L’arrivo (giorno introduttivo)
Allora, sto scrivendo di nascosto da dentro il Conclave. So che non si potrebbe, ma sono certo che Dio nella sua sconfinata magnanimità saprà perdonarmi, perché vi svelerò molte di quelle procedure segrete che vi incuriosiscono tanto.
Siamo arrivati, tutti noi candidati, ieri sera con un pulmino che ci ha caricati sotto casa e portati in quel di San Pietro. Durante il tragitto abbiamo cantato canzoni popolari come quel mazzolin di fiori, stairway to Heaven – sperando di non finirci davvero, a causa della guida spericolata dell’autista – e highway to Hell – idem come sopra, viste le imprecazioni che sono sfuggite a qualcuno dei presenti (ma non farò nomi).
Alcuni di noi hanno anche acquistato un meraviglioso set di pentole in acciaio Inox e un materasso in memory foam con tecnologia della NASA, il cui costo verrà rimborsato a chi avrà il privilegio di essere eletto Papa (dita incrociate).
Ieri sera non abbiamo fatto molto, qualche partita alla PlayStation e una decina di gavettoni gettati alla gente giù in Piazza dal camminamento esterno del Cupolone, ma poi il Camerlengo ci ha sgridati perché pare non si potesse fare. Dal momento che sto cercando di raggiungere il traguardo di un anno durante il quale corro tutti i giorni ho chiesto se avessero per caso un tapis roulant per allenarmi; non ce l’avevano. In compenso mi hanno portato sul tetto dell’attico del cardinal Bertone perché “qui c’è tutto lo spazio che desidera”: Mi sono perso tre volte e ho passato la notte nella tenda di generosi Tuareg che mi hanno trovato svenuto e disidratato nel deserto.
Primo giorno
Questa mattina sveglia alle dieci (ce la prendiamo un po’ comoda), mi hanno recuperato con l’elipapamobile e sono cominciate le prime selezioni: sfilata in costume alla quale, forte dei miei 18 anni e della tartaruga che ho in giardino, penso di essermi piazzato abbastanza bene, anche se le votazioni erano segrete. Pranzo al sacco, poi tutti di nuovo sul tetto dell’attico di Bertone, avanzando tenendoci per mano come in Twin Peaks quando cercavano Laura Palmer, perché il suddetto era uscito a fare una passeggiata e aveva smarrito la retta via anche lui. L’abbiamo fortunatamente ritrovato in poche ore nella regione montana, dentro un igloo che si riparava dal freddo e rosicchiava i resti di un pinguino arrostito.
Nel pomeriggio ci sono state le prove di braccio di ferro. Dato che mi trovo nell’età dello sviluppo, me la sono cavata bene anche qui, ma ho sfortunatamente slogato il polso al cardinal Pizzaballa che ha giurato di vendicarsi. A seguire gara di Limbo (sono andato così così) e schiaffo del soldato (qui molto male, monsignor Pizzaballa mi ha tirato certi schiaffoni da dietro che mi sono resettato un paio di volte come l’onorevole Andreotti da Paola Perego).
Tra poco dovrebbe arrivare Achille Lauro (che è un ragazzo tanto educato) col takeaway del McDonald’s e più tardi ci sarà la proiezione di un film di Bud Spencer e Terence Hill nella sala cinema al di sotto delle catacombe della basilica. Senza i cazzotti a martello, però, che sono stati censurati poiché giudicati incompatibili con lo spirito pacifico del Conclave.
Da domani si comincia a fare sul serio, e avrò bisogno di tutto il vostro sostegno morale.
Anche un bonifico bancario sarebbe accolto con profonda gratitudine.

Secondo giorno
Il secondo giorno si è aperto nel segno della divisione. A colazione il cardinal Papaminore (è il suo nome, niente di offensivo) si è scontrato con monsignor Trippagnocca: il primo desiderava latte freddo macchiato caldo mentre il secondo insisteva per latte caldo macchiato freddo; in una situazione normale non sarebbe stato un problema, ma ricordo che da ieri pomeriggio siamo murati nella cappella Sistina e hanno piombato le porte per isolarci dal mondo esterno. Disponiamo (o, meglio, disponevamo… leggi più avanti) soltanto di un fornellino da campeggio e pertanto non era possibile accontentare tutti; o si scaldava il latte, o si scaldava il caffè.
Alla fine abbiamo risolto con una votazione utilizzando le schede per l’elezione papale; ce ne hanno date in molteplici copie, per cui una più… una meno… non dovrebbe essere un problema; speriamo solo che poi col Papa ce la caviamo in fretta.
Ha vinto Sua Eccellenza Trippagnocca con tre voti di scarto ma ci siamo tutti dovuti accontentare di latte e caffè freddi perché durante la votazione avevamo lasciato la fiamma accesa ed è terminato il gas della bombola.
A pranzo avevamo gli spaghetti alla chitarra e ce li siamo dovuti mangiare crudi, mentre il cardinal Cionfoli (sì, un lontano parente da parte di madre) imitava l’omonimo strumento a corda con la mano sotto l’ascella (non so come, ma il suono era uguale). Un’esperienza terribile… per via della pasta cruda, intendo, perché cardinal Cionfoli è davvero un musicista eccellente.
Nel primo pomeriggio non avevamo niente da fare perché le prove preliminari si erano svolte ieri e la lista dei candidati definitivi era già stata stilata e ufficializzata. Girovagando tra gli affreschi qualcuno – monsignor Indigo Jones, mi pare – ha scoperto un passaggio segreto che portava all’attico del cardinal Bertone. Sì, lo so, non dovrei confessare questo genere di piccole infrazioni alle regole ufficiali, ma giuro che nessuno ha avuto contatti con anima viva; e comunque i bordi della terrazza erano troppo lontani e non si scorgevano nemmeno in prossimità della linea dell’orizzonte, guardando in tutte le direzioni.
Abbiamo preso (in prestito) alcune Ferrari del proprietario e guidato fino alla zona equatoriale per prendere un po’ di sole: siamo nell’era dei social, basta coi Papi pallidi ed emaciati che sembrano vampiri, presentiamoci con una bella tintarella!
Sfortunatamente ai tropici il sole picchia parecchio e il povero cardinal Orsopolare si è ustionato a tal punto da generare una improvvisa autocombustione spontanea. L’abbiamo salvato per tempo, infilandolo nel frigo delle birre e dei ghiaccioli. Da allora non si è più mosso da lì e si è categoricamente rifiutato di uscire, perché dice che il refrigerio gli dà un grande sollievo. Al tramonto l’abbiamo lasciato là, e questo significa che sfortunatamente il suo nome verrà depennato dai… papabili candidati. D’ora in poi uno di noi dovrà gridare “presente” in sua vece durante l’appello del mattino, perché se si dovesse scoprire la sua sparizione finiremmo tutti nei guai.
Abbiamo atteso l’arrivo della sera buoni buoni, in silenzio, guardandoci negli occhi e annoiandoci molto. Ci tengo ricordare l’elenco dei principali divieti durante l’elezione del nuovo Pontefice:
- Non si può comunicare col mondo esterno;
- Non si può leggere Novella 2000;
- Nemmeno tutte le altre riviste, libri e fumetti (neppure i manga giapponesi);
- È severamente vietato guardare Netflix (o qualsiasi altra trasmissione TV);
- La PlayStation ci è stata portata via ieri sera, hanno dimenticato un joypad ma non è di alcuna utilità;
- Divieto assoluto di navigazione su Internet;
- Proibito fare sesso (mi sto limitando a leggere l’opuscolo informativo che ci hanno fornito al nostro arrivo, ambasciator non porta pena!).
Insomma, non si può fare davvero niente. Ci siamo pertanto, di comune accordo, responsabilmente impegnati a eleggere il nuovo Papa il più velocemente possibile, in modo da potercene tornarcene a casa a guardare The last of us che è a metà stagione; o soddisfare qualsivoglia altro punto della lista delle proibizioni.
La prima votazione di questo Conclave era prevista alle ore 19:00 in punto ma il cardinal Etabeta, che ha sempre qualche sorprendente freccia al proprio arco, è riuscito in qualche modo a ordinare su Just Eat una cena calda, che è arrivata nel giro di cinque minuti. Il ragazzo della consegna l’ha calata con una corda dal finestrone superiore della basilica. Non avendo contanti perché, hey, è tutto gentilmente offerto dalla santa Sede (per cui abbiamo lasciato a casa il portafoglio), gli abbiamo mandato su un candelabro d’oro, tanto non se ne accorgerà nessuno. Per non far freddare le portate, memori della pasta cruda di mezzogiorno, ci siamo ripromessi di cenare velocemente e poi procedere subito con la votazione.
Tra gargantuesche portate di ogni ben di D… di ottime pietanze e leccornie volevo dire, generose porzioni di caviale (varrà pur qualcosa un prezioso portacandele del 1300!!) e innumerevoli brindisi a base di uva fermentata il tempo è volato. Alle 20:50 avevamo ancora le gambe allungate sotto il tavolo; inoltre parecchi di noi erano vistosamente brilli (mai votare un Papa se non si è completamente sobri, ricordate la disastrosa elezione di Papa Me-Me-Ga-Ga-Lo-Lo-Man?) e non si reggevano in piedi, ehm, dal sonno… Si è dunque votato (sì, con un nuovo blocchetto di schede papali) di andare subito a dormire e rimandare il nostro oneroso adempimento all’indomani mattina di buon’ora.
Ma il destino aveva ancora un tiro mancino in serbo per noi: monsignor Triccheballacche, a cui era toccato lo stuzzicadenti più corto (avrebbe dunque dovuto sparecchiare e lavare i piatti), ha distrattamente gettato tutti gli avanzi nella stufa sbagliata e da fuori hanno probabilmente assistito a una fumata. Grazie a Dio (è proprio il caso di dirlo) la pelle del pollo era molto bruciacchiata per cui, complici anche i resti del caviale e del risotto al nero di seppia, è probabilmente uscito fumo scuro. Nessuno è ancora venuto a sgridarci per cui immagino che per questa volta l’abbiamo sfangata; non ho idea del casino che sarebbe successo se fosse uscito un altro colore!
Ora è giunto il momento di accomiatarmi, anche perché il cellulare che tengo nascosto nella manica della veste ha già la batteria al di sotto del 50%, e di sicuro non posso chiedere un cavetto per la ricarica. Inoltre mi stanno attendendo presso la zona notte per giocare a holy poker (magari nei prossimi giorni, se la faccenda dovesse prolungarsi troppo, vi spiegherò le regole).
Buonanotte e pace a tutti voi.
Terzo giorno (epilogo)
Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!
No, non sono io, purtroppo… ma ci arriveremo. Questa mattina ci saremmo voluti svegliare tutti presto ma a causa dei bagordi dell’ultima cena è andata a finire che alle 11:30 i più erano ancora tra le braccia di Morfeo.
Per ingannare l’attesa abbiamo deciso di renderci utili, e ci siamo messi a spolverare l’intera cappella Sistina. Per quanto la Santa Sede abbia appaltato i lavori di pulizie a ditte esterne serie ed efficienti, nessuna opera eguaglia la perfezione di quella compiuta di propria mano. In poco tempo si è sollevato un polverone nero millenario che sembrava di essere all’interno di una miniera di carbone. Tempo cinque minuti e il portone si è spalancato con uno schianto e il Camerlengo Papale, arrabbiatissimo, ci ha cazziati tutti: da fuori si è vista una nuova fumata nera!
Ma, giuro, noi non avevamo ancora votato! A pranzo ci hanno lasciati a digiuno, per espiare il pasticcio che avevamo combinato. “Hanno fatto bene! Perché ce lo meritavamo! Wild boys!” ha esclamato il cardinal Paninaro.
Tardo pomeriggio: finalmente eravamo tutti pronti per la votazione, anche monsignor Orsopolare che nel frattempo ci aveva raggiunti perché si era stancato di stare nel frigorifero. Aspettavamo il fischio di inizio dell’Arbitro Papale quando, imperioso, è giunto il contrordine: NON SI VOTA PIÙ!
Come non si vota più? Ci guardiamo tutti in faccia, spaesati. Cosa sta succedendo?
“Sono cambiate le regole”, ci ha detto il Camerlengo Papale, “le votazioni sono poco democratiche perché possono facilmente essere influenzate dalla caducità umana… l’uomo si è macchiato del peccato originale… partorirete col sudore della fronte…” e un sacco di altre cose che non abbiamo capito. Ma in fondo chi siamo noi per giudicare?
È andata a finire che ci hanno fatto tirare fuori dalla tasca il biglietto di invito al Conclave, quello sul quale è indicato l’ingresso, la fila e la poltrona da occupare durante l’elezione. “Giratelo sul lato posteriore!”
E… sorpresa!
Sul retro era presente una parte dorata come quella dei gratta e vinci. Invero, desta stupore la nostra comune negligenza nel rilevarla antecedentemente, posto che l’invito ci fu trasmesso settimane prima del nostro ingresso in codesto sacro luogo. Ma evidentemente l’eccezionale coinvolgimento emotivo in un evento di tale risonanza fu tale da velare il discernimento di noi tutti, umili peccatori.
“GRATTATE!”
Si è in questo modo compiuto l’iter per la designazione del Sommo Pontefice: il Vessillo di San Pietro ha ora un nuovo, designato timoniere. :)
Questo articolo fa parte di una serie:
- Candidatura al Sommo Pontificato MMXXV
- Stairway to Heaven
- Habemus scherzatum