
Adoro Indiana Jones e ritengo il terzo capitolo, quello sulla ricerca del Santo Graal, il migliore della serie e uno degli immortali capolavori della storia del cinema. Al di là della solida trama, la sinergia che si instaura tra i personaggi di Harrison Ford e Sean Connery è pura magia.
Uno dei punti cardini attorno a cui ruotano le vicende è il diario del professor Jones Senior, il padre di Indy. All’interno sono appuntati tutti i suoi studi sull’ipotetico luogo in cui la leggendaria coppa di Cristo potrebbe essere ubicata. La pellicola non si sofferma in maniera particolareggiata sui contenuti ma di tanto in tanto ci regala qualche fugace inquadratura delle pagine, utile a risolvere eventuali enigmi o a suggerire una svolta inaspettata nella storia.

La copia realizzata per il film è un po’ tarocca: contiene gli schemi e i disegni che riusciamo a scorgere durante la visione, ma tutte le altre pagine sono finte o ripetute. D’altra parte non ci sarebbe stato alcun motivo per realizzare un manoscritto completo che nessuno avrebbe mai potuto visionare. Almeno fino a quando non sono arrivati i veri fan di Indiana Jones.
Eh sì, perché nel corso degli ultimi decenni numerose persone hanno cercato di ricostruire questo misterioso diario, prendendo le immagini direttamente dal film (o dalla copia originale, le cui limitate immagini sono state mostrate in alcuni documentari) e dandogli un senso logico. Col tempo sono nate due varianti: la copia esatta che contiene esclusivamente il materiale filmato, ma ripetuto svariate volte; e poi quella denominata storia, nella quale qualcuno con molta iniziativa ha provato a immaginare una cronologia di studi coerente. Oggi ci sono un paio di persone che realizzano e vendono copie di questo diario, ma i prezzi sono pressoché proibitivi: parliamo di circa 300 dollari, che possono lievitare a 500 e più a seconda del tempo richiesto per renderlo più o meno realistico.

Comprensibile, eh, perché le pagine vengono rilegate insieme manualmente; poi invecchiate con un pennellino una a una.1Non si possono fare tutte insieme: si aspetta che le prime due si asciughino e si passa alle successive; e così via… Infine viene realizzata la copertina – in pelle e della misura esatta – che va infine anticata anche lei. Inoltre, oltre al libro stesso, ci sono una quantità smisurata di contenuti aggiuntivi (mappe, cartoline, foto, biglietti di viaggio…) da inserire tra le pagine. D’altra parte è un taccuino che Henry Jones ha messo insieme nel corso della sua intera vita.
Insomma, un lavoro estremamente complesso.
Io ne ho sempre voluta una copia, ma naturalmente una copia come dico io. E io dico che la voglio in italiano. Quindi non mi basta reperire le pagine di questo benedetto diario e stamparle, me le devo tradurre una a una, e poi ovviamente riscriverle con la calligrafia di Henry Jones.
Parliamo di più o meno 256 pagine. Pagine da trovare, tra l’altro, perché non è che questi tizi, che ovviamente hanno impiegato anni a perfezionare il proprio lavoro, vengono a regalarle a te.
Ci vengono in aiuto le riproduzioni cinesi, la cui origine non è ben chiara. Può darsi abbiano preso i fotogrammi del film e li abbiano ricostruiti; oppure potrebbero aver acquistato una di queste copie amatoriali e fotocopiato tutto; oppure attinto dalle numerosissime pagine web in cui si discute del diario e alcuni utenti provano ad azzardare ipotesi e pubblicare disegni degli ipotetici contenuti.
Rivoltando il web come un calzino ho trovato un forum nel quale un generoso e intraprendente utente ha provato a mettere insieme tutto questo materiale. Studiandolo un po’, però, ho notato numerose incongruenze: pagine non corrispondenti, immagini differenti, formattazione non coerente; la narrazione degli eventi non è cronologica e il testo di molte pagine si interrompe improvvisamente senza alcun motivo. Inoltre sono fascicolate già per la stampa, così che le pagine non sono consecutive ma utilizzano un ordine tutto loro (ho provato a stamparle e ho gettato via mezza risma di carta, perché favoriscono l’aspetto visivo e non quello logico).
Ecco dunque ciò che dovrò fare se dovessi decidere di cimentarmi seriamente in questa missione. Missione che prevedo molto a lungo termine e che richiederà una quantità incalcolabile di tempo e risorse:
- Ordinare cronologicamente le pagine esistenti;
- Trascrivere tutto il testo in corsivo in un file di testo, facendo del mio meglio per indovinare parole non ben leggibili o coperte dalle mani degli utenti.2Molte pagine mostrate nelle videorecensioni non sono presenti nella raccolta che ho scaricato; ho pertanto catturato degli screenshot. Ovviamente non sempre sono a fuoco e non sempre il testo è perfettamente leggibile.
- Tradurre il testo in italiano, cercando di renderlo scorrevole e nello stile narrativo di Henry Jones;
- Ricreare ogni singola pagina grafica con scritte in corsivo e immagini che avrò estratto dalle pagine originali (o ridisegnato, se non pienamente soddisfatto della fonte);
- Impaginare il tutto e prendere una decisione: un diario interamente rilegato a mano con pagine invecchiate e inserti; oppure un libro stampato con inserti; oppure un libro stampato con anche gli inserti stampati. Ognuna di queste varianti avrà chiaramente un costo realizzativo differente.
- Godermi questo benedetto diario, ed eventualmente metterlo a disposizione di chiunque ne volesse una copia.

Nel momento in cui sto scrivendo questo articolo ho più o meno ordinato cronologicamente tutte le pagine. Ci sono dei buchi all’interno, perché molti fogli non ci sono e dovrò inventarmi qualcosa. Poi ci sono pagine “d’avanzo” che non so bene dove inserire, ammesso abbiano una qualche utilità narrativa (non appaiono nelle riproduzioni, e ne ignoro l’origine). Molte sembrano valide, per cui vedrò se sarà possibile incastrarle dentro da qualche parte.

Ho anche cominciato il lento e sfiancante lavoro di trascrizione del testo, un po’ con il limitato aiuto delle AI, e in gran parte a mano, perché il corsivo da dottore non viene ben digerito dalle macchine.
Una volta digitalizzate tutte le 256 pagine, ricostruiti i vari capitoli ed eventualmente aver tappato i buchi narrativi con un po’ di fantasia, probabilmente riuscirò a integrare anche le pagine orfane che al momento sono 35.
Chiudo l’articolo con un paio di esempi di come nelle mie intenzioni apparirà il lavoro finale.

Questa è la prima pagina del diario, che è differente da quella della raccolta. L’ho quindi interamente ricostruita ridisegnando la firma di Henry Jones, la macchia di inchiostro e traducendo l’incipit con uno stile più evocativo, pur mantenendone il significato originale.

Questo è l’inizio del primo capitolo, e racconta perché il professor Henry Jones è divenuto così ossessionato dalla ricerca del Sacro Graal. La calligrafia e lo sfondo delle pagine sono ancora provvisorie; quando (e se) impaginerò il tutto per la stampa cercherò di realizzare uno stile grafico che sia vario, rovinato e che includa qualche macchia e segno del tempo.
Nota: quasi tutti si avvalgono dell’uso di tè o caffè per macchiare le pagine, ma è una tecnica che non mi piace per niente. Per prima cosa fa puzzare le pagine (e non di carta antica); poi, col passare del tempo, queste sostanze organiche tendono a decomporsi e dare origine a muffe e altre porcherie, e a macchiare dita e superfici. Naturalmente renderò tutte le pagine increspate e ondulate, e ovviamente ci saranno macchie e parti rovinate; ma tutti questi effetti saranno stampati (e comunque virtualmente indistinguibili dalle pennellate di schifezze).
Per il momento mi fermo qui. Se nei prossimi mesi avrò fatto qualche progresso, pubblicherò un nuovo articolo con gli aggiornamenti. Se lo avrò abbandonato, questo rimarrà un divertente esercizio di stile.
“A presto dottor Jones!”
Ma scusa ma non fai prima a comprare una copia? Con tutto il tempo che metterai a ricostruire il contenuto altro che 500€.
E poi ho un dubbio. Il font. Per quanto uno usi un buon corsivo un font su computer ha le lettere sempre identiche e non si scrive a mano in modo identico. Come potrai ovviare al problema?
Due ottime domande. Per il font esistono metodi grafici per distorcerli leggermente, in modo che le lettere non siano completamente identiche tra loro. Alcuni includono varianti per ogni carattere (o legatura), che vengono inserite casualmente durante la scrittura. Ma alla fine non è così importante, se ne trovo uno carino va bene così. Anche le copie sono fatte così. Oppure potrei riscrivere tutto a mano: alla fine, lavorone folle per lavorone folle, non mi sembra nemmeno la parte più impegnativa del progetto. :)
Venendo al discorso “acquistarne una già pronta”, io la voglio in italiano, e non esiste. E poi ci sono errori anche nelle copie (almeno una mappa è sicuramente ripetuta due volte).
E poi dovrò pur trovare qualche sistema creativo per perdere tempo, no? :)
Assolutamente per perdere tempo siamo d’accordo ma, se ne prendi una per sostenere, hai una versione più credibile da copiare e tradurre.
Se ne prendessi una, mia moglie mi caccerebbe di casa (e poi, una volta finito il lavoro, non mi servirebbe più). Invece il tempo libero è gratis. :)