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Jeeg 2.0 (Anime version)

Poco meno di un anno fa ti ho parlato del meraviglioso Jeeg CM’s, la più bella incarnazione reale – fino a oggi – del mitico Robot d’Acciaio anni ’70. Cinque mesi fa ti ho invece avvisato dell’imminente preordine di una nuova versione dell’italianissimo ZPRO-01, che prometteva alcune significanti modifiche al precedente modello.

Bene, dopo un lungo viaggio in nave dal lontano oriente, questa settimana è finalmente approdato sulle nostre spiagge. O farei meglio a dire sono approdati, perché oggi vedremo ben due versioni dello ZPRO 2.0, al tempo stesso uguali e molto differenti tra loro. Avevo inizialmente previsto di attendere l’arrivo di entrambi i modelli ma, sebbene siano giunti in Italia con il medesimo container, quello in edizione limitata necessita ancora di alcuni giorni di lavorazione aggiuntiva, tra numerazione e personalizzazione dei contenuti. Gli riserverò pertanto un articolo dedicato in un secondo momento.

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Il Big Shooter

Quando alcuni mesi fa ho parlato del fantastico Jeeg che mi sono regalato per Natale (ero stato molto, molto, molto bravo), non ho nominato nemmeno una volta il Big Shooter, ovvero la navicella tramite la quale Miwa lancia a Hiroshi i componenti del robot.

A differenza di tutti gli altri cartoni animati di quegli anni, dove i comprimari erano semplici siparietti comici o contavano come il due di coppe quando briscola è denari, nel caso di Jeeg l’apporto di Miwa è sempre fondamentale. Senza di lei Hiroshi non può completare la trasformazione, ed è costretto a combattere in forma di cyborg con tutti i limiti del caso. È vero che a lei davano missili di cartone, che solo in pochissime occasioni si sono rivelati di una certa efficacia; ma i suoi coraggiosi interventi, spesso a discapito della propria salute (le commozioni cerebrali a seguito di capocciate e conseguenti svenimenti sono infinite, praticamente una a puntata) hanno spesso risolto situazioni disperate. Considerando che erano i primi anni ’70, è piacevole notare quanto la mentalità nipponica era già parecchio avanti rispetto a noi europei, avvalorando la tesi che dietro ogni grande robot (vabbè, grande… Jeeg è altro 11 metri, contro per esempio i 30 di Goldrake) c’è sempre una grande donna. Qualche volta anche carina.

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L’album delle figurine di Jeeg!

Ecco la prima pazzia del 2025! Tutto è cominciato con una insolita associazione di idee: da fonti certe sono venuto a sapere che a breve che ci sarà una nuova ristampa del Jeeg ZPRO-011Con qualche modifica ai suoi punti deboli, come la forma della testa e (forse) l’attaccatura delle spalle., del quale ho abbondantemente parlato in questo articolo (quindi, se sei interessato ad avere un Jeeg di qualità, stai all’erta!). Tra le varie versioni previste ce ne sarà una, in edizione limitata, che riprenderà i colori della storica copertina dell’omonimo album di figurine del 1979: torso arancione “prismatico” (il colore cambia a seconda di come lo colpisce la luce) e una palette color pastello. Un look molto vintage e altamente evocativo.

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Rubik 50×50

Oggi ho rimesso mano al mio scaffale dedicato ai Chogokin di Bandai per aggiungere un nuovo inquilino.
Hmmm… cosa ci fa un cubo di Rubik insieme ai miei robottoni?

Adesso ci arriviamo…

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Gigva cuoreacciaio Gigva…

Introduzione

Per mia grande fortuna, e probabilmente anche perché non sono nato in una famiglia col maggiordomo, non ho mai avuto passioni economicamente gravose. Ho tuttavia numerosi piccoli hobby che, per quanto contenuti e mai portati all’estremo, nel complesso hanno contribuito a tenermi sempre in bilico tra l’avere un tetto sopra la testa e andare a vivere sotto un ponte.

Il mio amore per Tolkien risulta molto evidente dalle pagine di questo blog. Anche quello per i mattoncini Lego traspare dagli articoli meno recenti (ma rimane comunque latente e mi spinge a piccoli grandi acquisti di tanto in tanto).

Ciò a cui credo di non aver mai accennato è il profondo affetto che nutro per i robottoni anni ’70.

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Lego Tallneck

Fin dai primi minuti di gioco di Horizon Zero Dawn, che ho giocato nel 2017, mi sono innamorato sia della protagonista, Aloy, che del meraviglioso aspetto artistico dei vari animali meccanici che popolano il gioco.

Quello che forse più mi ha colpito è il Tallneck (letteralmente “collolungo”), una sorta di giraffa con la cupola dell’Enterprise di Star Trek al posto della testa. È una tipologia di robot non ostile, che è necessario scalare per ottenere porzioni della mappa dei vari territori. Non ricordo quanti ce ne siano, credo più o meno una decina, ma per ognuno è necessario adottare un approccio differente perché c’è sempre qualche variante (alcuni elementi sono rotti, oppure deformati, o del tutto mancanti) che spinge ad essere creativi.

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Tre sorelle furbiss… Ah, no…

Cover

In questo periodo Lego sta calando tutti i pezzi da novanta!
Dopo l’Y-Wing UCS (che ho modificato qui, anche se ancora non ce l’ho) è stata la volta dell’Aston Martin DB5 dei primi James Bond. Poi è arrivato il nuovo, fantastico castellone di Hogwarts e da alcuni giorni è possibile ordinare il Voltron. Ovvero il titanico robot composto da cinque grossi leoni:

Voltron

Per mia grande fortuna, quando il cartone ha invaso le nostre TV, io ero già abbastanza grandicello da dedicarmi ad altre cose, ragion per cui non ho alcun attaccamento emotivo alla serie. Anzi, non ne so proprio nulla, a parte naturalmente i felini che si ingroppano tra di loro.

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