
Poco meno di un anno fa ti ho parlato del meraviglioso Jeeg CM’s, la più bella incarnazione reale – fino a oggi – del mitico Robot d’Acciaio anni ’70. Cinque mesi fa ti ho invece avvisato dell’imminente preordine di una nuova versione dell’italianissimo ZPRO-01, che prometteva alcune significanti modifiche al precedente modello.
Bene, dopo un lungo viaggio in nave dal lontano oriente, questa settimana è finalmente approdato sulle nostre spiagge. O farei meglio a dire sono approdati, perché oggi vedremo ben due versioni dello ZPRO 2.0, al tempo stesso uguali e molto differenti tra loro. Avevo inizialmente previsto di attendere l’arrivo di entrambi i modelli ma, sebbene siano giunti in Italia con il medesimo container, quello in edizione limitata necessita ancora di alcuni giorni di lavorazione aggiuntiva, tra numerazione e personalizzazione dei contenuti. Gli riserverò pertanto un articolo dedicato in un secondo momento.
Lo ZPRO Anime version si presenta con colori identici a quelli del cartone animato. Nonostante possa sembrare logico che un modellino robot sia simile alla propria controparte televisiva, accade molto raramente nella realtà. Questo perché ogni azienda apporta cambiamenti più o meno invasivi e interpretazioni personali per andare incontro a determinate caratteristiche che molti collezionisti tendono a prediligere. Per esempio il metallo è solitamente lucido e riflettente, perché i luccichii restituiscono una sensazione premium all’interno della vetrina espositiva. Allo stesso modo colori più carichi o contrastati rendono il soggetto più piacevole alla vista.
In questo caso Nicola Sandrini, il titolare del sito di collezionismo Zona Hobby e creatore del progetto, ha scelto la massima fedeltà con il cartone animato. Ha inoltre optato per un’inedita finitura satinata, che elimina qualsivoglia riflesso e permette di godersi le forme di Jeeg senza alcuna distrazione.
Avendo già il CM’s non ero inizialmente intenzionato ad acquistare questa versione, ma è stato sufficiente ammirare alcune immagini online per farmi immediatamente cambiare idea.

La scatola a mio avviso non rende piena giustizia al robot. Rispetto alla prima versione sono state apportate alcune modifiche, alcune volontarie altre necessarie. Durante i dieci anni che sono passati dalla prima edizione Action Toys, l’azienda cinese che ha fisicamente realizzato il Jeeg, ha smarrito alcuni stampi per cui si è reso necessario rifarli. Non possedendo l’edizione 1.0 non sono in grado di capire queste differenze, ma ritengo siano del tutto trascurabili. La testa, invece, è stata rifatta da zero. Non l’ha disegnata Nicola ma l’ha riprogettata direttamente Action Toys e devo dire che ha colpito nel segno. Trattandosi di un oggetto tridimensionale cambia molto a seconda dell’angolazione da cui lo si osserva. Frontalmente appare come nell’immagine a inizio articolo, che a mio avviso è proprio Jeeg. Sulla confezione è invece ripreso dal basso e appare un po’ più tondeggiante, quasi cicciotto, come se stesse sorridendo per lo scatto. È sempre riconoscibile ma a mio avviso un po’ meno somigliante.
All’interno c’è la solita cura: ogni singolo pezzo è avvolto in un sacchettino protettivo e il tutto è inserito in una confezione di polistirolo, proprio come i giocattoli di quando eravamo piccoli. Forse è un pelino meno eco friendly, ma è decisamente più elegante di un blister in plastica trasparente.
Esattamente come nella precedente versione troviamo il robot, due trivelle spaziali, un bazooka, due cosce per consentire la posa inginocchiata del doppio maglio rotante e tre differenti mani: quella doppia, una destra aperta per sostenere il bazooka e una come a dire “ehi!” che puoi vedere all’inizio del post.
Da questo momento lo confronterò con il CM’s, che è di fatto il suo più stretto rivale.

Eccoli qui davanti all’album delle figurine: ZPRO a sinistra, CM’s a destra. Noto soltanto adesso che la posa con la gamba avanzata non è particolarmente fotogenica ma pazienza; immaginala dritta come l’altra. Nell’insieme il corpo è un pochino più armonioso del CM’s – in particolare nella zona della vita – ma non si tratta propriamente un pregio: Jeeg non è mai stato un fotomodello ma una figura possente e tarchiata; una delle sue mosse finali è abbracciare e stritolare gli avversari serrando le forti braccia intorno al loro corpo come un Boa Constrictor. Questo aspetto il CM’s riesce a catturarlo meglio, anche se in questo modo fallisce l’appuntamento con i rigorosi canoni estetici dell’arte greca classica e risulta un pochino (volutamente) sgraziato.

Da notare in particolare il dettaglio dell’avambraccio. Quello del CM’s è molto pompato, forse troppo… sembra Braccio di Ferro. Però quello dello ZPRO è decisamente troppo minuto. Una via di mezzo tra i due sarebbe stata perfetta.
Un grande vantaggio che ha il nuovo Jeeg è avere la calamita anche sul polso, mentre il CM’s ha una doppia soluzione di pugni sparanti (sensibilissimi, è molto facile farli partire involontariamente mentre lo si maneggia) o a incastro, in entrambi i casi poco pratica.
Veniamo alla testa:

Qui non c’è storia, lo ZPRO ricorda molto più Jeeg rispetto al CM’s, che sembra un gatto ghignante e molto compiaciuto. Un cambiamento dal giorno alla notte rispetto alla prima versione, che era davvero inguardabile (molti lo avevano soprannominato “Bulldog”). È curioso, perché fino a oggi ho sempre considerato il Jeeg CM’s il più somigliante a quello reale tra tutte le riproduzioni realizzate. Un particolare che mi piace di più nel CM’s è la parte inferiore del petto che è più arcuata rispetto alla linea dritta dello ZPRO (lo noti meglio un paio di immagini più su).

Per quanto riguarda i piedi i due robot adottano un approccio molto differente. Quelli dello ZPRO sono molto fedeli quelli del Jeeg, anche se sono decisamente grossi. Quelli del CM’s non si possono guardare, sembrano gli zoccoli di Fantozzi in vacanza a Capri anche se hanno il pregio di potersi piegare, rendendo la posa inginocchiata un po’ più realistica. Potendo scegliere avrei ridotto un pochino la dimensione di quelli dello ZPRO, perché la stabilità di entrambi i robot non è mai stato un problema.

Come accennato in precedenza, grazie all’accessorio delle cosce incavate lo ZPRO può assumere una perfetta posa inginocchiata, laddove il suo cugino CM’s può soltanto accennarla (ma non è male, tutto sommato). Dove invece il CM’s prende il largo sono le braccia allungate in avanti, perché dotato di un paio di spalle alternative con specifiche scanalature (simili alla coscia speciale dello ZPRO) pensate apposta per l’occasione. A differenza del CM’s che le ha fisse, lo ZPRO ha uno snodo sulle spalle che permette di spostarle in avanti, ma non è comunque sufficiente. Mettendogli gli accessori modificati (vedi immagine a destra) riesce anche lui a effettuare una posa perfetta; sfortunatamente le calamite non sono perfettamente compatibili e le braccia non stanno su.

Un altro dei motivi per cui lo ZPRO riesce a piegare così bene le gambe risiede nel meccanismo del ginocchio. C’è una piccola copertura calamitata (la puoi vedere tra i due robot) che può essere rimossa per consentire alla gamba di ruotare all’indietro. Un ulteriore meccanismo interno favorisce una parziale fuoriuscita della calamita, e quindi maggior angolo di rotazione. Ne approfitto per far notare che entrambi i robot hanno le viti a vista, ma opzionalmente il CM’s è fornito di tappini colorati per poterli chiudere (quelli delle gambe hanno anche la righetta gialla). Personalmente non mi dispiace vedere le viti, perché erano tipiche dei robot anni ’70-’80. Non mi piace però il posizionamento di quelle del polpaccio nello ZPRO, perché sono laterali e si notano troppo nelle pose laterali.1Sfortunatamente anche le cosce alternative hanno le viti laterali (al contrario di quelle regolari), e questo rende la posa inginocchiata meno pulita.

Curiosamente, il medesimo meccanismo che lo ZPRO ha nelle ginocchia il CM’s ce l’ha nei gomiti, e riesce così a piegarli quasi a 180°; lo ZPRO è limitato a poco meno della metà. Nella foto non si nota ma il pugno dello ZPRO è a circa mezzo centimetro dal petto mentre quello del CM’s è a contatto. Tale soluzione ha però la controindicazione che a livello del gomito si nota un antiestetico buco. In ogni caso anche il limitato movimento del Jeeg italiano è più che sufficiente per buona parte delle pose.

Le Trivelle Spaziali dello ZPRO sono decisamente imponenti. Quelle del CM’s non mi sono mai piaciute perché ho sempre trovato quel rosso metallizzato un po’ troppo chic.
Passiamo alle operazioni di peso:

Con i suoi quasi 323 grammi, ben 115 più dello ZPRO, il CM’s rimane il re dei pesi massimi. Questo è dovuto al fatto che ha più parti in metallo:
| ZPRO | CM’s | |
| Testa | Plastica | Plastica |
| Busto | Metallo | Metallo |
| Vita | Plastica | Metallo |
| Bacino | Metallo | Plastica |
| Spalle | Plastica | Plastica |
| Avambracci | Plastica | Plastica |
| Pugni | Plastica | Plastica |
| cosce | Plastica | Metallo |
| Polpacci | Metallo | Metallo |
| Piedi | Plastica | Metallo |
Lo ZPRO è comunque un prodotto solido e appagante e 200 grammi sono una cifra di tutto rispetto per un robot di queste dimensioni (le controparti in plastica faticano a raggiungere i 100).
Prima che mi dimentichi vorrei tessere le lodi delle sue calamite, che risultano essere le più potenti che io abbia mai riscontrato in un robot magnetico. Quelle del CM’s non sono affatto deboli, ma queste sono incredibili, al punto che è possibile sollevare il robot in posizione orizzontale (e anche agitarlo un po’) senza che il peso delle gambe le faccia flettere, a differenza di quanto accade con il CM’s (il quale, va però notato, le ha interamente in metallo). Un dettaglio che contribuisce a rendere lo ZPRO così stabile è la presenza di una superficie gommata negli incavi, che garantisce un attrito saldo e sicuro.

Il verdetto finale parla chiaro: benché il CM’s abbia un posto speciale nel mio cuore, il nuovo ZPRO viene eletto di diritto – da me stesso medesimo – il nuovo re della categoria. È il Jeeg più bello che sia mai stato prodotto fino a questo momento, al netto di tutti i piccoli difetti che ho elencato nel corso dell’articolo.
Il mio consiglio finale è di cercarlo immediatamente. È vero che è ormai ufficialmente sold out; ma, essendo uscito da pochissimi giorni, magari su qualche negozietto online si riesce ancora a trovare a prezzi ragionevoli (anche se ho cominciato a vederlo su Ebay a 600 euro e più).
Non fartelo scappare, fidati. :)