Quando sono sola

Quando sono sola, amo dormire con un mucchio di roba sul letto, nella parte libera, dico. I vestiti che mi tolgo di dosso sono d'obbligo, poi di tutto: cd, giornali, videocassette, la mia agenda, un paio di pelouches, le briciole del mio panino e – quando ho finito di usarlo – ci piazzo pure il portatile. Sarà che è meno triste, sarà un modo per riempire gli spazi vuoti. E devo stare attenta a non muovermi troppo, la notte, in modo da non buttar giù nulla sul pavimento.

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Anniversario

Oggi sono uscita di nuovo. Come mi aveva suggerito quello che mi conosceva tanto bene, mi sono fatta bella: leggero chiaroscuro per i miei occhi che hanno quel colore cangiante delle foglie tra il giallo, il verde e il nocciola, caldo e morbido color mattone sulle labbra, ma solo una carezza, perché è bella ancora, la mia bocca, del bianco vivo vicino al viso che me lo illumini insieme all'aria fredda, il cappotto blu che mi si stringe ancora addosso sottile e veloce come a una ragazza che va all'università, le scarpe basse per lasciare sempre libere le caviglie che ho ancora nervose, la Louis Vuitton falsa che dentro ci sta tutto il mio, e via in centro dove c'è gente, gli altri da cui sono stata lontana, quella gente normale e impazzita per i regali di natale, tutte le signore con le pellicce e gli scialli da zingara di lusso, i colbacchi di pelo, le Louis Vuitton quelle vere, i profumi ingombranti per marcare un territorio di alterigia, le rughe sotto il cerone, l'età pietosamente scritta in viso.

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Leggenda natalizia

Vi siete mai chiesti perché su diversi puntali dell'albero di Natale c'è un angioletto sulla cima?
La risposta è data da un'antica leggenda lappone: era il 24 Dicembre di molti anni fa e Babbo Natale si svegliò già impensierito per il duro lavoro che lo aspettava quella sera. Alzandosi dal letto si accorse che i suoi stivali neri non erano lì accanto.
Preoccupato chiese spiegazioni ad uno gnomo che gli spiegò che gli stivali erano a lucidare.
Così tornò in camera ma si accorse con disappunto che neanche i pantaloni rossi erano al loro posto.

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Babbo Natale esiste davvero?

Qualche tempo fa la rivista scientifica americana SPY ha condotto uno studio approfondito sull'esistenza di Babbo Natale. Questi sono i risultati cui sono pervenuti.

Nessuna specie conosciuta di renne è in grado di volare. Tuttavia ci sono circa 300 mila organismi viventi ancora da classificare e sebbene la maggior parte di questi siano insetti e germi, non possiamo a priori escludere tra essi la Renna volante che solo Babbo Natale ha visto.

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La telefonata

E' mercoledì e tengo un dito nel naso.
Mi chiedo se sia più il caso essere malinconico o contento, e scelgo contento. Non tanto perché siamo vicini a Natale e questo non fa testo, visto che Natale incombe all'incirca da gennaio; sono contento perché ha piovuto tutta la settimana e stanotte ha smesso e fuori c'è un sole surgelato ma non gocciola e stasera posso mettere il costume da Babbo Natale per andare al lavoro.

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L'inferno è esotermico o endotermico?

Gustavo Doré - Inferno
Gustavo Doré – Inferno

Un professore di termodinamica ha assegnato un'esercitazione a casa agli studenti del suo corso di laurea. Il compito consisteva in una domanda:

L'inferno è esotermico o endotermico?1Esotermico = Libera calore
Endotermico = Assorbe calore

Sostenete la risposta con delle prove.

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Galateo di roleplaying per signorine

Questo breve manuale è indirizzato alle fanciulle desiderose di giocare a Twilight 2000, Danger International, Delta Force e affini, senza sapere nulla di armi (e senza alcun desiderio di impararlo).

Sei seduta al tavolo di gioco, con persone apparentemente normali. Non farti ingannare dalla prima impressione: i modi urbani e l'aspetto rassicurante nascondono dei folli invasati, come avrai modo di scoprire.

Prendiamo una situazione tipica. Siete dei prodi mercenari trincerati in una foresta mentre attorno a voi piove il prodotto nazionale annuo di munizioni del regno di Ruritania. Il Master si rivolge all'individuo seduto accanto a te e gli chiede quali siano le sue intenzioni. «Suicidarsi? Arrendersi? Farsi prendere dal panico?» pensi tu. Niente di tutto questo. L'individuo consulta la propria scheda con espressione di tranquilla competenza e annuncia: «Prendo il ci-nove-barra-tre e lo carico con sei braz, sgnaccolo la fivola, arroccio il barigonzolo, faccio tre whops con scappellamento a destra in due fasi punto sette che diventano zero punto uno perché sono in copertura zigrinata alare, quindi ho più centosettanta a cui sommo ottanta grazie al waka barra cinque dal momento che è notte».

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Oggi mi rode

Oggi mi rode.
Più del solito, intendo. È proprio uno di quei giorni in cui striscio per vicoli bui tra le viscere della terra, con gli occhi di serpente e la mia ombra rubata.
Acido e tempeste si miscelano gorgogliando tra i denti di squalo, con ritmica frequenza, i polmoni respirano ghiaccio e lava. Sono pronto a fronteggiare chiunque, il veleno mi brucia le labbra.

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Vacanza virtuale

No, non sono sparito, mi sono solo concesso una vacanza virtuale.
Da qualche mese frequento un newsgroup tecnico americano, un po' per bisogno, un po' per diletto, un po' per perfezionare quella sorta di Inglese maccheronico che si impara a scuola, istituti superiori inclusi.

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Vladimiro e i suoi colori

vladimiro

Vladimiro è un ragazzo di circa quarant'anni. Alto, magro, con una folta barba nera ben curata. Veste casual, maglioncino blu sopra una camicia a righe bianche e rosse e un paio di jeans. Ha i capelli spettinati, tutti orientati sulla destra, come se un vento dispettoso seguisse i movimenti della sua testa. Sorride sempre, ama la vita e non lo nasconde.

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Leggende metropolitane

Queste notizie le ho raccolte qua e là. Storie che tutti abbiamo sentito e a cui abbiamo un po' creduto in età più giovane.
Alcune sono veramente incredibili ma fanno comunque rizzare i capelli in testa quando le ascoltiamo, altre sono certamente impossibili, o almeno ce lo auguriamo.
Leggende che ci si racconta ancora tra amici, davanti al camino, nelle fredde serate invernali…

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«Non sa chi sono io» funziona ancora

Mi ricordo di quando s'isolava a ripetizione il telefono della mia abitazione. Passavo intere giornate al bar sottocasa a conversare nervosamente con la segreteria preregistrata del 182. Dopo 24 ore la linea tornava attiva, ma la cosa durava poco e il dì successivo daccapo a digitare e protestare e così via per un mesetto. Fin quando non mi convinco a bussare all'ufficio competente dove un usciere mi spiega che l'utente non può entrare ma se c'ha qualcosa da reclamare deve consultare il 182. E' lì, di fronte al fatidico e granitico 'comma 22' (quello del paradosso tipo: non puoi avere diritto all'accesso se prima non hai il permesso ma il permesso ti viene concesso solo oltre la porta d'ingresso), è lì che ho avuto l'illuminazione e ho detto «Sono un giornalista!». Mi si sono spalancati i reticolati di protezione, mi hanno presentato un funzionario il quale si mise a mia totale disposizione per ogni possibile disfunzione telefonica vita natural durante. Ora purtroppo egli è beatamente in pensione.

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Generazione B

glass of beer

Bionda, rossa o scura, nonostante l'età (più di 5.000 anni), non si arrende anzi è sempre sulla breccia, cercata soprattutto dai giovani.
La birra, con i suoi ingredienti sempre uguali (cereali, acqua, lieviti e luppolo) unisce da sempre il Sud e il Nord del mondo. E così, se c'era una volta una bevanda sumera, babilonese ed egiziana bevuta da popolo e nobiltà, c'è, oggi, una bevanda che attrae intenditori o semplici curiosi di ogni continente. E in ogni posto la si beve in modo diverso: se gli americani la bevono gelata, nei Paesi britannici si beve 'calda' ed è al centro di un vero e proprio rito sociale; in Spagna è invece usata come aperitivo serale mentre in Belgio è abbinata puntigliosamente al cibo e in Italia accompagna soprattutto la classica pizza.

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Vita

Mi soffermo poco davanti alle altrui sventure e disgrazie. Le seguo, a botta calda, giusto per capire, sentire opinioni, ma solo per decidere con me stesso da che parte stare, o se davvero una parte in cui stare c'è veramente. Ho odiato, in questi giorni, la strumentalizzazione dell'anniversario delle Twin Towers, solo perché dentro di me certe cose restano chiuse, come in conserva, per un uso futuro, per aiutarmi un domani a riflettere o a decidere, o a esprimermi.

Il mondo ha tante montagne, tanti laghi, tante pianure, tutti diversi tra loro. Lo stesso sono i popoli, ognuno dei quali ha proprie culture. Una montagna non si sposta di punto in bianco, la si deve sgretolare, poco alla volta possiamo spostarla. Lo stesso fenomeno accade per la cultura dei popoli, piano piano è possibile variarne la cultura, ma solo piano piano, di punto e in bianco sarebbe solo un trauma negativo.

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Una scienza imperfetta

… e lì, a quel punto, cadde il quadro.
A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro ad un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? […] Non si capisce. E’ una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra.

A. Baricco, Novecento

Sto usando il mio computer.

A un certo punto, senza apparente motivo, si blocca tutto.

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Potenza di spot

La pubblicità sembra essere ormai il dittatore del nostro tempo. Se decide di affermare che una cosa è bella, utile, indispensabile, prima o poi sarà necessariamente considerata tale dalla cosiddetta 'gente comune', nonostante i dubbi che si potranno andare a formare nella mente di qualche inguaribile dissidente: l'ammoniaca, nonostante il suo odore notoriamente insopportabile, grazie alla collaborazione di una invitante etichetta potrà addirittura essere venduta come 'profumata ai fiori di…', senza che una qualche efficacia del deodorante in questione si manifesti sensibilmente durante l'uso. A detta dei produttori e dei loro spot, quindi, la piaga dell'odore ammoniacato sui pavimenti è stata felicemente debellata, mentre nella realtà dei fatti, sappiamo tutti benissimo che, per quei quindici minuti di manutenzione, volenti o nolenti, l'area in questione dovrà rimanere off-limits a tutti gli apparati olfattivi.

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È nato prima l'uovo o la gallina?

Tesi

Dimostrare che il problema che ci si pone, ossia se è nato prima l'uovo o la gallina, appartiene a natura lessicale e non scientifica.

Risoluzione

Parto innanzi tutto dal presupposto che la gallina non è esistita dall'inizio della vita sulla Terra, ma che sia l'evoluzione di un altro essere divenuto gallina in un lungo periodo. A noi, però, non interessa l'intero arco di tempo, bensì solo l'ultima frazione di questo, ossia l'istante in cui l'essere, ormai gallina fino al 99,9%, cova un uovo dal quale ne uscirà una gallina al 100% (vedi figura).

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