Cinque anni fa, ammaliato dalla bellezza di Zelda: Breath of the Wild, ho acquistato un Wii U e l'ho giocato per mesi fino a platinarlo.1Cioè prendere tutte le armature, sconfiggere tutti i nemici, completare tutte le missioni, compresi i due DLC aggiuntivi.
Poi l'ho rivenduto.
Non sono mai stato un fan Nintendo. Intendiamoci, ne adoro la direzione artistica e l'innata originalità, ma sono cresciuto con Commodore 64, Amiga, PC e Mac (da quasi trent'anni); insomma, una strada parallela ma divergente.2Però ho avuto un Wii perché mi divertivo tantissimo ad agitare i nunchuck, e un DS ottenuto accumulando i bollini della benzina.
Adesso che penso di aver praticamente terminato tutte le mappe che volevo realizzare, ogni tanto mi spremo il poco cervello che ho su come renderle più stimolanti e creative. Un pensiero che da qualche tempo mi ronzava in testa era l'idea di farci un puzzle.
Ho scoperto che Ravensburger, azienda leader per questo genere di passatempi, ha da qualche tempo un apposito sito web per creare puzzle personalizzati utilizzando le proprie foto. I prezzi non sono popolari – proprio per niente – ma, a pensarci bene, non è che se ne ordina uno al giorno; si tratta di qualcosa di speciale, come la foto di un momento felice coi propri cari, che verrà appeso alla parete come un quadro prezioso. Quindi il prezzo un po’ salato ci sta.
Ci sono oggetti, nella nostra vita quotidiana, che sembrano fatti per essere maneggiati. Indipendentemente dalla loro funzione, o dal bisogno che ne abbiamo in un determinato momento, il solo toccarli ci provoca piacere. O, perlomeno, lo provoca a me.
Non riesco a guardare un film, una serie TV o un filmato Youtube senza avere qualcosa tra le mani da spippolare (battute su quando guardo PornHub in 3… 2… 1…). Può essere una moneta, un dado, la fighissima medaglia a forma di ingranaggio della limited edition di Gears of War, il cubo di Rubik, un fidget spinner in bronzo… o un accendino.
“Questa è storia di mistero, magia e oscuro evento; tu leggere lei in buio e con vacillante candela. Prego. Grazie.”.
Tutto è cominciato i primi giorni di Ottobre 2020, quando il postino ha citofonato per consegnarmi una misteriosa busta che non stavo aspettando.
L'ho aperta, piuttosto titubante, ed ecco cosa ho trovato dentro:
Un Anello.
Proprio in quel periodo stavo rileggendo per l'ennesima volta il Signore degli Anelli; ma, a essere sinceri, è tutto l'anno che mi interessavo a Tolkien, pertanto l'accostamento tematico è stato piuttosto telefonato.
Il piccolo pacco proveniva — presumo — dalle remote terre orientali. Probabilmente, ma è soltanto una mia supposizione, da quel posto là, che non intendo pronunziare qui.
Durante quel lungo viaggio […] Barbo si imbatté in una strana creatura chiamata Gossip, alla quale sottrasse involontariamente e fortuitamente un vecchio Anello. Non possedeva apparenti capacità magiche, non era d'oro, non era bello, non rendeva invisibili né tantomeno minava la volontà del portatore […]Quindi, in poche parole, tale Anello rappresentava semplicemente un malriuscito lavoro di bigiotteria elfica a basso costo. […] se lo infilò in tasca e se ne dimenticò.
Mi sono arrovellato un bel po' per capire come mai l’avessero recapitato qui nella Contea, chi lo avesse spedito ma soprattutto perché; sfortunatamente la busta non rivelava alcuna informazione utile.
Il monile è molto piccolo, mi entra a malapena nel mignolo della mano. Ho segretamente sperato che, come l'Unico Anello, prima o poi avrebbe cambiato dimensione per adattarsi magicamente a qualche altro dito, ma non è mai accaduto. Ho anche scoperto che mia moglie continua a vedermi, quindi l'invisibilità non fa parte delle sue proprietà magiche. Immagino possieda altre qualità o poteri che non ho ancora scoperto.
Oggi mi sono ritrovato questo volantino nella casella delle lettere. Vista l'assoluta gravità delle intimidazioni ivi contenute, ho ritenuto saggio rendervi partecipi di tale imminente pericolo:
Ammetto di essere molto preoccupato, in primis per la caduta di Babilonia con tutte le sue distillerie e cantine di vino, e poi perché non sono certo di non aver mai adorato la bestia anche di domenica. Solitamente sto bene attento, ma qualche volta — magari per ingiustificabile distrazione — potrebbe essere capitato.
Sui miei Mac ho sempre avuto cartelle, sparse qua e là, in cui salvare quelle immagini idiote che vengono postate sui social network o che arrivano tramite WhatsApp, Telegram e tutte le infinite applicazioni di messaggistica che affollano il nostro presente. Meme che non si sa mai dove mettere dopo averli condivisi con gli amici, ma che è un peccato buttare.
Il problema è che non c'è modo di catalogarli, se non — per l'appunto — mettendoli in directory chiamate "cazzate" che poi finiscono in giro per gli hard disk.
Allora mi sono detto "perché non farci un sito web"? Solo per le cose più belle, quelle che mi fanno sghignazzare tutte le volte che le rivedo. Almeno ho un posto dove trovarle quando le cerco e molta meno spazzatura sul computer.
Così Han Solo sta passeggiando lungo i corridoi di Bespin, in compagnia del suo vecchio amico Lando.
Leia è lì, e non è niente male. Han pensa a una fugace cena — qualche bicchiere di vino, un po' di flirting — e via di corsa agli alloggi degli ospiti con sua Prelibatezza Reale.
Attenzione, se non avete mai giocato a Elite negli ultimi 30+ anni e avete intenzione di farlo, evitate di leggere questo articolo perché contiene rivelazioni su tutte le missioni speciali.
Elite è un videogioco di simulazione spaziale, creato originariamente da David Braben e Ian Bell nel 1984, che si è diffuso su quasi tutte le piattaforme di home computer esistenti durante il corso degli anni '80. È stato il primo gioco ad avvalersi di grafica tridimensionale, sebbene la limitata potenza dei computer dell'epoca permettesse soltanto l'uso della modalità fil-di-ferro, ciononostante è considerato ancora oggi il capostipite di tutti i giochi spaziali e, di sicuro, uno dei più originali.