione perfetta del Signore degli Anelli italiano. Potrei farmela da solo, e magari un giorno me la farò. Nel frattempo mi limito a immaginare come sarebbe potuta essere. :)

5 pensieri su “Il mio Cavallino Impennato

  1. A me non piace quando si cambiano i nomi… data una certa traduzione, per me si doveva continuare con quella…

    Stesso problema con Terry Brooks… cambiano i traduttori e cambiano automaticamente i termini… e tu te ne accorgi solo a metà libro…

    1. Concordo, i nomi non andavano toccati, ma Bompiani è bravissima a far casino. Comunque qualcuno nuovo lo trovo azzeccato.

      1. Sì, ma è come cambiare i nomi delle vie… non si fa… anche se il nome nuovo, nei film, come nei libri, come nelle vie, è migliore… ogni nome, inoltre, è figlio del suo tempo… (che poi io non tradurrei mai nulla ma lascerei i nomi originali)

        e poi Gaffiere è Gaffiere…

        1. La penso con te, però adesso c’è una nuova traduzione. Conosco molta gente che non la legge per questo motivo; e fa male perché, nomenclatura a parte, è molto più fedele all’originale (specialmente sui registri linguistici).

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