Mappe, Patate e coordinate marziane

Poco più di un anno fa completavo la mappa più complessa che abbia mai disegnato (e che, con tutta probabilità, mai più disegnerò). Si tratta della superficie del pianeta Marte in scala 1:4.444.444, ovvero circa quattro milioni e spicci più piccola della dimensione reale.

C'ho impiegato sei mesi, tracciando ogni giorno per ore e ore, e con preoccupante caparbietà, infiniti scarabocchietti grandi pochi millimetri sopra una superficie di quasi due metri quadrati.

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La Mappa di Thrór (verticale)

Nel prologo dello Hobbit, Tolkien ci insegna che, in tutte le mappe dei Nani, la punta superiore della rosa dei venti indica l'Est, anziché il Nord. Quindi se, volessimo confrontarle coerentemente con le altre cartografie di Uomini ed Elfi, dovremmo ruotarle di 90° in senso orario.

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I segnalibri quadrati

Colori, yeah!

Ieri, mentre avevo altre centomila cose da fare, mi è venuta dal nulla una simpatica idea su una nuova tipologia di segnalibri. Visto che ho deciso che questa sarà l'intro più veloce che ho mai scritto sul presente sito, cominciamo subito! :)

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Scassinatore contínuasi a offrire…

Quando si parte per una nuova Avventura, è sempre buona norma portare con sé il fazzoletto, un sacchetto di ottima Erba Pipa1Consiglio caldamente varietà rinomate, tipiche della Contea e dintorni, quali la Stella del Sudil Vecchio Tobia oppure la Foglia di Pianilungone. – naturalmente anche la pipa! – ma, soprattutto, preservare l'integrità di tutti i propri beni: vuoi quelli che porteremo con noi, vuoi tutto ciò che lasceremo indietro, stipulando un solido contratto assicurativo con una società rispettabile e affidabile.

Bilbo questo non lo ha fatto, e sappiamo bene tutti i guai nei quali è incorso quando ha finalmente fatto ritorno nella Contea, dopo il suo lungo viaggio fino a Erebor.

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La Supermappa Watercolor

Eccoci qua con un'altro impegnativo progetto: la Supermappa Watercolor! Esattamente come la precedente incarnazione, ripercorre gli spostamenti dei protagonisti dello Hobbit e del Signore degli Anelli, ma in uno stile più fiabesco.

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La Terra di Mezzo Watercolor

Non sono bravo ad assegnare nomi alle mie mappe, non ho abbastanza fantasia a riguardo. Ma pazienza, l'importante è che si capisca di cosa parlo. :)

Cercherò, per una volta, di essere breve: mentre girovagavo qui e là sul web, ho incontrato questa mappa della Terra di Mezzo che non avevo mai visto prima:

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Tutte, ma proprio tutte, le mie mappe di Tolkien

Ho cominciato a disegnare le "mie" mappe di Tolkien da poco più di due anni e mezzo e, tra progetti finalizzati, progetti cestinati, progetti rifatti infinite volte, doppie nomenclature, differenti stili grafici, edizioni più o meno colorate, e via dicendo… avrò realizzato come minimo almeno un centinaio di cartine geografiche.

Il blog è pieno di vecchi articoli con note che rimandano a post più recenti, in un groviglio spropositato di caos primordiale. Così non ci si capisce davvero più niente!

La pagina che stai leggendo nasce con un'unica intenzione: tenere conto di tutte le mie mappe passate e presenti (perché è grazie alle prime che siamo giunti alle seconde), illustrandole, mi auguro, in modo chiaro e cronologicamente coerente.

Se invece vuoi vedere una selezione ridotta, per con confonderti troppo le idee, qui trovi un articolo con quelle che secondo me sono le più belle.

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La Terra di Mezzo Minimal

Mi trovo nel mezzo di un nuovo lavoro che, spero, vedrà la luce tra qualche settimana. Durante l'applicazione delle etichette relative ai nomi dei vari luoghi, ho notato quanto armoniche risultassero anche da sole; ho così deciso di realizzare al volo una nuova mappa minimale e totalmente improvvisata.

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I nuovi segnalibri (della TdM)

Più o meno due anni e mezzo fa, a causa della mia continua necessità di avere a disposizione segnalibri, ne ho realizzati alcuni partendo dalle mie mappe dell'epoca.

Col tempo, poi, le mappe si sono evolute, i segnalibri mai. Ho finalmente completato la cartografia del Beleriand, così oggi è venuto il momento di aggiornare anche loro.

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Arriva il Beleriand!

Beh, tecnicamente si tratta di un ritorno. Una mappa del Beleriand già l'avevo disegnata molti anni fa. Ero impegnato nella lettura del Silmarillion, opera che ancora oggi trovo molto ostica a causa dell'estrema complessità delle vicende e del numero incredibile di personaggi che la popolano, e avevo la necessità di capire esattamente dove avvenissero gli eventi della storia. Come al solito la mappina inclusa nei libri Bompiani non era di mio gradimento.

Si trattava però di una mappa 1.0, ovvero disegnata in dimensioni A4 (il limite fisico della mia stampante), cosa che in seguito ha reso impossibile poterla riprodurre in formato più grande.

Così l'ho rifatta. A dirla tutta il progetto risaliva a qualche anno addietro, quando mi ero messo in testa di disegnare una mappa globale che includesse Terra di Mezzo, Beleriand, Valinor e Númenor, tutti posizionati in un contesto geografico coerente. Ho rinunciato quasi subito all'idea per infinite ragioni: la prima è che sono territori che mai sono convissuti temporaneamente, o che hanno subito mutazioni di grande entità nel corso delle Ere. Ma, soprattutto, perché una mappa del genere avrebbe finito per superare il metro e mezzo di lunghezza, e sarebbe stata estremamente poco pratica.

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Ciao Piero…

Piero Angela è da sempre parte della mia vita. Ricordo ancora esattamente, a distanza di oltre quarant'anni, l'inizio della prima puntata di Quark, il 18 Marzo 1981. Mi trovavo in cucina, di fronte al piccolo televisore in bianco e nero, e osservavo questo simpatico signore, dalle maniere molto pacate, spiegare il significato di una parola buffa e curiosa, che ricordava più i fumetti Disney che l'ambiente scientifico. Termine che non ci ha più abbandonati, marchiando per sempre una stagione infinita di meravigliosi programmi culturali e altamente tecnologici.

Nel corso dei decenni che ci hanno portati al nuovo millennio, quello con Piero era un appuntamento fisso e inderogabile. Ammetto di aver pensato svariate volte a come sarebbe stato il dopo, ma la sua tempra instancabile mi ha sempre portato a vederlo inconsciamente come una presenza costante e immortale.

Invece, come ha lasciato scritto lui stesso nel suo ultimo, commovente messaggio1“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti, che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia, sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche sedici puntate dedicate alla scuola, sui problemi dell’ambiente e dell’energia. È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio.”, la vita ha i propri ritmi e, almeno per me, è stato un autentico shock. :(

Se n'è andato uno di famiglia.

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Burn baby, burn!

Alcuni giorni fa ho sostituito il vecchio citofono con un dispositivo Ring Doorbell. Dopo aver testato svariate alternative negli ultimi anni, non gli avrei dato due lire; e invece devo ammettere che funziona molto bene. Dovendo coprire il buco del precedente inquilino elettronico, ho utilizzato un pannellino di legno. Al che mi è venuta un'idea: perché non incidere i nomi con qualche tecnica pirografica? Il problema è che non so assolutamente niente a riguardo e, peggio ancora, non ho alcuno strumento per farlo.

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Il tesoro dei Nani

Si narra che, durante l'interminabile regno del terribile drago Smaug, le ormai fredde e polverose sale del regno di Erebor, precedente dimora del glorioso Re sotto la Montagna, traboccassero di tesori. Sfavillanti gemme preziose, ragguardevoli diamanti incastonati in sfarzosi gioielli, scintillanti coppe dei metalli più nobili, impareggiabili armature di pregiato Mithril; e una quantità spropositata di monete, d'oro, d'argento e di rame.

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Hobbit a mandorla

Ad arricchire la mia vasta collezione di libri di e sullo Hobbit ci sono numerose copie in lingua straniera. Oltre chiaramente a quelle inglesi, ne posseggo alcune in latino, ucraino, russo e giapponese. Tendenzialmente cerco di evitare idiomi che non sono in grado di comprendere (quello in latino, Hobbitus Ille, dovrebbe essere alla mia portata, gli altri no), a meno che non appartengano a edizioni così visualmente meravigliose da non riuscire a trattenermi.

Durante la mia recente visita in Asia mi sono imbattuto in due di queste eccezioni: Lo Hobbit illustrato da Jemima Catlin e lo Hobbit Annotato da Douglas A. Anderson, entrambe in ideogrammi cinesi.1Non è propriamente corretto definire i caratteri cinesi "ideogrammi", ma suona bene e lo lascio. :)

Lo Hobbit illustrato già lo conoscevo, e mi ero imposto di recuperarlo da qualche parte, ma le poche volte che compariva su Ebay aveva prezzi molto prossimi ai 200 euro che non ero disposto a spendere. Entrando in un vecchio negozietto di libri, in un paesino disperso tra le foreste della Malesia cosa mi trovo di fronte? Esatto, proprio lui. Mio!

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Dello spettral Leviatano

Risolsi alfine il rivendicar aggraziato calco del munifico tomo Moby Dick o la balena, originato dal prolifico Melville H. e quivi trasposto nel di noi italico idioma dal considerato professor Fatica O.

Innumerevoli stagioni han ravveduto il mio cor bramar suddetta capodopera — innegabilmente nella contratta compagine dei miei prediletti — poiché il desìo del disporre sulle scansie della mia propria biblioteca trascrizione d’ogni opera a me cara, è senz'altro fonte di copioso appagamento.

Componimento, peraltro, del quale non serbo memoria di individui a me prossimi o lontani che abbiano conseguito la gravosa impresa di portarne a termine la lettura.

A onor di lealtà, già mi procacciai per lecite vie l'evanescente informatica pubblicazione dello stesso; pur tuttavia essa non somministrò al presente adeguata gaiezza: talune atmosfere di arcaica quotidianità marinaresca, quale la balsamica fragranza della salsedine o l'aroma del legname avvizzito dall'astro, suggeriscono la corporeità di un manufatto concreto per poterne appieno apprezzare la proteiforme sapidità.

Ma ahimè, maligna fu la sorte nei riguardi di questa sventurata anima mortale!

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La super Matta della Contea

Ricordi quando ho disegnato la Matta della Contea e scrivevo che l'avevo chiamata in quel modo perché mi ha quasi mandato al manicomio? Allora ero giovane e ingenuo, e mai avrei potuto immaginare che un giorno questa follia si sarebbe ripresentata, ma all'ennesima potenza.

Andiamo con ordine. Nell'ambito della mia nuova standardizzazione dei formati per le mappe, sono tornato a metter mano a questo disegno che adoro. Purtroppo, avendolo a suo tempo realizzato con l'intenzione di stamparlo unicamente a dimensione A4, la risoluzione era troppo limitata ed è stata necessaria una massiccia opera di rielaborazione.1A dirla tutta mi era già capitato di stamparla su richiesta in dimensioni A3, ma si è trattato di una "procedura di emergenza"; occorreva lavorarci sopra seriamente per raggiungere un livello qualitativo che mi soddisfacesse.

L'ho quindi sostanzialmente ridisegnata, apportando numerosissimi cambiamenti. Per l'occasione l'ho completamente ripulita dalle scritte e le ho riapplicate, aggiungendo come alternativa anche la nomenclatura della nuova traduzione di Ottavio Fatica.

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Il Super Set

Vecchio SET a sinistra, nuovo a destra

Avendo definito un nuovo standard per le mie mappe, mi sono messo al lavoro e ho ridisegnato da capo la mappa della Contea e quella di Rohan-Gondor-Mordor.

Sono le prime che ho realizzato e a quel tempo (un paio di anni fa, eh, mica secoli!) mi accontentavo del formato A4 che potevo tranquillamente stampare coi miei mezzi casalinghi. Poi ho scoperto le tipografie e sono insorte le smanie di grandezza; ma la risoluzione era troppo bassa e non c'era verso di poterle ingrandire senza compromessi per me inaccettabili.

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Mappe, rapporti e cornici

Come ho già scritto almeno un milione di volte, le mie mappe sono nate per puro caso: volevo una buona incarnazione cartacea da tenere vicino ai libri durante la rilettura. Per questo motivo non ho mai dato importanza alle dimensioni dei fogli: grazie agli ottimi servigi di una meravigliosa tipografia, potevo stampare qualunque misura volessi.

In seguito, man mano che ho cominciato a disegnare cartine sempre più grandi e dettagliate, è sorto il desiderio di incorniciarle. Non potevo più andare avanti a spanne perché far realizzare una cornice su misura, specialmente molto grande, può facilmente venire a costare anche un centinaio di euro (quindi svariate volte più del suo contenuto artistico).

In questi giorni ho rimesso mano ad alcuni lavori, spesso rifacendoli da capo, per adattarli a quelle che sono le misure standard dei quadri che si trovano facilmente in commercio (Leroy Merlin, Amazon, Maury's, ecc…). Ho scelto tre misure:1Ci saranno alcune eccezioni. Per esempio la mappa media della Terra di Mezzo manterrà dimensioni differenti, perché è pensata per essere piegata e inserita all'interno dei libri del Signore degli Anelli, e non incorniciata.

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Grazie ❤️

Quando poco meno di due anni fa mi sono accinto1Quanta cultura su questo sito, eh? ;P per la prima volta a disegnare mappe con la tavoletta grafica, pensavo sarebbe stata un’avventura mordi e fuggi.

D’altra parte la mia intenzione era semplicemente tradurre in italiano le tre mappe inglesi del Signore degli Anelli in previsione dell’uscita della nuova traduzione, per gustarmi appieno la lettura.

Oggi ho perso il conto di quante ne abbia realizzate. Alcune svariate volte, seguendo quella vana Morgana di illusoria perfezione che mi spinge spesso a rifare da capo molti lavori.

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Le rune dei Nani

È un bel pomeriggio di sole e sto lavorando all’ennesima revisione del mio Ex Libris. Per la prima volta scelgo di realizzare qualcosa di classico e, dal momento che per ora è un trattamento che ho deciso di riservare unicamente ai miei libri di Tolkien, vorrei ispirarmi all'arte della Terra di Mezzo.

Necessito di un font e il Cirth, la scrittura dei Nani, mi sembra la scelta più interessante e appropriata. "Va bene", mi dico, prendo il font che ho creato un anno fa e procedo. All'epoca stavo lavorando sulla mappa di Thrór e lì non ci sono cifre numeriche per cui non le ho mai inserite.

"Ok, vado a cercarle e le integro"; e salta fuori una notizia sorprendente.

Due in effetti. Ma andiamo con ordine.

I numeri non esistono! O meglio, alcuni numeri non esistono, perché Tolkien non ce ne ha mai parlato, né ha avuto l'occasione di utilizzarli in modo consistente. L'unico documento che contiene alcune cifre è ciò che rimane del libro di Mazarbul (3 pagine), quello che Gandalf e compagnia al seguito trovano a Moria, accanto alla tomba del povero Balin:

Solo cinque numeri… :(

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