Tutte, ma proprio tutte, le mie mappe di Tolkien

Ho cominciato a disegnare le "mie" mappe di Tolkien da poco più di due anni e mezzo e, tra progetti finalizzati, progetti cestinati, progetti rifatti infinite volte, doppie nomenclature, differenti stili grafici, edizioni più o meno colorate, e via dicendo… avrò realizzato come minimo almeno un centinaio di cartine geografiche.

Il blog è pieno di vecchi articoli con note che rimandano a post più recenti, in un groviglio spropositato di caos primordiale. Così non ci si capisce davvero più niente!

La pagina che stai leggendo nasce con un'unica intenzione: tenere conto di tutte le mie mappe passate e presenti (perché è grazie alle prime che siamo giunti alle seconde), illustrandole, mi auguro, in modo chiaro e cronologicamente coerente.

Se invece vuoi vedere una selezione ridotta, per con confonderti troppo le idee, qui trovi un articolo con quelle che secondo me sono le più belle.

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La Terra di Mezzo Minimal

Mi trovo nel mezzo di un nuovo lavoro che, spero, vedrà la luce tra qualche settimana. Durante l'applicazione delle etichette relative ai nomi dei vari luoghi, ho notato quanto armoniche risultassero anche da sole; ho così deciso di realizzare al volo una nuova mappa minimale e totalmente improvvisata.

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Un giorno, non molto tempo fa, andavo in bicicletta lungo l'ospedale Radcliffe, quando in me si è fatta una chiarezza improvvisa come a volte ci viene in sogno. Ricordo di aver detto a voce alta, con assoluta convinzione: "Ma certo! Ovviamente è così che le cose in realtà funzionano!"
Ma non riuscivo a ripetere un qualsiasi ragionamento che mi avesse portato a quella convinzione, sebbene la sensazione fosse la stessa che se mi avessero convinto con la ragione (anche se non ragionando). E da allora ho pensato che uno dei motivi per cui non si riesce a recuperare il ragionamento meraviglioso o il segreto quando ci si sveglia, è semplicemente perché non ce n'è stato uno; ma c'è stata (spesso, forse) una comprensione diretta della mente (ovvero della ragione), ma senza quella catena di ragionamenti che conosciamo nella nostra vita nel tempo seriale.

Lettere 1914/1973 – J.R.R. Tolkien

I nuovi segnalibri (della TdM)

Più o meno due anni e mezzo fa, a causa della mia continua necessità di avere a disposizione segnalibri, ne ho realizzati alcuni partendo dalle mie mappe dell'epoca.

Col tempo, poi, le mappe si sono evolute, i segnalibri mai. Ho finalmente completato la cartografia del Beleriand, così oggi è venuto il momento di aggiornare anche loro.

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Arriva il Beleriand!

Beh, tecnicamente si tratta di un ritorno. Una mappa del Beleriand già l'avevo disegnata molti anni fa. Ero impegnato nella lettura del Silmarillion, opera che ancora oggi trovo molto ostica a causa dell'estrema complessità delle vicende e del numero incredibile di personaggi che la popolano, e avevo la necessità di capire esattamente dove avvenissero gli eventi della storia. Come al solito la mappina inclusa nei libri Bompiani non era di mio gradimento.

Si trattava però di una mappa 1.0, ovvero disegnata in dimensioni A4 (il limite fisico della mia stampante), cosa che in seguito ha reso impossibile poterla riprodurre in formato più grande.

Così l'ho rifatta. A dirla tutta il progetto risaliva a qualche anno addietro, quando mi ero messo in testa di disegnare una mappa globale che includesse Terra di Mezzo, Beleriand, Valinor e Númenor, tutti posizionati in un contesto geografico coerente. Ho rinunciato quasi subito all'idea per infinite ragioni: la prima è che sono territori che mai sono convissuti temporaneamente, o che hanno subito mutazioni di grande entità nel corso delle Ere. Ma, soprattutto, perché una mappa del genere avrebbe finito per superare il metro e mezzo di lunghezza, e sarebbe stata estremamente poco pratica.

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Il tesoro dei Nani

Si narra che, durante l'interminabile regno del terribile drago Smaug, le ormai fredde e polverose sale del regno di Erebor, precedente dimora del glorioso Re sotto la Montagna, traboccassero di tesori. Sfavillanti gemme preziose, ragguardevoli diamanti incastonati in sfarzosi gioielli, scintillanti coppe dei metalli più nobili, impareggiabili armature di pregiato Mithril; e una quantità spropositata di monete, d'oro, d'argento e di rame.

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Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà.

Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.

E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.

Il giorno della civetta – Leonardo Sciascia

Hobbit a mandorla

Ad arricchire la mia vasta collezione di libri di e sullo Hobbit ci sono numerose copie in lingua straniera. Oltre chiaramente a quelle inglesi, ne posseggo alcune in latino, ucraino, russo e giapponese. Tendenzialmente cerco di evitare idiomi che non sono in grado di comprendere (quello in latino, Hobbitus Ille, dovrebbe essere alla mia portata, gli altri no), a meno che non appartengano a edizioni così visualmente meravigliose da non riuscire a trattenermi.

Durante la mia recente visita in Asia mi sono imbattuto in due di queste eccezioni: Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin e lo Hobbit Annotato da Douglas A. Anderson, entrambe in ideogrammi cinesi.1Non è propriamente corretto definire i caratteri cinesi "ideogrammi", ma suona bene e lo lascio. :)

Lo Hobbit illustrato già lo conoscevo, e mi ero imposto di recuperarlo da qualche parte, ma le poche volte che compariva su Ebay aveva prezzi molto prossimi ai 200 euro che non ero disposto a spendere. Entrando in un vecchio negozietto di libri, in un paesino disperso tra le foreste della Malesia cosa mi trovo di fronte? Esatto, proprio lui. Mio!

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The Princess Hobbit

Nel 1964 la rivista The New Princess and Girl riuscì a convincere J.R.R. Tolkien a realizzare una versione ridotta del suo primo romanzo ambientato nella Terra di Mezzo, lo Hobbit.

The New Princess and Girl è stata una pubblicazione a cadenza settimanale per ragazzine inglesi (una sorta di Cioè, per intenderci), pubblicata tra il 30 Gennaio 1960 e il 16 Settembre 1967 da Fleetway Pubblications.

Un po' di storia…

Fino a quel momento i testi ufficiali dello Hobbit e del Signore degli Anelli sono sempre stati gelosamente custoditi e supervisionati dal proprio autore e, in seguito, dal figlio Christopher; nessun'altra versione modificata delle sue opere è mai più stata autorizzata. Si tratta dunque di un caso unico nella storia editoriale del prolifico scrittore inglese.

Il testo della rielaborazione è stato accompagnato da ben 83 illustrazioni realizzate da Ferguson Dewar, un apprezzato disegnatore professionista specializzato in fumetti e pubblicità. Nelle intenzioni iniziali le tavole sarebbero dovute essere a colori come tradizione di tutte le storie pubblicate dalla rivista; ma questo non avvenne mai e i disegni rimasero in bianco e nero. Tolkien stesso si incaricò di suggerire piccoli cambiamenti all'illustratore. Per esempio voleva la figura di Gandalf un po' più seria (si possono notare i cambiamenti rispetto all'inizio negli ultimi episodi) e si assicurò personalmente che Gollum non venisse "ritratto come un mostro".

Naturalmente questi disegni sono molto differenti rispetto a quelli classici di Alan Lee, John Howe, Michael Hague o Jemima Catlin. Bisogna però considerare che il target della rivista erano ragazzine dagli 8 ai 12 anni, pertanto dovevano risultare un po' fumettose. Il tratto di Dewar, quasi caricaturale, si avvicina molto a quello di António Quadros.

Uscirono in tutto 15 episodi, di due pagine ciascuno. In seguito l'intera opera artistica di Dewar venne messa in vendita su Ebay una decina di anni fa e si è persa all'interno delle collezioni private.

Nel 2019 Neil Holford, del sito web www.tolkienbooks.net, è riuscito a recuperare tutto il materiale e a organizzarlo in una mostra in occasione dell’esibizione Tolkien 2019, tenutasi a Birmingham tra il 7 e l’11 Agosto dello stesso anno.

Col mio amico Valmer, costante compagno di numerose avventure editoriali, ho acquistato da una biblioteca inglese gli scan della rivista originale. Tramite OCR abbiamo recuperato il testo, lo abbiamo impaginato, abbiamo processato le immagini e realizzato un piccolo volume contenente questa preziosa rielaborazione dello Hobbit.

Nota

Il libro è interamente in inglese, abbiamo preferito non tradurlo (per il momento) per poterne apprezzare le modifiche rispetto all'originale.

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In data 25 Marzo 3019 T.E. si è improvvisamente spento, alla ancora rigogliosa età di circa 500 secoli, l’Oscuro Signore dei Mannari, l’Ombra dell’Est, il Supremo Comandante di Angband, il solo e unico Annatar Thû.

Le cause dell’incidente non sono state ancora ben chiarite, ma si sospetta una concomitanza di prevedibili applicazioni pratiche di energia cinetica, quale l’attrazione gravitazionale del soffitto del proprio appartamento verso il centro di Arda, e il fatto che in quel momento il compianto si trovasse seduto sul suo trono tetro a leggere un Topolino, invece che all’aperto a comandare il proprio esercito.

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