Galaxy Explorer 2.0

Amo alla follia il Galaxy Explorer. È stato uno dei primi set Lego che ho ricevuto in regalo da piccolo e ha immediatamente sancito l’inizio del mio rapporto idilliaco con l’azienda danese. Troneggia tutt’oggi nella vetrinetta principale di casa mia, a fianco della spaceship! SPACESHIP! SPACESHIP!

Dopo aver tentato di ricostruirlo sommariamente, averlo in seguito riassemblato come Billund comanda e, infine, aver realizzato una versione micro (parte 1 e parte 2), mi accingo adesso a montare la versione più maestosa che sia mai stata creata.1Non per niente l’autore è Mike Psiaki, che ha realizzato tra le altre cose il Saturn V, l’Ecto-1 e la Ferrari F-40. È il mio Lego-designer-eroe, anche se ha completamente toppato l’Aston Martin di James Bond.

Tutta ufficiale.

Giorno 1

La prima delle nove buste contenute nella scatola. Si tratta di nove sacchettini relativamente piccoli, per cui la costruzione sarà molto veloce, al netto delle numerose modifiche (alcune un po' impegnative) che ho pianificato nei giorni scorsi e che metterò in pratica di volta in volta.

All'atto pratico significa che potremo accendere i motori alla vigilia di Natale, e festeggiare nello Spazio.

Al termine dei lavori del primo giorno ci troviamo di fronte allo scheletro dell'astronave, tutto composto da elementi Technics. rispetto al modello originale, che li aveva statici, la nuova navetta avrà i carrelli retrattili a scomparsa. Nella foto li vediamo già in azione, benché ancora incompleti.

L'unica modifica che ho finora apportato è stata sostituire tutti gli elementi rossi con gli equivalenti LBG (Light Bluish Gray) in modo che, osservando l'Explorer da sotto, non ci fosse quel fastidioso effetto arcobaleno tipico di molte recenti costruzioni Lego. Gli elementi colorati servono per seguire con maggior facilità le istruzioni, ma spesso risultano troppo invasivi sul risultato finale. In molti set, che poi verranno esposti in modo statico, come per esempio la DeLorean, non lo trovo un problema. Ma in altri, che godranno di pose più dinamiche, decisamente sì.

Il Galaxy Explorer del 1979 ha un fondo interamente grigio, e così dovrà essere anche questo (con l'eccezione di alcuni mattoncini trans-red, piazzati volutamente per simulare luci e faretti).

L'unico mattoncino che non ho cambiato è quello indicato dalla freccia, perché verrà presto nascosto completamente.

Giorno 2

La busta del secondo giorno contiene principalmente gli elementi del fondo e l'arredamento dell'abitacolo.

La prima vera modifica importante riguarda i motori per il decollo. L'astronave originale del '79 ne aveva tre, non capisco perché lego li abbia voluti ridurre a due. A voler essere pignoli dovrebbero essere più distanti tra loro ma, dal momento che si è optato per incassarli a filo col fondo (soluzione stilistica che mi piace davvero tanto), avrebbero interferito con la struttura interna del velivolo. Comunque sia è stato abbastanza semplice: ho spostato alcuni elementi interni e coperto i buchi nello scafo con differenti pannelli.

Lo spazio indicato dalla freccia era vuoto e, guardando bene, si poteva vedere attraverso il fondo della navetta (è la zona in cui si trovano i motori per il decollo/atterraggio). Si trattava naturalmente di un pericoloso difetto di progettazione, che avrebbe espulso nello spazio tutto l'ossigeno dell'abitacolo. Ho quindi applicato un più appropriato condotto di aerazione (elemento originale del Galaxy Commander!), che si occuperà di filtrare l'aria.

Fine del secondo giorno. Gli interni dell'abitacolo, e della zona riposo/laboratorio cominciano a prendere forma.

In basso i mattoncini che ho scartato: i rossi perché sarebbero stati visibili (li ho cambiati con pezzi identici ma di colore grigio), il plate 4×12 faceva parte del fondo originale, e il quadratino 2×2 boh… probabilmente ne avevo acquistato uno di troppo, oppure mi servirà più avanti.

Giorno 3

Sono un fesso e ho dimenticato di fotografare la busta numero 3 prima di aprirla. Applicherò qualche effetto speciale di alta classe per simulare il contenuto originario. Non si dovrebbe notare nulla di insolito.

Una sola modifica oggi, e interessa gli elementi a pagina 50 e 54 (ovvero gli estremi delle ali laterali). Ignora i plate di colore rosso sul fondo, non li avevo del corretto colore e ne ho messi di temporanei. Questo perché o sono rimbambito e ho sbagliato a ordinare i pezzi, oppure salteranno fuori più avanti perché magari con altre modifiche potrò riutilizzare quelli originali che avanzeranno.

Così a naso direi che la possibilità che io sia rimbambito è la più plausibile.

I due piccoli triangolini sostituiscono quello grande indicato nelle istruzioni in alto.

Tale variante (che non è ancora completa perché richiederà cambiamenti anche sulla parte superiore, con le buste dei prossimi giorni) è votata a lasciar libero l'interno dell'elemento rettangolare, per il quale ho previsto un esplosivo incarico.

Al termine del terzo giorno abbiamo finalmente la caratteristica forma del Galaxy Explorer.

In basso i pezzi del fondo avanzati e quattro brick bianchi. Questi li ho sostituiti non perché si sarebbero visti, ma per rinforzare maggiormente la struttura: ho utilizzato componenti Technics blu coi buchi e li ho fissati ai rettangoli strutturali tramite pin neri (che puoi notare nell'immagine precedente).

Giorno 4

Sono davvero così necessarie le foto delle buste? Hmmm… direi di no; anche perché a breve Lego, molto responsabilmente, passerà a quelle di carta. A partire da oggi ne faremo a meno…

Giornata breve, tra l'altro, visto che il quarto sacchettino contiene semplicemente le decorazioni laterali del lato frontale.

Quindi nessuna modifica, a domani.

Giorno 5

BA-BA-BA-BA-BAM, oggi cominciamo col botto!!

Sono reduce da un impegnativo pranzo di compleanno (mio) ragionevolmente alcolico, e ho fatto il doppio della fatica ad assemblare la quinta busta (ma anche a scattare ed elaborare le foto). Quindi il botto è in realtà quello del tappo della bottiglia (di ottimo Syrah).

La prima modifica è molto soft. Ho arrotondato un pochino la punta della navetta, sia sopra che sotto, perché quella di default risultava troppo spartana. Ho anche aggiunto due anellini gialli ai laser, soluzione che ricorda un po' quella dell'Y-Wing UCS, per due motivi: primo per spezzare la monotonia del colore grigio, e secondo perché gli altri elementi non coprivano interamente l'axle nero che li attraversa, ed era bruttino da vedere (puoi vedere il gap nell'immagine delle istruzioni).

Devo ancora decidere se stanno meglio lì o un pochino più indietro; per ora li lascio così, poi vediamo.

La seconda variante si riallaccia a quella di due giorni fa. Ho tolto il plate indicato in rosso e l'ho ricostruito con elementi più piccoli (mostrati in verde). Il tutto per lasciare libero lo spazietto giallo, che si trova sopra la ormai famosa scatolina rettangolare.

Il resto del sacchettino serviva a piastrellare la superficie esterna dell'astronave. Da domani prevedo costruzioni più stimolanti. :)

Giorno 6

Ecco, appunto.

La prima operazione di oggi è stata spostare più indietro gli anellini gialli dei laser.

Ho seguito fedelmente le istruzioni originali, che si sono concentrate sull'ingegnoso sistema di fuoriuscita della rampa posteriore e una piccola parte degli interni dell'astronave.

Il robottino più lo guardo e più mi fa venire l'orticaria. Credo che lo sostituirò prima della fine con qualcosa di meno caricaturale e più evocativo; qualcosa tipo quello qui a destra.

Giorno 7

Oggi, con l'aggiunta del portellone scorrevole e dei due generosi cristalli superiori (di vero transparisteel, come negli abitacoli delle navette di Guerre Stellari), ho concluso la zona laboratorio.

Le modifiche di oggi sono minuscole: ho aggiunto un ulteriore mattoncino zigrinato, tanto per rendere la superficie meno monotona (ce ne sono già un paio ufficiali nella parte anteriore dell'astronave).

Ho anche inserito due plate 1×6 blu al posto di quelli gialli ai lati dei lettini (puoi vederli sporgere dal retro dell'abitacolo nelle foto dal secondo giorno in poi), perché risultavano decisamente fuori luogo.

Giorno 8

Eccoci alfine giunti alla parte più cicciosa delle modifiche!

Oggi terminiamo lo scafo del Galaxy Explorer, la busta di domani servirà ad assemblare i motori e, penso, qualche altro greebling estetico.

Di pezzi ne sono avanzati una caterva (si dice ancora?), perché ho modificato pesantemente tutto il lato posteriore dell'astronave.

Cominciamo dal "tetto". Qui il nuovo Galaxy Explorer si discosta parecchio dall'originale, ma a mio avviso risulta troppo piatto (e, nonostante questo, si innalza troppo dal corpo della navetta) e spigoloso. Ho preferito armonizzare meglio le curve, in particolare nel punto in cui si connette al vetro dell'abitacolo:

Ho inoltre aggiunto una piccola antenna radar (volendo, può essere rimossa in mezzo secondo), che torna sempre utile in un velivolo dedicato all'esplorazione di strani, nuovi mondi…

La parte finale del Galaxy Explorer originale aveva una sorta di gradino inclinato a sbalzo.

Il nuovo modello va su dritto. Il perché lo ignoro, ma così si va a perdere una delle caratteristiche più iconiche del set.

Dal profilo si nota anche quanto sale la parte tra l'abitacolo e l'alettone (lo fa perché all'interno ha il meccanismo di aggancio dei portelloni, che vedremo più avanti). Sembra una piramide!

Ho pertanto ripristinato l'imperdonabile mancanza. Già che c'ero ho aggiunto un'ulteriore finestrella, in modo che illuminasse meglio la zona cargo.

Avendo modificato la parte superiore, ho dovuto necessariamente ripensare il sistema di aggancio dei due sportelloni.

Nella foto sopra l'originale.

Qui sotto quello nuovo, che è un po’ meno invasivo, specialmente nei colori. Ho colto l'occasione per aggiungere due scaffali nella parte posteriore, ricavati proprio ricostruendo il sedere a sbalzo.

Per concludere, ricordi le modifiche del giorno 3 e 4? Bene, alla fine servivano per inserisci un bel paio di missili:

Continua a ignorare il pezzo blu (e anche quello rosso nella prossima foto): alcuni di quelli mancanti li ho recuperati dai pezzi avanzati, ma me ne mancano ancora un paio che ordinerò presto.

Valeva la pena fare tutto questo casino per ricavare due minuscoli slot (gli altri due che vedi, quelli più interni, ospitano i carrelli quando vengono chiusi) nei quali inserire due dispositivi che nemmeno si vedranno quando l'astronave è appoggiata per terra?

Boh, non lo so, ma a me piacciono molto. E comunque, va bene che l'Explorer non è un veicolo da combattimento, ma pure l'Enterprise di Star Trek aveva un bel po' di sistemi di difesa, qualora le missioni (praticamente tutte) fossero andate per il verso sbagliato.

Abbiamo finito anche oggi, ci vediamo domani per il capitolo finale della costruzione. :)

Giorno 9

Con la vigilia di Natale, e l'aggiunta del rover e dei quattro motori (due dei quali si sganciano e possono trasformarsi in mini-navette), possiamo finalmente dichiarare conclusi i lavori.

Che poi… proprio conclusi conclusi tecnicamente no, visto che sarò costretto a progettare un piedistallo (qualcosa di simile a questo) per poter esporre questa immensa astronave all'interno della vetrinetta dei Lego, che non risulta larga abbastanza per la sua apertura alare:

Confrontandola col modello originale del 1979, è grossa almeno il doppio.

Le proporzioni non sono del tutto corrispondenti, il nuovo modello è più affusolato e aerodinamico.

I motori del Galaxy Explorer sono sempre stati super sproporzionati, ma nella nuova evoluzione sono decisamente fuori di testa (e in senso buono)!

Questa è l'effettiva superficie dei due velivoli, se sovrapposti l'uno all'altro.

È stata una lunga avventura, che si è protratta per buona parte delle feste natalizie.

Tutti a bordo, che si parte! :)

Il supporto

Bene, una volta terminato questo elefante spaziale, dovevo trovargli un posto. In casa mia i set Lego o entrano in qualche vetrinetta, oppure non li monto; non sopporto l'idea che possano diventare un comodo materasso per la polvere.

Però ho terminato lo spazio, per cui ho dovuto essere creativo. Armato di metro mi sono messo a prendere infinite misure e calcolare infiniti angoli, dopodiché ho realizzato un semplice ma efficace supporto:

Ho quindi incastrato la navicella tra il Galaxy Explorer originale e la spaceship! SPACESHIP! SPACESHIP!, in una maniera che nemmeno io so come, ma che ricorda molto le opere di Escher:

Se nei prossimi giorni dovessi sentire un grosso boato, sappi che non saranno stati i botti di Capodanno. :)

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