Su Saturno non c'è tempo da perdere

«Quello è Orione, lo vedi? Ci sono due stelle in alto che sono le spalle, poi tre piccoline al centro, la cintura, e ancora due in basso.»

Ilaria annuisce rabbrividendo e stringendosi addosso il plaid.
A vederla così intenta a scrutare il cielo con il nasino all'insù e l'aria attenta verrebbe da distendere a forza di baci le rughe che le sono venute per la concentrazione sulla fronte.
Sono mesi che le muoio dietro, che pendo dal suo broncio sexy e cado in deliquio di fronte alla danza del suo culo quando mi cammina davanti, mesi che non riesco a dirle niente di meglio di un ciao o di un come va.
Ancora non ci posso credere che siamo qui, da soli, su questa collina a guardare le stelle, cazzo, sembra uno di quei film per ragazzine sceme, però è bello, è bello sentire l'aria frizzante di gennaio che ti fa pizzicare la pelle della faccia e la mano di Ilaria a due centimetri dalla mia e l'odore di mare dei suoi capelli, è davvero una figata.

Ho avuto un culo della madonna a tirare fuori col Bizzo questa storia delle costellazioni, oggi a pranzo, che poi io non ci capisco un cazzo, ne riconosco a mala pena un paio, ma non ne potevo più del suo atteggiamento da so tutto io e allora ho cominciato a tirar fuori nomi di costellazioni e a fare quello che ne sapeva a pacchi e poi, cazzo, ancora non ci credo, la Ila fa «una sera di queste mi insegni a riconoscerle?» e io lì con la mascella a terra che non sapevo che dire perché prima dovevo capire che era vero.
Voglio dire, già mi sembrava un miracolo che la Fede l'avesse convinta a venire al campeggio invernale con noi sfigati del club samurai, ridono ridono e non ce la danno mai, ma questa poi!
Ed eccoci qui, io e lei e le stelle qua sopra e io adesso dovrei inventarmi qualcosa o confessarle che no, non ne so niente di stelle io e che l'unica stella di cui mi importa davvero è lei e che tutto quello che volevo nella vita era prenderle una mano e morire nei suoi occhi e prima di esalare l'ultimo respiro provare a spiegarle come i suoi sorrisi mi tolgono il fiato. Voglio morire qui, adesso.
Dopo averla baciata però.

«Orione mi piace un casino perché ha senso, cioè, voglio dire, la guardi e sembra davvero un gran guerriero, non come il cane che ti chiedi dove stanno la coda, il muso e tutte le sue robine – fa che non mi chieda dov'è il cane tipregotipregotiprego – e poi Orione comincia ad essere visibile ad Ottobre, che è il mese in cui sono nato. Ci sono volte che mi sento confuso e non so bene dove sono, non solo geograficamente, allora guardo su e lo vedo e un po' mi sento a casa.»
Come adesso. Ma non è merito di Orione.
Ecco, ho finito tutto quello che so sulle stelle e adesso che mi invento? Che le racconto? Come faccio a tenerla ancora qualche minuto qui, potrei fare lo sborone e dirle che era tutta una tattica per rimanere solo con lei, ma se poi si incazza? Mi devo inventare qualcosa, Santa Fantasia aiutami tu.

«Ma tu come le hai imparate queste cose?» mi fa la Ila e si scosta i capelli dagli occhi con un gesto della mano così… Così, mammamia come la riempirei di baci!

«Beh, ho letto delle cose, riviste, articoli su internet, cose così. Ma lo sai che su Saturno il giorno dura dieci ore e quattordici minuti? Cioè, te lo immagini che devono fare tutto quello che facciamo noi in un giorno al doppio della velocità? Non c'è tempo da perdere, su Saturno.»

Lei ride e io non capisco più niente, neanche da dove mi vengano le parole che ho la gola secca e il cervello in pappa.

«Maddai! E la notte quanto dura? Magari loro almeno riescono a dormire più di noi, che culo! Se è così mi ci trasferisco.»

«Eh, dai, che figata! Anzi facciamo finta di esserci già trasferiti su Saturno! Ehi, ti ricordi quando eravamo sulla terra che lentezza? Mamma mia che palle! Tanto per cominciare se fossimo ancora lì io adesso dovrei dirti con calma che mi piaci e poi dovrei lentamente avvicinare la mia mano alla tua e prenderla e dovremmo stare qui un po' a guardare le stelle e io dovrei inventarmi qualcos'altro sulle costellazioni e poi dirti quanto sei bella e quanto mi batte il cuore quando ti incrocio a scuola e quanto ho desiderato questo momento, quante volte me lo sono sognato da solo a casa e mi ripetevo che ero uno stupido perché non era possibile che succedesse e dovrei accarezzarti il viso e guardarti negli occhi, tutto questo per far passare il tempo, ma siamo su Saturno e non c'è tempo da perdere…» e la bacio ed è davvero come essere su Saturno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate