Questo articolo si collega a quest’altro, dove ho mostrato i rendering di queste mie nuove micro opere. Avrei potuto aggiungere le foto anche là, ma non volevo appesantirlo troppo.
Tra l’altro, a dire il vero, le due navicelle erano pronte fin da dicembre ma, a causa di un disguido tecnico, gli ultimi pezzi mi sono arrivati soltanto oggi.
Il mondo dei Masters of the Universe non mi ha mai fatto particolarmente impazzire. Da bambino osservavo il mio He-Man superpompato e mi chiedevo perché diavolo Mattel avesse deciso di non rendere gomiti e ginocchia snodati; in fondo Big Jim lo faceva già dieci anni prima.1E il meccanismo dei bicipiti è tutt’oggi ineguagliato.
Ciononostante, i MOTU2Masters Of The Universe. avevano il loro fascino, anche perché era il periodo in cui al cinema spopolavano Stallone e Schwarzenegger, quindi i muscoli da culturista erano un must
Ricordo che mio cugino Alessio li aveva tutti. E con tutti intendo tutti: millemila personaggi, uno più bello (o brutto, a seconda dei punti di vista) dell’altro, cavalcature ed edifici compresi.
Uno di questi è il leggendario castello di Grayskull, appartenuto all’omonimo re del quale non so un’emerita cippa.
Tempo fa mi sono imbattuto (online eh, magari trovarne uno dal vivo!) in uno dei primi set Lego dedicati al mondo di Star Wars. Si trattava dell’X-Wing fighter.
Oggi si può trovare, nuovo, all’interno di un range di prezzi compreso tra i 250 e i 450 euro.
La chicca è che, oltre alla storica navetta, era inclusa anche una struttura domestica, ovvero la capanna di Yoda sul pianeta Dagobah.
Non so bene per quale motivo mi sono subito innamorato di quella casupola circolare. Probabilmente perché ha molti elementi in comune con casa Baggins, e io ho un debole per le strutture dominate dalla natura. Non potendo avere l’originale a costi ragionevoli, ho deciso di replicarla.
Non ho mai fatto mistero della mia adorazione per le micro-costruzioni Lego. Sono simpatiche, facilmente identificabili e solitamente costituite da un numero molto ridotto di mattoncini (ma non è questo il caso), caratteristica che tende a renderle anche deliziosamente economiche (ma non è questo il caso).
Ho deciso di pubblicare alcuni vecchi lavori a cui mi sono dedicato negli ultimi anni, e che col tempo sono un po’ ingiustamente finiti nel dimenticatoio. Comincio con la riproduzione in scala lillipuziana di due storiche astronavi della serie Classic Space, delle quali ho già ampiamente parlato nei post passati: il leggendario Galaxy Explorer e il meno celebrato (e, diciamocelo, piuttosto sgraziato) Galaxy Commander.
Come è accaduto per la maggior parte delle idee su cui ho lavorato, la base è sempre attribuibile a qualche anonimo Lego builder o, più propriamente, svariati builders. Infatti solitamente studio tre o quattro diverse opere e cerco di fondere insieme le soluzioni che mi piacciono di più.
Purtroppo non sono in grado di ricordare le fonti perché è passato davvero troppo tempo.
Nel 2022 Lego ha finalmente realizzato un set degno di tale nome e ci ha regalato una meravigliosa DB5 in scala minifigure!
Con una mossa a sorpresa alcune settimane fa Lego ha sfornato la leggendaria Aston Martin DB5, protagonista di molti film di James bond. Da un punto di vista puramente tecnico è un gioiellino; nonostante appartenga alla serie Creator Expert (che riproduce veicoli quanto più fedelmente possibile, senza includere alcuna funzionalità) potrebbe benissimo essere annoverato anche in quella Technic, vista l’elevata presenza di geniali meccanismi (sedile passeggero eiettabile, targhe multiple, mitragliatrici a scomparsa, pannello antiproiettili scorrevole).
Ha soltanto un difetto che per me ne ha decretato il totale fallimento: non assomiglia per niente a una DB5, sembra più una Rolls Royce!
Nel 2013, da un’idea Cuusoo (che era l’antenato del sito Ideas, dove chiunque può sottoporre un progetto a Lego e sperare che venga prodotto in massa) è uscito il set 21103, dedicato alla mitica DeLorean di Ritorno al futuro:
Avrebbe potuto essere qualcosa di eccezionale. Invece, come si evince facilmente dall’immagine sulla scatola, si è rivelato essere una mezza porcheria.
In questo periodo Lego sta calando tutti i pezzi da novanta! Dopo l’Y-Wing UCS (che ho modificato qui, anche se ancora non ce l’ho) è stata la volta dell’Aston Martin DB5 dei primi James Bond. Poi è arrivato il nuovo, fantastico castellone di Hogwarts e da alcuni giorni è possibile ordinare il Voltron. Ovvero il titanico robot composto da cinque grossi leoni:
Per mia grande fortuna, quando il cartone ha invaso le nostre TV, io ero già abbastanza grandicello da dedicarmi ad altre cose, ragion per cui non ho alcun attaccamento emotivo alla serie. Anzi, non ne so proprio nulla, a parte naturalmente i felini che si ingroppano tra di loro.
Poco più di un annetto fa mi sono cimentato in un esperimento accademico, ovvero ricreare la facciata della caserma dei pompieri Ghostbusters1Il set Lego è infatti troppo grande, nonché costoso! in modo da poterla esporre come sfondo della Ecto-1. È un progetto che ho presto abbandonato in quanto i costi di costruzione tendevano pericolosamente al doppio zero.
Alcune settimane fa ho però ripreso in mano il progetto. Non sono ancora convinto di volerlo portare a termine ma mi è venuta la curiosa idea di completarlo, aggiungendogli così anche una parete posteriore.
In sostanza ci ritroviamo con una caserma completa, profonda però circa un terzo dell’originale e, a differenza di quest’ultima, con un retro decente.
Dopo svariati anni che ammiravo la scatola dello Yellow Submarine sulla mensola dei set illibati1= sigillati. ho deciso che oggi fosse finalmente la giornata giusta per aprirla.
Trattasi del progetto Ideas2Un portale Lego in cui gli utenti propongono, per l’appunto, idee e, qualora vengano accettate, diventano set ufficiali. numero #15 (21306) ovverosia il celebre sottomarino giallo dei Beatles, divenuto famoso grazie al psichedelico film del 1968. La particolarità di questo set riguarda la frizzante esplosione di colori e le fantastiche minifig esclusive che mettono allegria solo a guardarle.
È composto in tutto da 5 bustine e, come da tradizione, ne monterò una al giorno.
Lo scorso settembre Lego ha rivelato al mondo l’ultima evoluzione del Millennium Falcon UCS (da me chiamato amichevolmente MILFone). Evidentemente le vendite sono andate benino1È un eufemismo naturalmente, si fatica ancora oggi a trovarlo in vendita sullo store a causa delle troppe richieste!, cosa che sta spingendo la casa danese a sfornare astronavi Star Wars come se non ci fosse un domani.
Una di queste è il nuovissimo Y-Wing 75181. Non un Y-Wing qualunque naturalmente, ma proprio quell’Y-Wing lì! Cioè quello pilotato nella battaglia di Yavin da Capo Oro, aka il capitano Jon “Dutch” Vander, nel suo vano tentativo di far esplodere la prima Morte Nera. Quindi una delle navette più iconiche dell’intera saga.
Il concetto è semplice: costruire un oggetto utilizzando il minor numero di pezzi possibile, danzando su quella linea di confine tra la massima semplificazione e un accettabile grado di riconoscibilità.
Questa non sarà l’ennesima recensione del Millennium Falcon, visto che Internet ne è pieno. Probabilmente illustrerà le fasi principali della costruzione1Stare a dividere il tutto per il numero di sacchettini, come faccio di solito, porterebbe inevitabilmente a un elenco infinito e noiosissimo di immagini., corredate da considerazioni ed emozioni del momento.
Dopo ben 103 giorni di attesa2L’ho ordinato il primo giorno in cui si è reso disponibile, per pochi minuti online: 14 settembre 2017., oggi 26 dicembre 2017, mi sono deciso ad aprire la scatola. Mi ero ripromesso, siccome si trattava di un (auto)regalo di Natale, che avrei resistito fino al 25. Missione compiuta (ma è stata dura).
Oggi vi presenterò una delle mie più brutte creazioni Lego, ma che avrà sempre un posto speciale nel mio spigoloso cuore.
In occasione dell’uscita del nuovo Lego Millennium Falcon, il famoso sito Eurobricks ha redatto una dettagliatissima e fenomenale recensione. A margine dell’articolo è stato indetto un piccolo concorso per assegnare un paio di set Escape from the Space Slug ad altrettanti intraprendenti lettori.
Se ben ricordate a suo tempo ne avevo già costruito uno, ma si trattava di una versione ufficiosa: per circa 25 euro ho acquistato i pezzi su Bricklink e li ho assemblati seguendo le istruzioni originali.
Quella ufficiale, invece, faceva parte di una limitatissima promozione (ne sono stati prodotti solo 3500 esemplari) andata immediatamente esaurita e attualmente ricercatissima. All’epoca si trovava su Ebay a un prezzo che oscillava tra i 200 e i 300 dollari. Ora, a seconda delle condizioni della scatola, ha raggiunto vette più o meno esagerate (anche 1000 dollari, per esemplari in condizioni perfette!) e, inevitabilmente, stanno cominciando ad comparire alcuni set farlocchi. Ma per un fan dei due mondi, Lego e Star Wars, è una sorta di (piccolo) Sacro Graal.
La Ferrari F40 appartiene al ristretto gruppo delle auto sportive più carismatiche, cazzute ed emozionanti mai realizzate, ed è anche una delle più divertenti da guidare.1Non che l’abbia mai provata di persona ma, se Forza su Xbox e Granturismo su Playstation contano qualcosa, allora ne ho consumate (e accartocciate contro i muri) davvero un bel po’. :)
Non sono un grande appassionato di auto per milionari, ma *lei* la porto nel cuore. Per questo, quando ho letto che Lego a breve ne interromperà la produzione,2Hey, alt, aspetta! Io nemmeno sapevo esistesse, proprio come casa Baggins! mi sono affrettato a procurarmi uno degli ultimi modelli ancora disponibili. Tanto più che, sfruttando i punti accumulati col Millennium Falcon, la F40 mi è venuta a costare meno di 30 euro.
Sin dall’annuncio del nuovo mastodontico Lego Millennium Falcon, la mia più grande preoccupazione non è stata tanto il prezzo1L’ho aspettato per dieci anni, capirai cosa saranno ottocrrrgghhlll!! quanto il luogo in cui esporlo. Parliamo di qualcosa lungo quasi un metro e largo mezzo, per cui una semplice mensola o una vetrinetta classica non sarebbero in grado di contenerlo.
Questo articolo nasce con l’intenzione di tenere traccia delle estenuanti elucubrazioni mentali e le nottate insonni passate a sperimentare possibili soluzioni.
Parlare di soldi è una cosa che non piace quasi a nessuno, specialmente a chi non ne ha. Non ho mai capito il motivo, ma sembra ci sia un tabù di fondo che obbliga i più a cambiare immediatamente discorso ed evitare confronti.
È di sicuro un argomento molto soggettivo. Spendere 100 euro per una cenetta romantica può essere pochissimo per qualcuno e tantissimo per qualcun altro, che magari preferisce andare da McDonald’s e spendere la rimanenza per giocare la schedina. O comprare le sigarette. O per andare a farsi frustare ad un raduno sado-maso. Tutte scelte comprensibilissime e legittime.1A parte fumare che è da coglioni. :P
Alcune settimane fa è venuto a mancare Martin Landau, fantastico attore inglese che, tra le varie cose, ha impersonato il leggendario comandante John Koenig nelle fantascientifiche avventure di Spazio 1999. Curiosamente mi trovavo proprio a cavallo tra la (ri)visione della prima e la seconda stagione della serie, l’ho preso come un segno per decidermi finalmente a realizzare il progetto dell’Eagle (vedi: Hey papà…).
Che si trattasse del primo vero MOC1Acronimo di My Own Creation, ovvero mia creazione, qualcosa realizzato completamente da me. veramente impegnativo l’avevo capito subito e devo ammettere di aver sudato le proverbiali sette camicie, non solo per il caldo di questi giorni…